Muhammad al-Shaybani

Muḥammad ibn al-Ḥasan al-Shaybānī (749 / 750Ranbuwayh o Rayy, 803 o 805) è stato uno dei più importanti giuristi musulmani.

Fu discepolo, assieme ad Abū Yūsuf (in arabo أبو يوسف?), di poco più grande di lui, di Abu Hanifa (in arabo أبو حنيفة النعمان بن ثابت ?), il fondatore della scuola giurisprudenziale islamica sunnita del Hanafismo.

Di famiglia agiata di Ḥarastā (nei pressi di Damasco), legata da vincoli di clientela (walāya) con i Banū Shaybān, Muḥammad b. al-Ḥasan b. Farqad al-Shaybānī (in arabo محمد بن الحسن بن ﻓﺮﻗﺪ الشيباني?) studiò a circa 16 anni a Kūfa sotto la guida di Abū Ḥanīfa al-Nuʿmān, fin quando questi morì nel 767.

Studiò anche come muḥaddith di Sufyān al-Thawrī e di al-Awzāʿī, fondatore di un madhhab attivo per lungo periodo in Siria, fin quando esso non fu assorbito da altre scuole giuridiche.

Fu anche allievo di Malik ibn Anas, soggiornando a Medina per un triennio circa, tramandando poi una versione della sua Muwaṭṭāʾ.

Ad appena venti anni, tenne lezioni assai apprezzate in una moschea di Kūfa, prima di spostarsi a Baghdad, e di ricevere dall'abbaside Hārūn al-Rashīd la nomina a Qāḍī di Raqqa: funzione che assolse non senza alcuni screzi con il Califfo, che lo sollevò nell'803 dal suo incarico.

Tornato a Baghdad, ebbe tra i suoi nuovi allievi Muḥammad b. Idrīs al-Shāfiʿī, fondatore più tardi della scuola giuridica che da lui prese il nome di Sciafeismo, che ne criticherà in seguito alcune posizioni nel suo Kitāb al-Umm, pur seguitando a nutrire grande rispetto e ammirazione per il suo Maestro.

Nell'enorme massa di libri che ne riportano l'insegnamento e che spesso furono scritti da suoi discepoli, uno tra i più rilevanti fu probabilmente il Kitāb al-Aṣl. In esso (come in altri lavori che ne riferiscono l'insegnamento, spicca il regolare uso metodologico del ḥadīth armonizzato con l'accorto ragionamento (raʾy) del giurisperito (faqīh).

In campo teologico, al-Shaybānī non si discostava dal Maestro Abū Ḥanīfa (del cui insegnamento non abbiamo nulla scritto di suo pugno) e abbracciava le opinioni del Murgismo.[1]

  1. ^ Si veda il Livre des religions et des sectes, tr. di D. Gimaret e di G. Monnot, Louvain/Paris, Peeters/Unesco, 1986, XXV + 727 pp., Index, I, p. 433.

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