Moschea di Laleli
La moschea di Laleli (in turco: Laleli camii, "moschea dei Tulipani") è una moschea imperiale ottomana situata a Laleli, un quartiere di Fatih (la città murata), a Istanbul, in Turchia.[1] Vicino alla moschea vi sono gli Appartamenti Tayyare.
Storia
modificaLa moschea fu costruita dal sultano Mustafa III negli anni 1760–1763, in stile barocco dall'architetto imperiale Mehmet Tahir Ağa.[2]
Il complesso, poco dopo la sua costruzione, fu distrutto da un incendio nel 1783 e fu immediatamente riedificato. Un nuovo incendio nel 1911 distrusse la madrasah, e interventi urbanistici nell'assetto viario circostante intaccarono il corpo della moschea.
Esterno
modificaLa moschea fu costruita su un alto terrazzo sopra uno spazio commerciale, i cui affitti dovevano finanziare il complesso della moschea. Nella parte inferiore della moschea si trova una grande sala sorretta da otto enormi pilastri con una fontana nel centro.[3] La moschea è orientata lungo un asse S-E/N-W e ha un cortile rettangolare due volte la grandezza della sala preghiera a N-W. Questo cortile ha arcate continue e una fontana per le abluzioni nel mezzo. Ci sono due minareti, situati all'estremità del portico, in corrispondenza degli ingressi del cortile.
Galleria d'immagini
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Veduta generale
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Veduta interna
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Veduta interna
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Fontana rituale (şadırvan)
Note
modifica- ^ Laleli Complex Archiviato il 25 maggio 2006 in Internet Archive.. ArchNet
- ^ Faroqhi, Subjects of the Sultan.
- ^ Freely, Blue Guide Istanbul.
Bibliografia
modifica- Suraiyah Faroqhi, Subjects of the Sultan: Culture and Daily Life in the Ottoman Empire, I B Tauris, 2005, ISBN 1-85043-760-2.
- John Freely, Blue Guide Istanbul, W. W. Norton & Company, 2000, ISBN 0-393-32014-6.
- Goodwin, Godfrey. 1997 (reprint of 1971). A History of Ottoman Architecture. Thames and Hudson: London, pp. 388–391.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su moschea di Laleli
Collegamenti esterni
modifica- Images of the Laleli Mosque, su wowturkey.com. URL consultato il 9 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).