Palazzo Guadagni dell'Opera
Il Palazzo Guadagni dell'Opera, o Riccardi-Strozzi (di Mantova)-Sacrati, è un edificio civile del centro storico di Firenze, situato in piazza del Duomo 10, angolo via dell'Oriuolo 34-36-38.
Palazzo Guadagni dell'Opera | |
---|---|
Altri nomi | Palazzo Strozzi di Mantova, palazzo Riccardi Strozzi, palazzo Strozzi Sacrati |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | piazza del Duomo 10 angolo via dell'Oriuolo 34-36-38 |
Coordinate | 43°46′21.79″N 11°15′29.71″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Uso | sede degli uffici della Giunta e sede legale della Regione Toscana |
Realizzazione | |
Proprietario | Regione Toscana |
Il palazzo, oggi sede degli uffici della Giunta e sede legale della Regione Toscana, appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Storia
modificaI Bischeri e i Buondelmonti
modificaIl palazzo fu costruito sulle antiche case dei Bischeri, una famiglia nota tra Duecento e Trecento per una questione con l'Opera del Duomo dal sapore di novella: negando al comune l'esproprio delle proprie case per costruire la nuova cattedrale, essi vi furono infine forzosamente costretti - e per una cifra minore di quella ottenuta dai proprietari dei terreni vicini - da cui venne l'epiteto fiorentino di "bischero" per indicare una persona poco assennata (della storia esistono diverse versioni, ma con la stessa conclusione).
Alcuni edifici rimasti ai Bischeri vennero venduti nel 1484 a Bartolomeo di Rosso Buondelmonti, sposatosi nel 1486 con Alessandra de' Pazzi, figlia di Guglielmo de' Pazzi e di Bianca de' Medici.
Il figlio della coppia, Zanobi Buondelmonti, s'incontrava in questa casa con Jacopo da Diacceto e Luigi Alamanni per congiurare contro il cardinale Giulio de' Medici nel 1522. Dopo la scoperta della congiura il palazzo venne confiscato e ceduto agli Arringucci, nel 1523.
I Guadagni
modificaGli Arrigucci nel 1593 cedettero la proprietà ad Alessandro e Pietro Guadagni. La famiglia Guadagni era da poco tornata dalla Francia in seguito a esilio, grazie all'intercessione di Caterina de' Medici, ed Alessandro Guadagni fu senatore e funzionario degli Otto di Guardia e di Balìa.
L'edificio rimase al ramo da lui originatosi, che prese il nome di "Guadagni dell'Opera", a causa della vicinanza con le case dell'Opera del Duomo e per differenziarsi dal ramo di Santo Spirito[1].
Lavori di modifica al palazzo iniziarono nel 1604 e andarono avanti a più riprese[2]. Verso il 1640 altre case degli Arrigucci su "via Buia" (oggi via dell'Oriuolo) vennero abbattute per fare spazio al palazzo, che così raggiunse su piazza Duomo un'estensione fino all'angolo, con sette assi di finestre e da lì girava per un prospetto laterale con altri cinque assi, con disegno uniforme a quello già sperimentato sulla piazza[1]. In quell'occasione fu anche sacrificato il "vicolo del Campanello", che portava in piazza dei Visdomini.
Su chi fosse l'architetto dei lavori non v'è certezza, ma in genere viene indicato Gherardo Silvani, con una certa sicurezza almeno per la facciata su piazza Duomo e lo stemma dei Guadagni su quel lato (sulla base della testimonianza di Filippo Baldinucci). Resta infatti un disegno autografo dell'architetto che rappresenta probabilmente il progetto per questo palazzo: oltre agli elementi architettonici classici (finestre inginocchiate, portale sormontato da un terrazzino e due file di finestre su marcapiani con timpani arcuati al primo piano e con architravi al secondo), il Silvani aveva disegnato una serie di lesene tra finestra e finestra, che non furono realizzate forse perché marcavano troppo una forma a griglia con i marcapiano. C'è comunque chi ha proposto altre attribuzioni, quali Bernardo Buontalenti[3] e, più recentemente, Giovanni Antonio Dosio o Giovanni Battista Caccini, senza tuttavia giungere a riscontri documentari chiarificatori[1].
Il palazzo rimase ai Guadagni a lungo, e subì varie migliorie negli interni, soprattutto nella prima metà del Settecento. Un inventario del 1723, oltre a descrivere i ricchi arredi, elenca una quadreria di maestri di prim'ordine, quali Domenico Ghirlandaio, il Perugino, il Correggio, Tiziano, Tintoretto, Palma il Vecchio, Caravaggio e Michelangelo, oltre a pittori contemporanei quali Anton Domenico Gabbiani, Alessandro Gherardini, Pier Dandini, Onorio Marinari e altri.
