Mutant;Faith

residency show di Arca

Mutant;Faith è un residency show della musicista venezuelana Arca. I quattro spettacoli hanno avuto luogo al The Shed di New York dal 25 al 28 settembre 2019.[1]

Mutant;Faith
Tour di Arca
AlbumKick I
InizioStati Uniti (bandiera) New York
25 settembre 2019
FineStati Uniti (bandiera) New York
28 settembre 2019
Tappe1
Spettacoli
Cronologia dei tour di Arca
Arca
(201719)
The Light Comes in the Name of the Voice
(2024)

Descrizione

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Il residency show è stato concepito da Arca come una performance per presentare i suoi progetti inediti, alcuni dei quali sono confluiti nel quarto album in studio Kick I (2020).[1]

Lo spettacolo, che ha avuto luogo al Griffin Theater dello Shed, è composto da tre atti e un epilogo, «che possono essere sperimentati come singoli concerti o come un'intera serie»:

Atto Titolo Data Durata
Act 1 Gestation 25 settembre 2019 90 min.
Act 2 Aftercare 26 settembre 2019 90 min.
Act 3 Ripples 27 settembre 2019 90 min.
Epilogue Boundary 28 settembre 2019 5 ore

Lo Shed, annunciando il residency show, ha comunicato:

«Debuttando con una serie di nuove tecnologie, design e lavori realizzati in collaborazione con un cast variegato di artisti, Mutant;Faith immerge il pubblico in un mondo meraviglioso e stravagante ad opera di Arca. Un epilogo, intitolato Boundary, offre uno sguardo esclusivo al suo processo creativo, mentre il pubblico è invitato ad osservare l'artista sia dentro che fuori dal suo personaggio, mentre si esibisce davanti alla telecamera durante le riprese dal vivo di un progetto che deve ancora essere rilasciato.»

Al terzo atto ha preso parte anche la cantante islandese Björk, che ha cantato con Arca il brano in spagnolo Afterwards, poi incluso in Kick I.[2]

La rivista Paper ha meglio descritto la scenografia all'interno della quale si è esibita Arca: «un palo da spogliarellista con cui si poteva ballare e lo si poteva suonare come un sintetizzatore, un pianoforte a coda, una serie di anelli acrobatici, un toro meccanico decorato con fiocchi ed extensions di capelli, una stazione per produrre canzoni in tempo reale usando Ableton, e il palco ricoperto di terra». All'inizio di ogni serata, il pubblico veniva accolto al buio, mentre in sottofondo venivano trasmessi cinguettii d'uccelli, rumori di coltelli e voci da death metal.[3] Secondo la rivista Stereogum, Arca avrebbe affermato che "questo posto è il mio sogno che si avvera", «drappeggiata da una bandiera venezuelana e imparruccata come una gotica Hatsune Miku». I primi tre spettacoli non hanno avuto inoltre una scaletta già programmata, ma sarebbero stati improvvisati.

All'inizio del primo atto, come racconta Stereogum, Arca è stata legata e caricata sul palco, mentre emetteva urla gutturali; nel secondo atto l'artista avrebbe invece rivestito i panni di un robot mecha; al terzo atto sarebbe somigliata a «una macabra ninfa della foresta con uno zaino emettente laser».[2]

Durante lo spettacolo, Arca ha anche cantato su un'automobile capovolta e ha spiegato la sua performance in un'intervista per Vogue, affermando di aver assistito a un incidente automobilistico che l'ha traumatizzata: «Stavo andando in palestra quando ho visto una persona stesa a terra in una pozza di sangue. Ho camminato in mezzo alla folla, che era già immobile e silenziosa, e tutti erano sotto shock, immobili e silenziosi. Ognuno stava reagendo in modo totalmente diverso, me compresa. Ho guardato qualcuno negli occhi e ho detto qualcosa di carino, del tipo "Come stai?". Potevo sentirmi dissociata. È bello che le nostre menti lo facciano per proteggerci dal mistero devastante, lacerante e folle della nostra mortalità».[4]

Paper ha inoltre rivelato che, alla fine della prima e seconda serata, Arca ha invitato il suo pubblico a seguirla anche per strada, mentre al terzo atto ha invitato gli spettatori a ballare con lei sul palco. Durante l'Epilogo è stato registrato il video musicale per il singolo Time: «Quando le riprese si sono concluse, l'energia nella stanza è stata abilmente trasmutata in una festa da ballo improvvisata, con il pubblico che è stato allegramente portato sul palco per ballare con un attore travestito da diavolo [Carlos Sáez], che pochi minuti prima aveva pomiciato appassionatamente con Arca davanti alla telecamera».[3]

