Nana d'Iberia
Nana (in georgiano: ნანა; Ponto, ... – Mtskheta, ...; fl. III-IV secolo) fu una regina consorte del Regno di Iberia, seconda moglie di Mirian III nel IV secolo.
Nana d'Iberia | |
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Nana d'Iberia in un bassorilievo | |
Regina consorte d'Iberia | |
Predecessore | Abeshura d'Iberia |
Nascita | Ponto |
Morte | Mtskheta |
Luogo di sepoltura | convento di Stamtavro |
Consorte di | Mirian III d'Iberia |
Figli | Rev II d'Iberia, Aspacure II d'Iberia |
Religione | Chiesa ortodossa georgiana |
Nana | |
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Venerata da | Chiesa ortodossa georgiana |
Canonizzazione | pre-canonizzazione |
Patrona di | Georgia |
Per il suo ruolo nella conversione dei georgiani al cristianesimo, è considerata santa dalla Chiesa ortodossa georgiana ed è canonizzata come santa pari agli apostoli Regina Nana (in georgiano: წმინდა მოციქულთასწორი დედოფალი ნანა, romanizzato: ts'minda motsikultasts'ori dedopali nana).[1]
Biografia
modificaSecondo le cronache georgiane, Nana proveniva "da un territorio greco, dal Ponto, era la figlia di Oligotos"[2] e Mirian la sposò dopo che la sua prima moglie morì (nel 292, secondo Cyril Toumanoff). Nana diede a Mirian tre figli: Rev II, Aspacure (Varaz-Bakur) e una figlia anonima che sposò Peroz, il primo dinasta Mihranide di Gugark.[3] Il Ponto potrebbe riferirsi al regno del Bosforo, allora uno stato cliente dell'impero romano. Toumanoff ritiene che il nome del padre di Nana possa essere una corruzione georgiana di "Olimpio" od "Olimpo", un dinasta bosforano il cui figlio Aurelio Valerio Sogo Olimpiano, un governatore romano di Teodosia, è noto da un'iscrizione dedicata al "Dio Altissimo" per commemorare la costruzione dell'edificio della casa della preghiera ebraica.[4] In alternativa, Christian Settipani identifica Nana come la figlia più giovane di Teotorse, un re bosforano.[5]
Conversione
modificaLe fonti medievali georgiane raccontano che Nana era stata una convinta pagana e disprezzava la predicazione cristiana, finché non fu miracolosamente guarita da una terribile malattia e successivamente convertita da una missionaria cristiana cappadociana, Nino. Lo studioso romano Tirannio Rufino, che scrisse la sua storia mezzo secolo dopo la conversione degli iberici sulla base del racconto orale di Bacurio l'Iberico, menziona anche una regina degli iberici senza nome che fu guarita da una donna, una captiva cristiana.[6] Grazie al ministero di Nino, anche il re Mirian si convertì intorno al 337 e il cristianesimo divenne una religione ufficiale in Iberia. Nana sopravvisse al marito di due anni e morì, secondo la cronologia di Toumanoff, nel 363. È stata canonizzata dalla Chiesa georgiana. Si ritiene che Nana e Mirian siano stati tradizionalmente sepolti nel convento di Samtavro a Mtskheta, dove le loro tombe sono ancora visibili.[1]
Note
modifica- ^ a b (EN) The Feast of the Robe of our Lord, the Myrrh-streaming and Life-giving Pillar, Equals-to-the-Apostles King Mirian and Queen Nana, and Saints Sidonia and Abiatar (4th century) / Православие.Ru, su web.archive.org, 6 marzo 2012. URL consultato l'8 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2012).
- ^ (EN) Robert W. Thomson, Rewriting Caucasian History, Oxford University Press, 1996, p. 112.
- ^ Toumanoff 1969, pp. 21-23.
- ^ (EN) Toumanoff 1969, p. 23.
- ^ (FR) Christian Settipani, Continuité des élites à Byzance durante les siècles obscurs. Les princes caucasiens et l'Empire du VIe au IXe siècle, De Boccard, 2006, p. 406.
- ^ (EN) Philip R. Amidon, The church history of Rufinus of Aquileia, books 10 and 11, Oxford University Press, 1997, p. 48.
Bibliografia
modifica- (EN) Cyril Toumanoff, Chronology of the Early Kings of Iberia, Traditio 25, 1969.
Altri progetti
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