Object Modeling Technique
Object Modeling Technique (OMT) è un linguaggio di modellazione object-oriented sviluppato all'inizio degli anni novanta da James Rumbaugh (all'epoca impiegato presso la General Electric). Fu una notazione di grande successo, che divenne (nella versione OMT-2) uno standard de facto utilizzato da una buona parte dell'industria per la progettazione di sistemi software a oggetti. In seguito al successo di OMT, Rumbaugh venne in seguito convocato per far parte del progetto di unificazione delle notazioni di modellazione object-oriented che avrebbe portato alla definizione di Unified Modeling Language (UML), che eredita molte delle caratteristiche di OMT.
Caratteristiche di OMT
modificaIl nucleo concettuale di OMT era, per ammissione dello stesso Rumbaugh, un'estensione al paradigma object-oriented del modello Entity-Relationship (ER) tradizionalmente usato nella progettazione di database. OMT faceva proprie e adattava, in modo analogo, anche strumenti provenienti da altre tradizioni, come gli automi a stati finiti e i Data Flow Diagram.
Come il successivo UML, OMT prevedeva la descrizione di un sistema attraverso un insieme di viste complementari, dette modelli nella terminologia OMT. Erano previsti tre modelli: il modello degli oggetti, il modello dinamico e il modello funzionale. I diagrammi relativi a ciascuno di questi modelli potevano includere elementi comuni (come in UML).
Il modello degli oggetti era il modello principale di OMT e corrispondeva a quelli che in UML si chiamano diagramma delle classi e diagramma degli oggetti. Il modello dinamico descriveva l'evoluzione degli stati degli oggetti con un modello basato su macchine a stati finiti) simile al diagramma della macchina a stati di UML. Era inoltre descrivere scenari (cioè particolari istanze o esempi di interazione fra oggetti); in UML questo obiettivo è raggiunto con i diagrammi di sequenza. Infine, il modello funzionale era una notazione derivata dai tradizionali diagrammi di flusso dei dati, con scopi analoghi.