Parco della scultura in architettura
Il parco della Scultura in Architettura è un parco della città di San Donà di Piave noto a livello internazionale a studiosi ed appassionati di arte e architettura.
Parco della Scultura in Architettura | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | San Donà di Piave |
Indirizzo | via Vittorio Veneto, 65 |
Caratteristiche | |
Tipo | parco urbano |
Superficie | 0,008 km² |
Inaugurazione | 1991 |
Gestore | Associazione ARCH+ART |
Apertura | libero |
Ingressi | via Vittorio Veneto via Unità d'Italia via Monte Popera |
Mappa di localizzazione | |
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La peculiarità dell'area verde è quella di accogliere installazioni e sculture di artisti, architetti e designers, tra i quali Bruno Munari, Aldo Rossi, Toni Follina, Alessandro Mendini, Riccardo Dalisi, Gabriele Basilico, Sol LeWitt, Riccardo Licata, Mauro Staccioli, Alberto Campo Baeza, Marco Ferreri, Davide Mosconi, Ettore Sottsass, AG Fronzoni ed Emilio Tadini.[1][2]
Il parco è liberamente visitabile tutto l'anno e nel periodo estivo ospita manifestazioni ed eventi culturali (readings letterari, cineforum, festival di musica acustica).
Nell'area adiacente al parco è presente un edificio progettato dall'architetto Álvaro Siza.
Opere
modifica- Bruno Munari, Una scultura per gioco, 1992, acciaio Corten con basamento in calcestruzzo; cm 180x800x660.[3]
«Tutti sanno che ci sono le sculture celebrative che si mettono nelle piazze per ricordare un personaggio famoso: - Chi è? - Ma non vedi che è Giuseppe Verdi? - Queste sculture cambiano un poco quando la neve le deforma o quando la pioggia le lucida o quando i piccioni le abitano. Pochi sanno che ci sono anche delle “sculture” (se ancora si possono definire così) che non sono celebrative, che sono soltanto piacevoli da vedere (come un fiore) che giocano col vento si divertono con la pioggia, si trasformano con la neve. Insomma non rappresentano niente ma solo un oggetto che vive nell’ambiente, con le piante il vento la natura. Questa costruzione è ideata in modo che la gente e i bambini possano sedersi sulla sua base, che i bambini possano giocare con le sue parti, osservare l’elemento girevole al vento, inventare dei giochi apposta per questo grande oggetto. Se si rovina o si sporca, il gioco finisce subito.»
- Bruno Munari, Passaggio a nord-ovest?, 1995, acciaio smaltato; altezza cm 300.[3]
«Un passaggio che prima non c'era. Un passaggio che non ha funzione pratica, ma una importante funzione psicologica. Passa solo una persona alla volta. Passa da una realtà quotidiana a una realtà fantastica, dove la logica non ha senso. Per la prima volta si attraversa un'opera d'arte. Dall'altra parte si trova una natura in parte inventata. C'è un viale di alberi disposto con la prospettiva capovolta. Non c'è il lupo. In questa zona si può fantasticare, c'è qualcosa di diverso. Si può essere stimolati a fare progetti artisti dentro di sé. L'arte appare quando uno non sa quello che fa.»
- Alessandro Mendini, Monumentino triplo, 1994, acciaio smaltato, basamento diametro cm 1,30; altezza cm 11.[3]
- Alberto Campo Baeza, La porta dei fiori, 1997, calcestruzzo dipinto di bianco e gelsomini; cm 600x600x600.[3]
- Toni Follina, Varco, 1999, acciaio e legno; diametro cm 600, altezza cm 400.[3]
- Riccardo Dalisi, L'uomo ed il suo Angelo, 2000, acciaio Corten, ottone e rame; figura uomo cm 200x300x90, figura angelo cm 240x160x140.[3]
- Aldo Rossi, La Casa Abbandonata, 2001, mattoni a faccia vista e legno; cm 550x1000x780.[3]
- Sol LeWitt, Wall 2002, 2002, blocchi in cemento colore ardesia; cm 60x2000x500.[3]
- Riccardo Licata, Otto Totem, 2002, acciaio smaltato; cm 40x90x300.
- Mauro Staccioli, Scultura 98, 2003, acciaio Corten, cm 1200x300x30.[3]
- AG Fronzoni, L'infinito è un quadrato senza angoli, 2003, acciaio inox spazzolato; cm 600x600x25.
- Emilio Tadini, L'uomo e la Luna.[3]
- Ettore Sottsass, Interno notturno, 2007.
- Marco Ferreri e Davide Mosconi, Foglio al vento.
- Matteo Bandiera e Alessandro Tessari, Padiglione Farola, 2008.[3]
Nella galleria coperta adiacente al parco sono esposte le seguenti opere:
- Bruno Munari, Fili Pesi quadrato, 1998, acciaio inox; cm 85x85x450.
- Bruno Munari, Fili Pesi triangolo, 1998, acciaio inox; cm 100x100x450.
- Riccardo Dalisi, Il rumore del tempo, 2002, ottone e rame.
- Sol LeWitt, Rainbow.[3]
Galleria d'immagini
modifica-
Veduta del parco: tra due filari di pioppi le opere di Bruno Munari e Alessandro Mendini
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Bruno Munari - Passaggio a Nord-Ovest?
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Aldo Rossi - La Casa Abbandonata
Note
modifica- ^ Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Venezia - Parco della Scultura in Architettura, su turismovenezia.it, Sandonadomani.it. URL consultato il 24 ottobre 2012.
- ^ Adalberto Mestre, Parco della Scultura in Architettura (PDF), su 360arte.it. URL consultato il 9 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2016).
- ^ a b c d e f g h i j k l Parco della Scultura in Architettura, su 360arte.it. URL consultato il 9 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2016).
Voci correlate
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