Nino Martino
Nino Martino, detto Cacciadiavoli (fl. XVI secolo), è stato un brigante italiano.
«Chi si vò fa sordatu riale
jisse 'n campagna cu Ninu Martinu
A viveri u li porta alle funtae
Ca appriessu li va all'utru cu lu vinu
Nu li fa Jiri vestuti di lana,
ma i vesti tutti di dommaschiu finu
Lu pani jancu nu lu fa mancari
lu companaggiu nu lu vieni mienu»
Pecoraro calabrese del cinquecento, sarebbe vissuto in Aspromonte o nella Sila[1]. L'unica fonte diretta è la cronaca del cantor Tegani dell'11 luglio del 1576 dove viene descritto l'assalto di una casa[1].
Storia
modificaDopo anni di vita solitaria nella foresta torna al paese, ma viene trattato male dalla gente e in particolare dal suo padrone. Decide quindi, insieme ad altre quindici persone, di vendicarsi e brucia la casa del suo padrone. Viene, poi catturato e condannato a morte, salvo essere salvato sulla forca da un suo fedele compagno. Una volta libero, decide di redimersi e va a cercare la benedizione della madre, ma pensando che fosse una spia viene ucciso dai suoi stessi compagni. Verrà sepolto nella sua cantina sotto una botte di vino[2][1]
La leggenda vuole che da quel momento iniziò a versare vino nella botte, e vedendo che la madre di Martino non aveva mai mosto ma era sempre in abbondanza di vino la giustizia andò a ispezionare la cantina e vide il miracolo di Martino che versava il vino nella botte e fu proclamato santo. Nella antica cultura popolare calabrese lui è San Martino, il santo dell'abbondanza[2].
Luigi Borrello, nei suoi scritti, riporta anche modi di dire bovesi che richiamano Nino Martino: Afitemu santu Dia mandé canno tin chiazza tu Ninu Martinu! , in italiano: lasciatemi santo Dio altrimenti faccio una Piazza di Nino Martino (una strage). Nei confronti di un uomo violento invece si dice: ekhi ti nnuminàta tu Ninu Martinu, in italiano: ha la fama di Nino Martino[1].
Oggi rimane solo nella toponomastica di alcuni luoghi come Piazza Martino (luogo montano) a Gambarie, a Pantanizzi: Cacciadiavoli e Baracca del Brigante[1].
Cultura di massa
modifica- Viene raccontata la sua storia da Vincenzo Padula in Persone in Calabria, preso a sua volta da un poema popolare calabrese. In questo trascrive la versione silana della "Canzone del brigante Martino".
- Otello Profazio gli dedica la canzone: Ballata campestre per Nino Martino[3].
- Luigi Borrello pubblica in Rivista Storica Calabrese la versione aspromontana della Canzone del brigante Martino[1]
Note
modifica- ^ a b c d e f Il brigante Nino Martino (PDF), su gea-aspromonte.it. URL consultato il 12/02/2012 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2014).
- ^ a b Prima e dopo le parole: scritti e discorsi sulla letteratura, su books.google.it. URL consultato il 12/02/2012.
- ^ Otello Profazio - ballata campestre per Nino Martino, su youtube.com. URL consultato il 12/02/2012.