Ricezione critica

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Mutant;Faith ha ricevuto un'entusiasta accoglienza da parte della critica. Pitchfork ha evidenziato positivamente il rapporto diretto di Arca con il pubblico, nell'abbattimento della quarta parete: «ha dolcemente chiesto a un giovane in prima fila cosa gli sarebbe piaciuto vedere dopo. [...] "Andiamo con il toro", ha esclamato il fan. Arca è salita in cima alla stravagante bestia animatronica e ha debuttato con una nuova canzone, una ballata elettropop chiamata Time». La rivista ha inoltre apprezzato Arca per aver portato alla luce, nella sua esibizione, temi come quelli di "genere, umanità, distruzione", prima soltanto accennati nel suo lavoro da produttrice discografica:[5]

«Ciò che ha reso entusiasmante lo show è stato il fatto che Arca ha performato e creato al volo musica d'avanguardia, ma con il magnetismo di una pop star. Ha dato il suo meglio quando ha interpretato il personaggio di "diva squilibrata", utilizzando la tecnologia per distorcere e rendere queer l'idea di un'eroina pop. [...] Con Mutant;Faith continua a creare un mondo singolare che esiste solo in mezzo ad altri: un animale da discoteca trasformato in provocatrice pop e distruttrice di grande ingegno. [...] A volte, nel bel mezzo dell'esibizione, accorrevano fino a quattro persone per ritoccarle il trucco, aggiustarle la parrucca e metterle vestiti nuovi, a bella vista. [...] In questo modo lo spettacolo è stato una decostruzione performativa della femminilità, una riflessione su come il glamour sia un processo in sé e per sé.»

La rivista Paper ha poi elogiato l'atteggiamento decostruzionista e non binario dell'artista:[6]

«Arca, un talento irripetibile, ci spinge a riesaminare la nostra relazione con questi falsi binari — ad aprire le estremità delle scatole all'interno delle quali ci siamo involontariamente accomodati, e ad avere il coraggio di guardare oltre ad esse. [...] Mutant;Faith è un manifesto in corso — sempre in evoluzione, in continua correzione, decostruzione e ricostruzione di una modalità di performance concepita come effimera con implicazioni durature. Lo spettacolo è stato tenuto insieme da contraddizioni deliziose, che hanno irreversibilmente trasformato, e in ultima istanza perseguitato, coloro che sono stati abbastanza fortunati da poterlo testimoniare.»

Stereogum ha invece descritto Mutant;Faith come «uno sperimentalismo su larga scala — performance artistica con un impulso. È stata una dimostrazione di talento, coraggio e resistenza che pochi altri musicisti avrebbero osato tentare».[2]

Nominativo Ruolo
Arca Artista
Carlos Sáez Direttore co-creativo
Matt Robertson Direttore musicale
Shaun MacDonald Management e produttore
Darryl Natale Produttore creativo
Maite Peris Assistente alla produzione
Patrick Lachance Designer del suono
Landscape Strumenti musicali e programmazione Analog Synth
Daito Manabe / Rhizomatiks Artista ospite e sviluppo tecnologico
Total Freedom Musicista ospite
Björk Artista ospite
Taran Allen Designer del set e delle luci
Arthur de Borman Designer del toro meccanico
Natacha Voranger Stylist
Kristian Feliz Assistente allo styling
James Boehmer (Shiseido) Trucco
Evanie Frausto Capelli e parrucche
Juan Alvear Unghie
Gabe Schuman Front of House Engineer
Ikeuchi Costumi
Monsoooooooon & _vvxxii Sculture
Annie Forrest Fotografia
MANSON Direzione del video musicale
Cara Scott (CSP) Produttrice esecutiva del video musicale
Gonzalo Hergueta (CSP) Direzione creativa del video musicale
Dustin Grant (CSP) Produttore del video musicale
Rina Watanabe
Kurara Fukami
  1. ^ a b (EN) ARCA: MUTANT;FAITH. An immersive performance series by the artist, singer, and composer., su theshed.org.
  2. ^ a b c (EN) Arca’s Mutant;Faith Was A Captivating, Challenging Display Of Experimentation, su Stereogum, 30 settembre 2019. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  3. ^ a b (EN) Arca Is the Most Important Thing We Have on This Planet, su PAPER, 10 ottobre 2019. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  4. ^ (EN) Rachel Hahn, Arca on the Warrior Princess Style of Her Performances at The Shed, su Vogue. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  5. ^ (EN) Michelle Kim, Arca’s New York Residency Is a Chaotic Deconstruction of the Pop Diva, su Pitchfork. URL consultato il 13 febbraio 2021.
  6. ^ (EN) Arca Is the Most Important Thing We Have on This Planet, su PAPER, 10 ottobre 2019. URL consultato il 13 febbraio 2021.
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