Palazzo Pretorio (Crema)

palazzo di Crema

Il Palazzo Pretorio è un edificio pubblico di Crema, antica residenza dei podestà veneti durante il dominio sotto la Repubblica di Venezia.

Palazzo Pretorio
Palazzo e torre Pretoria
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàCrema
IndirizzoPiazza Duomo
Coordinate45°21′48.39″N 9°41′12.92″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1553-1555
Stilerinascimentale
UsoUffici comunali e di rappresentanza
Realizzazione
CommittenteComune di Crema

Alcuni storici ed alcuni elementi architettonici farebbero propendere per un'antica origine, forse fin dal 1286, ma l'attuale conformazione è frutto di una costruzione avvenuta tra il 1553 ed il 1555 in luogo delle demolite «case vecchie»[1]. Vi lavorò in quegli anni anche Vincenzo Civerchio che dipinse la perduta Battaglia di Ombriano, la rotta delle truppe sforzesche cacciate da Renzo da Ceri nel 1514[2] che determinò la fine dell'assedio del 1514.

 
Palazzo Pretorio in una cartolina degli anni trenta del XX secolo

A palazzo Pretorio vi risiedeva il podestà nominato dal Senato veneto (che a Crema aveva anche la funzione di Capitano) ed il cui mandato durava sedici mesi[3]. Fu il podestà Marc'Antonio Faliero a chiamare a palazzo Gian Giacomo Barbelli nel 1633 per dipingere una sala interna, si tratta di un'altra delle opere andate perdute[4][5]. Giusto in quest'anno vi fu rimossa la corda, usata quale pena corporale, e trasferita all'arco del Torrazzo[6].

Subì alcune trasformazioni nel corso nel XVII secolo e, particolarmente, nel XVIII secolo quando sulla facciata verso via Frecavalli furono aggiunte nuove aperture e arricchiti gli archi con elementi marmorei[7].

Il 13 aprile 1768 lo scoppio di polvere da sparo sul luogo di produzione tra porta Ombriano e porta Ripalta provocò numerosi morti e molti edifici subirono ingenti danni, tra questi anche il palazzo Pretorio,[3].

Nel 1801 furono demolite le carceri realizzandovi al loro posto il sottopasso[8].

 
Palazzo Pretorio durante i restauri del 1960

L'edificio fu interessato da ingenti restauri negli sessanta del XX secolo subendo alcune trasformazioni interne, tra le quali l'allestimento della Sala dei Ricevimenti ad uso di conferenze stampa, convegni e celebrazione dei riti civili e l'allestimento della Sala del Consiglio direttamente comunicante con l'Aula degli Ostaggi del Palazzo comunale. Inoltre, fu ricavato nel sottoportico una terza corsia pedonale - all'epoca la piazza era aperta al traffico motorizzato - demolendo i locali dell'Ufficio igiene, già sede in passato del Corpo di Guardia[9].

Caratteristiche

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Il palazzo è collocato sull'area settentrionale di Piazza Duomo a fianco della torre Pretoria di origine medievale.

Presenta una facciata di stile cinquecentesco in armonia con il resto della piazza ed arricchita nel 1634 da un portale solenne in marmo Botticino di gusto classicheggiante e con simboli di guerra[8]. Il cartiglio riporta una dedica di riconoscenza al podestà Marcantonio Falier che ne finanziò la realizzazione[10]:

(LA)

«PRAETORII DILAPSAS FORES
M. ANT. FALETRUS PRAETOR
CONSTANTI SUMAQ. ANIMI
MAGNITUDINE PRAESTANS
MARMOREO CULTAS OPERE
EXCITAVIT
MDCXXXIIII»

(IT)

«L'ingresso distrutto del Pretorio
Il Podestà Marcantonio Falier
eccellente per costante
e somma grandezza d'animo
ornato con un'opera marmorea
rinnovò, 1634»

Il portale è in linea con un maestoso scalone che un tempo permetteva l'accesso alle sale Consiliare e Moceniga[11] dal nome del podestà veneto Luigi Mocenigo[3], il cui mandato a Crema durò dal mese di maggio 1590 al mese di agosto 1591.

