Oratorio delle Zitelle
L'oratorio delle Zitelle è un oratorio costruito verso la metà del XVII secolo per la "Pia Casa di Santa Maria delle Vergini", detta anche "Ospizio delle Zitelle" e situato a Vicenza in contrà Santa Caterina nella zona di Borgo Berga.
Oratorio delle Zitelle | |
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Esterno dell'oratorio delle Zitelle | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Località | Vicenza |
Coordinate | 45°32′30.24″N 11°33′05.89″E |
Religione | cattolica |
Diocesi | Vicenza |
Inizio costruzione | 1647 |
Sito web | IPAB di Vicenza |
Raro esempio di edificio sacro a pianta ottagonale in città, è collocato di fronte alla chiesa di Santa Caterina e ospita un importante ciclo di dipinti sei-settecenteschi[1].
L'oratorio è di proprietà dell'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (IPAB)[2].
Storia
modificaLa "Pia Casa di Santa Maria delle Vergini"
modificaNel 1602 un'efficace predicazione tenuta a Vicenza dal cappuccino Michelangelo da Venezia[3] aveva denunciato la precaria condizione sociale e morale di tante adolescenti di famiglie povere della città, prive di un'adeguata educazione e istruzione e quindi sottoposte a continue violenze "per non avere di che vivere e maritarsi"[4]. Fu così che alcuni nobili della città - tra i quali Soriano Trissino, Bernardino Saraceni, Battista Muttoni e Francesco Todeschi - decisero di provvedere per loro un ambiente idoneo ad accoglierle e a prepararle convenientemente alla vita, sia che scegliessero di entrare in un istituto religioso, sia che si orientassero a formare una propria famiglia[5].
Sorse così in Borgo Berga, acquistate alcune abitazioni di fronte alla chiesa di Santa Caterina, la "Pia Casa di Santa Maria delle Vergini", correntemente chiamata "Ospizio delle Zitelle", affidata alla gestione delle Dimesse del venerabile Antonio Pagani e divenuta in breve, grazie alla generosità dei vicentini, un'importante istituzione educativa. L'8 settembre 1604 fu benedetta dal vescovo Giovanni Dolfin la prima chiesa di Santa Maria delle Zitelle[4].
Essa fu sostituita, nel 1647, dell'elegante oratorio a pianta ottagonale dedicato "all'onor di Dio ma anche di abbellimento et ornamento della Città", attribuito all'architetto Antonio Pizzocaro. Dopo aver subito numerosi danni e anche un incendio, fu più volte restaurato[4]; al loro finanziamento contribuì anche il giurista Giovanni Maria Bertolo.
Nel 1822, per far fronte ai debiti e non potendosi più reggere con le rendite proprie, la Pia Casa divenne un collegio di educazione per fanciulle appartenenti al ceto medio della città e con il ricavato delle rette poté mantenere ancora gratuitamente qualche giovanetta povera. Questo rimedio però non fu sufficiente e con l'aggravarsi dei debiti, la Congregazione di Carità chiuse l'Ospizio delle Zitelle il 1º ottobre 1865; il vecchio locale di fronte alla chiesa di Santa Caterina con gli orti annessi, il tutto ridotto in pessimo stato di manutenzione, fu venduto per ricostituire i fondi patrimoniali dell'Istituto. Le ultime ospiti ancora presenti furono inserite nell'orfanotrofio femminile della Misericordia[6] e l'oratorio passò in proprietà all'Istituto pubblico di assistenza e beneficenza (IPAB)[2]. Subì vari restauri tra il 1944 e il 1968, finché nel 1970 l'oratorio vide un radicale restauro delle sue strutture architettoniche e delle sue numerose opere d'arte[1].
Descrizione
modificaAl contrario dello spoglio esterno, lo spazio interno dell'oratorio è riccamente decorato. È articolato in tre cappelle: quella dell'altare maggiore, dedicata alla Vergine Maria, e le laterali, in onore di santa Cecilia e sant'Antonio, a destra, e sant'Orsola, a sinistra; la copertura è a cupola (non visibile dall'esterno), con larghe lesene «piegate, sulle quali si impostano i costoloni, del pari piegati, che s'innalzano con andamento veloce a creare la trama ogivale della cupola e quindi a suddividerla in otto spicchi» (Renato Cevese).
L'oratorio ospita un ciclo di dipinti sei-settecenteschi dedicato alle Storie della Santa Vergine,[1] tra cui vi sono opere di importanti pittori veneti: di Francesco Maffei[7] Il riposo durante la fuga in Egitto, L'Assunta, La visitazione, La crocifissione; a Giulio Carpioni[8] sono attribuiti l'affresco nella chiave di volta e quattro tele, tra cui L'annunciazione e L'adorazione dei Magi; di Costantino Pasqualotto due dipinti databili 1740; opera del più modesto pittore provinciale Fortunio Parmigiano la Nascita di Maria.
Le tele furono ospitate nel museo civico dal 1944 al 1968,[1] durante i lavori di restauro dell'edificio.
Note
modifica- ^ a b c d http://www.ciclipittorici-600.com/Provincia.asp?[uno]=VICENZA
- ^ a b Patrimonio monumentale
- ^ Arcangelo da Venezia, secondo il Sottani, 2014, p. 291
- ^ a b c Sottani, 2014, pp. 291-93.
- ^ Vicenza - Contrà Santa Caterina Archiviato il 14 gennaio 2015 in Internet Archive.
- ^ IPAB, 1978, pp. 45-54.
- ^ Francesco Maffei nell'Enciclopedia Treccani
- ^ Giulio Carpioni, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Bibliografia
modifica- IPAB, La congregazione di Carità, l'Ente Comunale di Assistenza, le istituzioni assistenziali nella città di Vicenza, Vicenza, 1978.
- Renato Cevese, L'oratorio delle Zitelle, Vicenza, Officine Grafiche STA, 1970.
- P. Baldarini, E. Arnaldi, O. Vecchia, L. Buffetti, Descrizione delle architetture, pitture e scolture di Vicenza: con alcune osservazioni. Delle chiese e degli oratori. Parte prima, Vendramini Mosca, 1779, pagg. 127-128.
- Natalino Sottani, Cento chiese, una città, Vicenza, Edizioni Rezzara, 2014.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- L'oratorio nel sito dell'IPAB, su ipab.vicenza.it.
- http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/339635_loratorio_delle_zitelle_attende_cure_urgenti/[collegamento interrotto] su Il Giornale di Vicenza (fonte utilizzata)
- Approfondimento (fonte utilizzata)
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