Partito Comunista dell'Ucraina
Il Partito Comunista dell'Ucraina (in ucraino: Комуністи́чна па́ртія Украї́ни, КПУ, Komunistična partija Ukrajiny, KPU) è un partito politico ucraino di orientamento marxista-leninista costituitosi nel 1993 sulle ceneri della sezione ucraina del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, al governo del Paese fino al 1991.
Partito Comunista dell'Ucraina | |
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(UK) Комуністи́чна па́ртія Украї́ни (Komunistična partija Ukrajiny) | |
Segretario | Petro Symonenko |
Vicesegretario | Igor' Alekseev |
Stato | Ucraina |
Sede | Kiev |
Abbreviazione | КПУ (KPU) |
Fondazione | 19 giugno 1993 |
Ideologia | Comunismo Marxismo-leninismo Euroscetticismo Populismo di sinistra Patriottismo socialista sovietico Conservatorismo sociale Russofilia[senza fonte] |
Collocazione | Estrema sinistra |
Affiliazione internazionale | Unione dei Partiti Comunisti - Partito Comunista dell'Unione Sovietica |
Seggi Verchovna Rada | 0 / 450
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Iscritti | 115 000 (2012) |
Colori | Rosso |
Bandiera prima del 2015 | |
Dopo la sua messa al bando, decretata nel dicembre del 2015, il KPU opera in clandestinità.
È guidato da Petro Symonenko.
Storia
modificaIl partito fece il suo debutto alle elezioni parlamentari del 1994, in cui si attestò come la prima forza politica del Paese conseguendo il 13,57% dei voti e 86 seggi alla Verchovna Rada. Mantenne la maggioranza relativa dei voti alle elezioni parlamentari del 1998, quando raggiunse il 24,65% ottenendo 122 seggi.
Nel 2000 alcune componenti lasciarono il partito dando vita a due diverse formazioni, il «Partito Comunista dell'Ucraina (rinnovato)» (KPU(o)) e il «Partito Comunista degli Operai e dei Contadini» (KPRS). Secondo il KPU, la creazione di tali soggetti politici sarebbe stata sostenuta dal Presidente Leonid Kučma per togliere voti al KPU.[1]
Alle elezioni parlamentari 2002 il KPU segnò un deciso calo scendendo al 19,99% dei voti ed eleggendo 66 deputati: in termini di voti, i comunisti divennero la seconda forza politica, venendo superati dal Blocco Ucraina Nostra, moderato e filo-occidentale, di Viktor Juščenko, nominato primo ministro.
Alle elezioni parlamentari del 2006 il Partito delle Regioni (PR) ottenne la maggioranza relativa dei voti, mentre il KPU crollò al 3,67%. Le posizioni dei due blocchi filo-occidentale e filo-russo rimasero sostanzialmente inalterate: si verificò soltanto una polarizzazione verso il PR nel campo filo-russo e verso il Blocco di Julija Tymošenko nel campo filo-occidentale. Dopo il breve governo della Tymošenko, la guida dell'esecutivo passò a Janukovyč, sostenuto anche dal KPU; si aprì successivamente una grave crisi politica, al termine della quale furono indette nuove elezioni.
Alle elezioni parlamentari del 2007 i comunisti ottennero il 5,39% e 27 deputati, collocandosi all'opposizione del governo guidato dalla Tymošenko.
Alle elezioni politiche del 2012 il KPU ottenne un forte aumento di voti giungendo al 13,18% (+7,8%) dei consensi e 32 seggi, risultato parzialmente penalizzato nell'assegnazione dei seggi dal passaggio da un sistema proporzionale ad uno misto proporzionale-maggioritario.
Le proteste di Euromaidan e la rivoluzione ucraina del 2014 segnarono il declino del partito: in seguito all'annessione della Crimea alla Russia e all'inizio della guerra del Donbass, il KPU perse gran parte del proprio sostegno elettorale, basato soprattutto negli oblast' di Donec'k e di Luhans'k e nella Repubblica Autonoma di Crimea[senza fonte]. Inoltre, nella Repubblica Popolare di Donec'k le sezioni locali del KPU diedero vita al Partito Comunista della Repubblica Popolare di Doneck (KPDNR).
Alle elezioni del 2014 il KPU ottenne il 3,88%, risultando escluso dal parlamento.
Il partito fu ufficialmente messo al bando il 24 luglio 2015 dalla Corte amministrativa distrettuale di Kiev, in seguito alle leggi sulla decomunistizzazione e con l'accusa di sostenere i separatisti della Repubblica Popolare di Donec'k e della Repubblica Popolare di Luhans'k[senza fonte]; il partito ha impugnato la messa al bando davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo.[2][3]
Nel 2022 Petro Simonenko, presidente del partito prima che venisse bandito, ha sostenuto l'invasione su larga scala dell'Ucraina, sostenendo che "per proteggere i propri cittadini e garantire la sicurezza nazionale, la Russia non aveva altra scelta se non quella di sferrare un attacco preventivo".[4]
Risultati elettorali
modificaElezione | Voti | % | Seggi |
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Parlamentari 1994 | 3.683.332 | 13,57 | 86 / 450
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Parlamentari 1998 | 6.550.353 | 24,65 | 122 / 450
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Parlamentari 2002 | 5.178.074 | 19,99 | 57 / 450
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Parlamentari 2006 | 929.591 | 3,67 | 21 / 450
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Parlamentari 2007 | 1.257.291 | 5,39 | 27 / 450
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Parlamentari 2012 | 2.687.269 | 13,18 | 32 / 450
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Parlamentari 2014 | 611.923 | 3,88 | 0 / 450
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Note
modifica- ^ BHHRG, su web.archive.org, 15 aprile 2005. URL consultato il 19 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2005).
- ^ Ucraina, bandito partito comunista - Europa, in ANSA.it, 24 luglio 2015. URL consultato il 22 giugno 2017.
- ^ (EN) Kiev has a nasty case of anti-communist hysteria, su the Guardian, 18 dicembre 2015. URL consultato il 12 gennaio 2022.
- ^ Discorso del Primo Segretario del Partito Comunista Ucraino Pyotr Simonenko al XXII Incontro dei Partiti Comunisti e Operai, L’Avana, Cuba, ottobre 2022, su Marx21, 9 novembre 2022. URL consultato il 25 giugno 2023.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Partito Comunista d'Ucraina
Collegamenti esterni
modifica- (RU, UK) Sito ufficiale, su kpu.ua. URL consultato l'8 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2014).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 191571947 · LCCN (EN) n83011676 · J9U (EN, HE) 987007453242805171 |
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