Oggi al primo piano vi si ritrovano due sale: la Sala del Consiglio con appesi dieci ritratti di podestà veneti, dei quali sette sono attribuibili a Gian Giacomo Barbelli; la Sala dei Ricevimenti con soffitto a cassettoni cinquecentesco, quella un tempo affrescata da Carlo Urbino ed i cui dipinti sono andati perduti[8].

Lo scalone avvolge con due rampe un chiostrino e relativo cortiletto con archi, lesene con capitello in cotto, balaustre, il tutto coronato da un cornicione classico. Vi si ritrovano due statue in finto marmo rappresentanti le virtù[12].

Il famedio

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Da un'idea dell'ingegner Felice Francioli nel 1876 venne istituito nel sottoportico il famedio dedicato ai cittadini benemeriti; inizialmente protetto da un cancello, la collocazione fu modificata dopo il secondo conflitto mondiale[9].

I cittadini rappresentati sono:

Si segnala che Mario Perolini, nella seconda parte del saggio «Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema» cita l'esistenza di un ulteriore busto dedicato a Francesco Grassi, filantropo e fondatore nel 1861 per lascito testamentario di un'Opera Pia. Il busto sarebbe andato disperso durante i restauri degli anni 1958-1962[17].

Sulla fronte del palazzo erano collocati altri due monumenti celebrativi, entrambi opere di Bassano Danielli, dedicati a Giovanni Bottesini (1901, ma con lapide del 1897) e Vincenzo Petrali (1913); ora si trovano in uno dei chiostri del Museo civico di Crema e del Cremasco.

Inoltre, vi sono collocati monumenti e lapidi commemorative:

  1. ^ Perolini, p. 111.
  2. ^ Sforza Benvenuti, p. 389.
  3. ^ a b c Perolini, p. 113.
  4. ^ Sforza Benvenuti, p. 32.
  5. ^ Gussalli, p. 296.
  6. ^ Sforza Benvenuti, p. 67.
  7. ^ Perolini, p. 112.
  8. ^ a b c Palazzo Pretorio, su smartcrema.it. URL consultato il 2 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2018).
  9. ^ a b Perolini, p. 114.
  10. ^ Giorgio Zucchelli, Il Palazzo Pretorio e la Torre guelfa. La visita di G. Garibaldi, in Il Nuovo Torrazzo, 12 ottobre 2024.
  11. ^ Ermentini-Ceserani, p. 39.
  12. ^ Ermentini-Ceserani, p. 40.
  13. ^ a b c d e Ermentini/Ceserani, p. 67.
  14. ^ Carlo Donati de' Conti, su chieracostui.com. URL consultato il 2 gennaio 2018.
  15. ^ Pietro Donati, su chieracostui.com. URL consultato il 2 gennaio 2018.
  16. ^ Pietro Donati, su storia.camera.it. URL consultato il 2 gennaio 2018.
  17. ^ Perolini, p. 116.
  18. ^ Crema, morti senza funerale. Ora la lapide della memoria, in La Provincia, 29 settembre 2020.

Bibliografia

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  • Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema – Volume Primo, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1859.
  • Francesco Sforza Benvenuti, Storia di Crema – Volume Secondo, Milano, Giuseppe Bernardoni, 1859.
  • Emilio Gussalli, Gian Giacomo Barbelli. Contributo alla storia della pittura nel Seicento, Emporium, 1918.
  • Ermentini/Ceserani, Crema, Piazza Duomo e le porte della città, Crema, Leva Artigrafiche, 1993.
  • Mario Perolini, Vicende degli edifici storici e monumentali di Crema, Crema, Leva Artigrafiche, 1995.

Voci correlate

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