Paul Biya
Paul Biya (Mvomeka'a, 13 febbraio 1933) è un politico camerunese, secondo presidente del Camerun, carica che ricopre a partire dal 1982. Biya ha percorso una fulminante carriera politica sotto la presidenza di Ahmadou Ahidjo, servendo come Segretario generale della presidenza dal 1968 al 1975 e poi come Primo ministro del Camerun dal 1975 al 1982. Ha assunto la presidenza con le dimissioni di Ahidjo il 6 novembre 1982.
Paul Biya | |
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2º Presidente del Camerun | |
In carica | |
Inizio mandato | 6 novembre 1982 |
Capo del governo | Bello Bouba Maigari Luc Ayang Sadou Hayatou Simon Achidi Achu Peter Mafany Musonge Ephraïm Inoni Philémon Yang Joseph Ngute |
Predecessore | Ahmadou Ahidjo |
5º Primo ministro del Camerun | |
Durata mandato | 30 giugno 1975 – 6 novembre 1982 |
Presidente | Ahmadou Ahidjo |
Predecessore | Salomon Tandeng Muna |
Successore | Bello Bouba Maigari |
Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana | |
Durata mandato | 8 luglio 1996 – 2 giugno 1997 |
Predecessore | Meles Zenawi |
Successore | Robert Mugabe |
Dati generali | |
Partito politico | Raggruppamento Democratico del Popolo Camerunese |
Biografia
modificaFamiglia e gioventù
modificaBiya nacque nel villaggio di Mvomeka'a nella provincia del Sud, nell'allora Camerun francese. Cattolico praticante, figlio di catechisti ed ex seminarista, fa parte del gruppo etnico Beti-Pahuin. Dopo gli studi secondari presso il liceo di Yaoundé si iscrisse a Parigi all'Istituto di studi politici di Parigi (Sciences Po), dove si laureò nel 1961 in relazioni internazionali. Nello stesso anno si sposò in Francia con Jeanne-Irène Atyam[1] ed ebbero un figlio, Emmanuel Franck Biya. In seguito alla morte della moglie, avvenuta nel 1992, si è risposato nel 1994 con Chantal Vigouroux (di 36 anni più giovane di lui), con cui ha avuto due figli.
Ascesa al potere e scontro con Ahidjo
modificaEntrò in politica quando il Camerun ottenne l'indipendenza nel 1960, durante la presidenza di Ahmadou Ahidjo. Dopo aver ricoperto diversi incarichi burocratici, venne nominato Segretario generale della presidenza nel gennaio 1968 e Primo ministro nel giugno 1975. Quattro anni dopo, una legge designò il primo ministro come successore costituzionale del presidente. Ahidjo annunciò le sue inaspettate dimissioni il 4 novembre 1982 e Biya gli succedette come presidente il 6 novembre. Dopo le dimissioni, Ahidjo entrò in conflitto con Biya e tentò di guidare il paese da dietro le quinte, fino a che le pressioni di Biya e dei suoi alleati lo costrinsero a riparare in Francia.
Nel 1984 sopravvisse ad un tentativo di colpo di Stato orchestrato dai musulmani del nord del paese e fomentato da Ahidjo, il quale venne processato e condannato in contumacia alla pena capitale, poi commutata nel carcere a vita. Ahidjo non sconterà la pena e morirà in esilio nel 1989. Nonostante avesse iniziato la sua amministrazione nel segno di un governo più democratico, dopo il golpe Biya si orientò verso una leadership autoritaria, sullo stile del suo predecessore.
Elezioni presidenziali e critiche
modificaRiconfermatosi presidente in seguito alle elezioni presidenziali del 1992, le prime multipartitiche, con il 40% dei consensi, si ricandidò alle presidenziali del 1997, boicottate dai principali partiti di opposizione, ottenendo il 92,6% dei voti. Fu riconfermato per altri sette anni in occasione delle presidenziali del 2004, ottenendo ufficialmente il 70,92% dei voti, ma l'opposizione denunciò estesi brogli. Nel 2008 varò una riforma costituzionale per partecipare alle successive elezioni che scatenò violente proteste popolari contro il regime, prontamente sedate dall'esercito. Le presidenziali del 2011 lo confermarono alla guida del paese con il 77,9% dei voti, ma sette candidati contestarono la regolarità dell'elezione. Amnesty International ha accusato Biya di limitare le libertà e commettere violazioni dei diritti umani.
Biya è stato criticato per essere un "uomo forte" ed è talvolta considerato essere lontano dalla gente. È stato criticato fortemente dagli anglofoni (la popolazione di lingua inglese che vive nell'ex Camerun britannico) per averli messi ai margini ed oppressi. L'opposizione più forte proviene da questa regione del Camerun.
In occasione delle presidenziali del 2018 è stato rieletto con il 71% dei voti, ottenendo il suo settimo mandato.[2] L'opposizione ha denunciato intimidazioni a danno degli elettori e brogli[2], lamentandone anche la frequente presenza all'estero[3].
Onorificenze
modificaOnorificenze camerunesi
modificaOnorificenze straniere
modificaNote
modifica- ^ "Seize ans après… Jeanne Irène Biya dans l'oubli" Archiviato l'8 maggio 2016 in Internet Archive. (francese)
- ^ a b Paul Biya è stato rieletto presidente del Camerun per la settima volta, in Il Post, 22 ottobre 2018. URL consultato il 22 ottobre 2018.
- ^ "Lo scorso anno ha trascorso 60 giorni fuori dal Paese per visite private": L. Simoncelli, Il “presidente assente” del Camerun rieletto per la settima volta, La Stampa, 22 ottobre 2018.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ HL Deb, British honours and orders of Chivalry held by overseas heads of state, in Hansard, vol. 505, 14 marzo 1999. URL consultato il 18 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2021).
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paul Biya
Collegamenti esterni
modifica- (EN, FR) Sito ufficiale, su prc.cm.
- Paul Biya (canale), su YouTube.
- Biya, Paul, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Amy McKenna, Paul Biya, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Predecessore: | Presidente del Camerun | Successore: |
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Ahmadou Ahidjo | 1982- | in carica |
Predecessore: | Primo ministro del Camerun | Successore: |
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Simon Pierre Tchoungui | 1975-1982 | Bello Bouba Maigari |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 79059335 · ISNI (EN) 0000 0000 7830 8356 · LCCN (EN) n84008304 · GND (DE) 118859749 · BNF (FR) cb12094678v (data) |
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