Paradosso di Borel

Nella teoria delle probabilità il paradosso di Borel afferma che è sempre possibile comporre una qualsiasi opera letteraria (ad esempio la Divina Commedia) digitando casualmente le lettere di una tastiera. Da qui deriva anche il nome di paradosso della scimmia in quanto si immagina che una scimmia possa scrivere un testo di senso compiuto digitando casualmente le lettere di una tastiera.

Il paradosso di Borel può essere modellato da una successione di variabili aleatorie che assumono, con una certa probabilità prefissata, i valori zero o uno. Se ipotizziamo che le lettere dell'alfabeto siano rappresentate tramite il sistema binario (ossia sequenze di zero e uno) è possibile scrivere ugualmente una qualsiasi opera letteraria. Il paradosso di Borel afferma che, data una sequenza di bit prefissata, la probabilità che si realizzi è uno e quindi è un evento quasi certo.

L'apparente paradosso viene chiarito calcolando il tempo medio di uscita di una stringa, che oltre ad essere estremamente lungo, cresce in base alla sequenza di caratteri ripetuti all'interno della stringa stessa.

Enunciato

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Sia   uno spazio di probabilità. Si può definire una successione   di variabili aleatorie stocasticamente indipendenti e identicamente distribuite tali che per ogni   si ha

 

con  . Fissato un vettore di   caratteri   si definisce   l'evento che  , ossia al tempo   la stringa sia stata composta. Si dimostra che  .

Dimostrazione

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Per ogni   si può definire una partizione di eventi indipendenti tali che

 
 
 
 

Allo stesso modo si può definire una successione di variabili aleatorie   indipendenti tali che

 
 
 
 

  è stocasticamente indipendente in quanto lo è anche   e   per ogni   con  

Sia   una successione di variabili aleatorie tali che   per ogni   dove   è la funzione indicatrice di  . Dato che i  appartengono a una partizione di eventi indipendenti e gli   possono essere visti come  , ne segue che   è una successione di variabili aleatorie indipendenti.

Osservazione 1

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Considerando che l'unione degli eventi   è sottoinsieme dell'unione degli eventi  , se si prova che  , allora anche  

Osservazione 2

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Considerando che  e la probabilità di una funzione indicatrice corrisponde alla probabilità dell'evento stesso, si può dire che  . Analogamente   equivale a calcolare la probabilità dell'evento complementare, ossia  .

Osservazione 3

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In base all'osservazione 2 si può dire che

 

Dato che tutti i   appartengono ad una partizione, per il criterio di indipendenza stocastica si può dire che

 

Applicando l'enunciato si ha che

 

Analogamente  

Osservazione 4

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Per l'indipendenza della successione   si ha che  

Per l'osservazione 3 si ha che  

Passando al limite si ha che  , per  

Infatti, per   fissato,  può essere visto come una costante reale   non dipendente da  . Pertanto   per  

Osservazione 5

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Per le osservazioni 2 e 3 si ha che  

Portando fuori l'operatore complementare si ha che  

Conclusione

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Per le osservazioni 4 e 5 si ha che  

Per l'osservazione 1 si può concludere e dimostrare la tesi, ossia  

Bibliografia

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  • Paolo Baldi, Calcolo delle Probabilità e Statistica - Seconda Edizione, Milano, McGraw-Hill, 1998, ISBN 88-386-0737-0.
  • Paolo Baldi, Calcolo delle Probabilità, Milano, McGraw-Hill, 2007, ISBN 978-88-386-6365-9.
  • Francesca Biagini, Massimo Campanino, Elementi di Probabilità e Statistica, Milano, Springer, 2006, ISBN 88-470-0330-X.

Collegamenti esterni

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