Palazzo Della Rovere (Savona)

palazzo di Savona

Il Palazzo Della Rovere, detto anche Palazzo Santa Chiara, è un grande edificio storico che si trova nel centro medievale di Savona, tra la cattedrale di Nostra Signora Assunta e l'arteria principale della viabilità cittadina dell'epoca, che era via Pia.

Palazzo Della Rovere
La facciata incompiuta rivolta su via Pia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLiguria
LocalitàSavona
IndirizzoVia Pia, 28, Savona (SV)
Coordinate44°18′27.44″N 8°28′59.48″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Realizzazione
ArchitettoGiuliano da Sangallo
Committentepapa Giulio II

Giuliano della Rovere, ancora cardinale, dovette lasciare Roma e rifugiarsi a Savona a causa dell'elezione al Soglio Pontificio del papa della famiglia Borgia, Alessandro VI, suo avversario. Credendo di prolungare questo esilio, forse di rimanervi per tutta la vita, volle allora ricostruire il regime di vita mantenuto a Roma realizzando ad uso personale una magnificenza principesca di tipo centro-italiana. Per questo motivo acquistò sin dal 1494 il palazzo di San Tomaso, un edificio medioevale che era stato precedentemente ristrutturato nel 1368. Al suo seguito Giuliano Della Rovere si era portato Giuliano da Sangallo, che rimase a Savona dal 1495 al 1497.

Savona, come luogo, era agli antipodi della magnificenza rinascimentale centro-italiana: il suo tessuto edilizio-architettonico era assimilabile a quello medioevale ligure, affine a quello genovese, e di Genova era una concorrente. L'assetto urbano era quindi deciso dai confini di famiglia o clan nobiliare, con le alte case, le numerosissime torri e le strette strade dominate dalle consorterie locali e con l'abitato rivolto al mare a valorizzare il suo porto.

I Della Rovere iniziarono a variare tale assetto in senso rinascimentale con lo zio di Giuliano, Francesco della Rovere (Papa Sisto IV). La famiglia era solita inserire le proprie architetture in maniera indipendente dal contesto locale, dominante ma tuttavia avulsa da questo. Sisto IV aveva rinnovato in Savona il convento di San Francesco dove era stato allevato. Aveva qui riedificato il primo e il secondo chiostro che planimetricamente si collocavano in asse alla cappella dedicata ai suoi genitori. Questo costituiva il precedente del futuro intento del nipote Giulio II di creare per sé una tomba grandiosa, pur nella maggiore dimensione della sua tomba michelangiolesca progettata per San Pietro, in asse tra la costruenda cupola e il sepolcro di San Pietro.

Le modifiche dell'area dei Della Rovere effettuate da Giuliano

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Il cortile

Con il ritorno a Savona, Giuliano Della Rovere a Savona dispose la sostituzione delle architetture dello zio con quelle più enfatiche di Giuliano da Sangallo. Giuliano intendeva costruire una corte sul tipo di quelle dei signori dell'Italia centrale; lo spazio della città medioevale, il fittissimo tessuto di vicoli e case alte, doveva essere aperto per dare spazio alla nuova reggia. Il palazzo, per la grandiosità in cui era stato concepito dal proprietario, voleva essere la risposta al palazzo costruito dal cugino Raffaele Riario nel 1481 a Roma.

Dal 1495 venne quindi avviata un'ampia acquisizione di terreni e case. L'area del nuovo palazzo includeva quelle appartenenti alla famiglia, con fra le altre quella di Sisto IV presso il convento di San Francesco. Nel caso la scelta era quindi dettata da richiami "dinastici", modellandosi sui palazzi cardinalizi di Roma sorti presso la chiesa del cardinale titolare. L'area del palazzo veniva così a svilupparsi partendo dal convento di Sisto IV per una profondità di 70 metri sino ad affacciarsi alla via dei Nattoni (odierna via Pia, allora la più importante della città, sulla quale si affacciavano le principali consorterie savonesi con i loro palazzi).

Giuliano da Sangallo iniziò a costruire una facciata ad ordini sovrapposti; al piano terreno pone le sue paraste doriche in marmo bianco a spiccare sul fondo del paramento liscio della pietra nera a riquadri. Per essa recupera il bicromatismo del bianco e nero, tradizionale dell'architettura genovese, ma allo stesso tempo riferendolo al bicromatismo del bianco e verde toscano, ripreso dalla chiesa di Santa Maria delle Carceri di Prato, eseguita da Giuliano da Sangallo per Lorenzo de' Medici.

Nel maggio del 1496 Matteo dei Gaggini di Bissone realizza la facciata del palazzo Della Rovere sino al primo ordine. Si tratta della facciata tuttora in situ, presente nell'alzato sino al primo ordine. L'opera non fu completata, a causa della partenza di Giuliano per Roma dove sarebbe divenuto pontefice, ed è pertanto difficile comprenderne il disegno progettuale iniziale. Il ritorno a Roma di Giuliano determinò quindi la fine dell'esperimento rinascimentale savonese: l'ampliamento non procedette, gli acquisti di terreni si fermarono, e la appena iniziata corte cardinalizio-signorile venne a poco a poco riassorbita nel fitto tessuto medioevale.

Storia seguente

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Il cortile

La proprietà roveresca del Palazzo ebbe breve durata: nel 1527 gli eredi di Giulio II, Clemente e Giulio della Rovere, si trasferirono a Genova. Gli stessi eredi vendettero, nel 1532, il Palazzo savonese, non ancora ultimato, a Francesco Maria Spinola di Garessio.

La notevole dimensione del Palazzo, la cui funzione residenziale monofamiliare non dovette essere di facile soluzione, fu verosimilmente la causa del cambiamento di destinazione d'uso che esso subì nel 1676, quando divenne sede di una comunità di Clarisse.[1] Proprio per questo motivo l'edificio assunse il nome di “palazzo Santa Chiara” e perse le splendide decorazioni interne, intonacate per motivi religiosi.[2]

All’inizio del secolo XIX divenne Prefettura napoleonica e venne ulteriormente trasformato nel 1871, con l'apertura di alcune botteghe al piano terra, deturpazione questa almeno eliminata nei successivi restauri. Nel XX secolo divenne invece sede della Questura. Da ormai diversi anni, è chiuso al pubblico in attesa di essere ristrutturato e di ricevere una nuova destinazione che lo possa finalmente valorizzare al pubblico.

Della facciata originaria prevista su via dei Nattoni (via Pia), sviluppata per nove campate, oggi resta un vestibolo d'ingresso con volta a botte eseguita a getto, decorata con gli stessi tondi, “all'antica”, sperimentati dal Sangallo per la sua casa a Firenze e poi da lui replicati nella villa medicea di Poggio a Caiano. Simile a questa è la volta a botte di un minore ambiente al piano terreno sul lato opposto, che si può pensare fosse una cappella. Esso si trova quasi di fronte al punto della cappella quattrocentesca di Sisto IV. Superiormente in questo angolo del palazzo si notano uno stemma posto in chiave di volta, un portale, una più interessante scala a chiocciola che indicano che qui avrebbe dovuto essere l'appartamento privato di Giuliano della Rovere.

Bibliografia

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  • F. P. Fiore, Diffusione e trasformazione del linguaggio architettonico fiorentino: il palazzo Della Rovere in Savona, in "Bollettino del Centro di Studi per la Storia dell'Architettura", 25, 1979, pp. 23-30
  • M. Di Dio, Interventi di restauro nel Palazzo della Rovere di Savona, F.lli Frilli Editori, Genova, 2010

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