Il senatore Filippo Maria Guadagni promosse nel 1733 dei lavori inizialmente affidati a Ferdinando Ruggieri e alla morte di questi forse al fratello Giuseppe. A questi cantieri si deve la realizzazione della scala a tre rampe e la decorazione a stucchi del salone da ballo, in occasione del matrimonio di Giovanbattista Guadagni con Teresa Torrigiani (1757)[1]. Al figlio secondogenito della coppia Pietro fu proposto di prendere il cognome dei Torrigiani, nobile famiglia che era sull'orlo dell'estinzione per la mancanza di figli maschi. Egli accettò e in cambio oltre al titolo nobiliare ottenne anche numerosi palazzi e ville a Firenze e dintorni quale eredità della ricca famiglia. Trasferitosi quindi nei possedimenti dei Torrigiani decise di vendere i possedimenti dei Guadagni.
I Riccardi-Strozzi-Sacrati
modificaIl palazzo di piazza del Duomo venne allora acquistato dalla marchesa Anna Riccardi-Strozzi, ma qualche anno dopo, al tempo di suo figlio Carlo, fu ridotto dal lato di via dell'Oriuolo in occasione dell'ampliamento e della rettificazione della strada (1860-1861) e quindi ridisegnato dall'architetto Felice Francolini (sempre sulla base della porzione prospiciente piazza del Duomo), portando il numero di finestre da cinque a sette, organizzate su tre piani, spostando il portone e apponendo in alto lo stemma che ancora si vede.
Nel 1871 Carlo morì senza lasciare eredi e il palazzo venne a confluire in via ereditaria al marchese Massimiliano Strozzi appartenente al ramo degli Strozzi di Mantova (la divisione degli Strozzi in più linee sparse per l'Italia risale all'esilio nel 1382 di Tommaso Strozzi a Mantova e nel 1434 di Palla Strozzi e di tutti i primogeniti maschi degli Strozzi), che fuse la sua famiglia con quella dei Sacrati di Ferrara attraverso il suo matrimonio con l'accordo a tenere un doppio cognome. Non si interruppe in questi anni la cura del palazzo e delle opere d'arte in esso contenute, e nell'area già ristrutturata da Felice Francolini, fu creata, a contatto con l'androne carrabile, la scala con ingresso indipendente da via dell'Oriuolo. Nel 1915 il palazzo venne ereditato dalla moglie del marchese, Guendalina Stuart (a lei si deve l'allestimento neorococò della stanza dell'alcova su probabile progetto di Cecil Pinsent) e poi, dal 1956, da suo figlio Uberto Strozzi-Sacrati, che qui visse fino alla morte, nel 1982. Nel frattempo alcune parti dell'edificio erano state affittate, per esempio a un istituto bancario.
La Regione Toscana
modificaRisolti gli intricati problemi ereditari, l'edificio è stato acquistato nel 1989 dalla Regione Toscana per 13 miliardi di lire, come sede della Presidenza della Giunta Regionale. La stessa Regione intraprese nell'immediato importanti opere di restauro, inizialmente con i primi interventi finalizzati alla nuova destinazione d'uso affidato all'ingegnere Mario Focacci, quindi con un complesso restauro conclusosi nel 2008 per un importo complessivo di 12 milioni di Euro, con il coordinamento della progettazione e la direzione dei lavori affidata all'architetto Giuseppe Cruciani Fabozzi, affiancato da Giampiero Mancini e Roberto Innocenti[4]. I lavori hanno portato tra l'altro a musealizzare una parte degli ambienti, con arredi e suppellettili legate alla storia del palazzo[1].
Descrizione
modificaLa facciata, a sette assi, è insolitamente curvilinea per seguire il profilo di piazza del Duomo (adattandosi probabilmente anche agli edifici precedenti) e presenta tutti gli elementi architettonici canonici dell'architettura residenziale fiorentina successiva al Rinascimento: finestre inginocchiate (a frontone triangolare), portale sormontato da un terrazzino e due file di finestre con timpano curvilineo al primo piano e con architrave al secondo, sottolineate da cornici marcapiano. Il tutto evidenziato dalla pietra serena, con il tema del bugnato a bozze alternate, sullo sfondo dell'intonaco bianco, che dà un effetto monumentale ma sobrio ed elegante. Lo schema si ripete invariato anche su via dell'Oriuolo.
