Pacomio I di Costantinopoli
Pacomio I (in greco Παχώμιος Α΄?; XV secolo – 1513) è stato un arcivescovo ortodosso greco, patriarca ecumenico di Costantinopoli dal 1503 al 1513 tranne per alcuni mesi nel 1504[1].
Pacomio I | |
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Patriarca ecumenico di Costantinopoli | |
Elezione | inizio 1503 autunno 1504 |
Fine patriarcato | inizio 1504 inizio 1513 |
Predecessore | Nefone II Gioacchino I |
Successore | Gioacchino I Teolepto I |
Nascita | XV secolo |
Morte | 1513 |
Biografia
modificaPrima della sua elezione a patriarca di Costantinopoli, Pacomio era metropolita di Zichni. Quando il patriarca Gioacchino I fu deposto nel 1502, i sovrani di Valacchia, abbastanza influenti negli affari della Chiesa di Costantinopoli, supportarono l'elezione di Nefone II, che rifiutò subito dopo l'elezione. Il sostegno venne dato quindi a Pacomio, che fu eletto all'inizio del 1503[2]. Il primo regno durò solamente un anno, poiché all'inizio del 1504 Gioacchino I comprò la carica patriarcale pagando 3500 pezzi d'oro al sultano ottomano[3].
Gioacchino morì poco dopo durante un viaggio in Valacchia e così nell'autunno del 1504 Pacomio, sempre sostenuto dai sovrani di Valacchia, ritornò sul trono[2]. Il secondo regno di Pacomio durò circa nove anni, un lungo periodo in confronto con i regni dei patriarchi nel XV secolo.
Il problema principale durante il patriarcato di Pacomio fu il caso dello studioso cretese Aristobulo Apostolio. Nel 1506[4] la curia romana nominò Aristobulo vescovo di rito orientaleMonemvasia, all'epoca parte dei domini d'oltremare della Repubblica di Venezia. Aristobulo si dichiarò in comunione sia con il patriarca di Costantinopoli che con la Chiesa cattolica[3]. Questa posizione era insostenibile per la Chiesa di Costantinopoli e Pacomio invitò Aristobulo ad abdicare. La questione continuò per più di due anni fino al giugno 1509 quando Pacomio scomunicò Aristobulo, che si ritirò a Venezia[5].
Durante l'ultimo anno del suo patriarcato, Pacomio visitò la Valacchia e la Moldavia. Sulla via del ritorno, già in Silivri, Pacomio fu avvelenato[6] da Teodolo, un monaco al suo servizio[7]. Morì immediatamente, all'inizio dell'anno 1513[1].
Note
modifica- ^ a b (EN) Demetrius Kiminas, The Ecumenical Patriarchate, Wildside Press LLC, 2009, pp. 37-8, ISBN 978-1-4344-5876-6.
- ^ a b (EN) Steven Runciman, The Great Church in captivity, Cambridge University Press, 1985, p. 198, ISBN 978-0-521-31310-0.
- ^ a b (FR) R. Janin, Costantinople, Patriarcat grec, in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. 13, Parigi, Letouzey et Ané, 1956, p. 676.
- ^ (EN) Desiderius Erasmus, The correspondence of Erasmus: Letters 1122-1251, Vol 8 of The Correspondence of Erasmus, Toronto Buffalo, University of Toronto Press, 1988, p. 239, ISBN 0-8020-2607-9.
- ^ Giorgio Fedalto, Le Chiese d'Oriente, vol 2, Milano, Jaca Book, 2011, p. 46, ISBN 978-88-16-37013-5.
- ^ (EN) Pachomios I, su ec-patr.org, Ecumenical Patriarchate. URL consultato il 16 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ (LA) Historia Politica et Patriarchica Constantinopoleos, in Corpus scriptorum historiae byzantinae, Volume 49, Bonn, B.G.Niebuhr, I.Bekker, 1849 [1584], pp. 135-150.
Collegamenti esterni
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