Sulla facciata principale si trova al centro lo stemma Guadagni: alla croce spinata (gli smalti, rosso per il campo e oro per la croce, non sono visibili). Sulla facciata di via dell'Oriuolo è presente invece lo stemma Riccardi-Strozzi (partito, alla chiave d'oro posta in palo con l'anello in basso nel primo, e alla fascia caricata di tre crescenti volti in banda nel secondo) che si ritrova anche sul cancello, nell'androne. Quest'ultimo ambiente, che collega l'ingresso di piazza del Duomo col cortile, ha una volta a botte retta da coppie di colonne tuscaniche, con decorazioni quali finti bassorilievi a monocromo con Storie di Enea, attribuiti a Luigi Catani[1], e, nel vano dell'attuale portineria, una figura allegorica con stemma Guadagni affrescata sul soffitto, di fine Cinque-inizio Seicento.
L'ampio cortile è di forma irregolare, con archi tamponati a mo' di serliana sulla destra, dove un tempo si trovavano le scuderie, e sulla sinistra una nicchia decorata da una statua, mentre poco più in là si trova il giardino con siepi di bosso, voluto da Anna Strozzi Riccardi.
Al pian terreno restano tracce di pitture tardo settecentesche; tra queste, il soffitto di una sala ha una scena dalle caratteristiche vivamente illusionistiche e rappresenta Il sonno di Endimione (1746 circa), opera attribuita a Anton Domenico o Pietro Giarrè[1]: egli avrebbe curato le quadrature architettoniche, mentre la parte figurativa è stata recentemente attribuita a Antonio Vannetti. La corte interna, è oggi coperta con un controlucernario in vetro, recentemente decorato da un Pegaso, simbolo della Regione Toscana.
Altre stanze hanno affreschi che risalgono alla ristrutturazione del 1812, come quella con elementi vegetali e altri soggetti di Niccolò Contestabile (1812), quella con la storia di Fedra e Ippolito di Gaspare Martellini (1812), o quelle affrescate in stile neoclassico da Luigi Catani (1815). A questo pittore pratese spettarono la sala al pian terreno che decorò con la Caduta di Icaro e Perseo e Andromeda[1]. Di una mano più antica appare invece l'Allegoria del Tempo nella stessa sala.
Un grandioso scalone a tre rampe conduce al piano nobile, rifatto da Filippo Maria Guadagni tra il 1730 e il 1770. La balaustra di ciascun pianerottolo è decorata da putti alati in marmo con mazzolini di fiori, mentre il soffitto riprende il tema della Glorificazione di Enea come eroe, con Venere supplicante a Giove, opera di Luigi Catani. Allo stesso pittore compete la sala con il Mito di Ercole (1815), mentre il salone da ballo, creato all'epoca delle nozze tra Giovanbattista Guadagni e Teresa Torrigiani, ha il soffitto decorato con un'Allegoria della Fama. In una stanza als econod piano si trova sulla volta una scena di Francesco I de' Medici che incontra Bianca Cappello di Annibale Gatti (1864), un tema amoroso legato alla storia fiorentina[1].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i Paolini, cit.
- ^ I documenti vennero per la prima volta pubblicati da Leonardo Ginori Lisci.
- ^ Walther Limburger (1910).
- ^ Dei lavori è ampia testimonianza il volume curato dallo stesso Cruciani Fabozzi, edito nel 2009 ed al quale si rimanda per una più ampia storia del cantiere e dell'edificio
Bibliografia
modifica- Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, p. 27;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 103;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 112;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, p. 107;
- Guida della città di Firenze e suoi contorni con la descrizione della I. e R. Galleria e Palazzo Pitti, Firenze, presso Antonio Campani, 1828, p. 31;
- Pietro Thouar, Notizie e guida di Firenze e de' suoi contorni, Firenze, G. Piatti, 1841, p. 388;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 369, n. 116;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 145, n. 328;
- Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, p. 25;
- Filippo Baldinucci, Notizie dei professori del disegno da Cimabue in qua, con nuove annotazioni e supplementi per cura di Ferdinando Ranalli, 5 voll., Firenze, V. Batelli e Compagni, 1845-1847, IV, 1846, p. 352;
- Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 28;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 69-70;
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1880, pp. 44-46;
- Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico-artistici, Firenze, Galletti e Cocci, 1897, p. 28;
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 254;
- L’illustratore fiorentino. Calendario storico per l’anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, (1907) 1906, p. 79;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 347;
- Francesco Lumachi Firenze - Nuova guida illustrata storica-artistica-aneddotica della città e dintorni, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 1929;
- Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, I, pp. 463-470;
- I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, p. 21, n. 22;
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 95;
- Piero Roselli in Firenze, studi e ricerche sul centro antico, I, L’ampliamento della cattedrale di S. Reparata, le conseguenze sullo sviluppo della città a nord e la formazione della piazza del Duomo e di quella della SS. Annunziata, a cura di Piero Roselli (Istituto di Restauro dei Monumenti, Facoltà di Architettura di Firenze), Pisa, Nistri-Lischi Editori, 1974, p. 62, n. 19;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, pp. 323-324; II, 1977, p. 350;
- Carlo Cresti, Luigi Zangheri, Architetti e ingegneri nella Firenze dell’Ottocento, Firenze, Uniedit, 1978, p. 103;
- Roberto Ciabani, I Canti: Storia di Firenze attraverso i suoi angoli, Firenze, Cantini, 1984, pp. 168-171;
- Sandra Carlini in Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, I palazzi. Arte e storia degli edifici civili di Firenze, parte seconda, Firenze, Alinea, 2004, pp. 91-98;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, I, p. 229;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 434;
- Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, p. 87;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 146;
- Carlotta Bigagli, Valeria d'Aquino, Alessandro Palchetti, Firenze. Via dell'Oriuolo, Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, in "Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana", 2006, 2, pp. 88-91;
- Giuseppe Cruciani Fabozzi, Lisa Marrani, Maurizio Seracini, Le decorazioni pittoriche degli interni di palazzo Strozzi Sacrati a Firenze: notizie sullo stato di conservazione e sui problemi di restauro, in Realtà e illusione nell'architettura dipinta: quadraturismo e grande decorazione nella pittura di età barocca, atti del Convegno (Lucca, 26- 28 maggio 2005) a cura di Fauzia Farneti e Deanna Lenzi, Firenze, Alinea, 2006, pp. 213-221;
- Oronzo Brunetti in Atlante del Barocco in Italia. Toscana / 1. Firenze e il Granducato. Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, a cura di Mario Bevilacqua e Giuseppina Carla Romby, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2007, p. 424, n. 144;
- Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, pp. 138-140, n. 207;
- Giuseppe Cruciani Fabozzi, Firenze, palazzo Guadagni Strozzi Sacrati, in Terza mostra internazionale del restauro monumentale. Dal restauro alla conservazione, catalogo della mostra (Roma, Complesso di San Michele, 18 giugno- 26 luglio 2008) a cura di Chiara Dezzi Bardeschi e Beatrice Messeri, Firenze, Alinea, 2008, pp. 153-154;
- Palazzo Strozzi Sacrati. Storia, protagonisti e restauri, a cura di Giuseppe Cruciani Fabozzi, Firenze, Giunti, 2009;
- Toscana esclusiva, pubblicazione edita in occasione dell’iniziativa Firenze, Lucca, Pisa, Siena: cortili e giardini aperti, 20 e 27 settembre 2009, a cura dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2009, pp. 28-30;
- Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 207-209, n. 287;
- Fiammetta Faini, Giuliana Tesoriere, Palazzo Guadagni Strozzi Sacrati: breve guida alla visita, Firenze, Regione Toscana / Giunta Regionale, 2011;
- Carlotta Lenzi Iacomelli, La decorazione di due sale del palazzo Guadagni dell'Opera, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 168-172, tavv. CVIII-CXI;
- Anna Laura Nencioni, Palazzo Strozzi Sacrati, già Guadagni dell'Opera, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 199-201, tavv. CXXIII-CXXV;
- Maurizio Martinelli, Palazzo Strozzi Sacrati: dai restauri due millenni di storia e un documento sull'antiquaria ottocentesca, in "Arkos", 2013, 1/2, pp. 25-42;
- Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, p. 203;
- Simone Caciagli in Le piazze di Firenze: storia, architettura e impianto urbano, a cura di Francesco Gurrieri, Firenze, Pagliai, 2014, p. 126;
- Osanna Fantozzi Micali ed Elena Lolli, Firenze 1990-2015. Storie, cronache e percorsi d'architettura dal centro alla periferia, Firenze, edizioni Pontecorboli Editore, 2016, pp. 76-77.
- Claudio Paolini, Intorno alla Cattedrale. Case e palazzi di piazza del Duomo e di piazza San Giovanni a Firenze, Firenze, Polistampa, 2016, pp. 71-74, n. 30;
- Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 87-88.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Strozzi Sacrati
Collegamenti esterni
modifica- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 241259050 |
---|