Persecuzione dei bahá'í

<<Hai saputo quanto duramente siano stati afflitti i Profeti di Dio, i Suoi Messaggeri e i Suoi Eletti. Soffermati a meditare sul motivo e sulla ragione che hanno causato tale persecuzione. In nessuna epoca, in nessuna Dispensazione, i Profeti di Dio sono sfuggiti alla blasfemia dei nemici, alla crudeltà degli oppressori, alla denunzia dei dotti del tempo che apparivano camuffati di rettitudine e pietà>>.[1]

Le persecuzioni dei Bahá'í in Iran rappresentano una lunga storia di discriminazione e violenza contro i seguaci della Fede bahá'í, la più grande minoranza religiosa non musulmana del paese. Queste persecuzioni hanno radici profonde, risalenti alla nascita stessa della Fede nel XIX secolo, e si sono intensificate in diverse ondate, particolarmente dopo la Rivoluzione iraniana del 1979.

Origini e contesto storico

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Una veduta della fortezza di Maku, situata in una regione remota dell'Azerbaigian. In questa fortezza, il Báb, fu imprigionato tra il 1847 e il 1848.

La Fede baháʼí nacque in Persia (attuale Iran) nel 1844 e le sue radici affondano nel Bábismo, un movimento religioso sorto a metà del XIX secolo. Il Báb (1819-1850), il cui nome significa "La Porta", fu il Profeta precursore della Fede baháʼí. Egli annunciò l'imminente venuta di un nuovo Messaggero di Dio: Colui che Dio renderà manifesto. Fin dalle origini, il movimento incontrò l'opposizione del clero sciita, che nella nuova religione vedeva una minaccia al proprio potere e all'ortodossia islamica. Pertanto, i baháʼí sono tuttora visti come apostati dall'Islam.[2]

  • Periodo relativo alla fase bábí della Religione (1844-1852): Questo periodo fu caratterizzato da violente persecuzioni contro i seguaci del Báb, detti Bábí. Migliaia di Bábí furono uccisi, incluso lo stesso Báb, giustiziato nel 1850 a Tabriz. Questi eventi segnarono l'inizio di una lunga storia di oppressione.[3]
  • Esilio di Bahá'u'lláh (1852-1892): In seguito a un fallito attentato nel 1852 contro lo Scià di Persia, tutta la Comunità bábí fu massimamente perseguitata. Bahá'u'lláh, dopo l'attentato fu imprigionato e successivamente esiliato dall'Iran a Baghdad, allora facente parte dell'Impero Ottomano, quindi inviato a Costantinopoli (Istanbul), poi Adrianopoli (attuale Edirne) e infine ad Acri, dove trascorse, sempre prigioniero dell'Impero Ottomano, il resto della sua vita terrena.[4]

Persecuzioni nel XX secolo

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La costituzione iraniana redatta durante la Rivoluzione costituzionale iraniana del 1906 pose le basi per una persecuzione istituzionalizzata dei Baháʼí.[5] La costituzione precedente era infatti modellata sulla costituzione belga del 1831, dove delle disposizioni garantivano la libertà di culto, disposizioni ampie e generiche che furono ristrette. La legislazione successiva - in un certo senso - riconobbe gli zoroastriani, gli ebrei e i cristiani come cittadini uguali secondo la legge statale, ma non garantì la libertà di religione e "diede poteri istituzionali senza precedenti all'establishment clericale".[6]

  • A partire dal ventesimo secolo, oltre alla persecuzione che colpì singoli baháʼí, furono avviate campagne gestite a livello centrale che avevano come bersaglio l'intera comunità e le Istituzioni pubbliche baháʼí. Alcune di queste persecuzioni furono registrate da dei Missionari che si trovavano nelle aree colpite al momento dei massacri. In un caso a Yazd nel 1903 furono uccisi più di 100 Baháʼí. Successivamente, le scuole baháʼí, come le scuole maschili e femminili Tarbiyat a Teheran, furono chiuse negli anni '30 e '40, i matrimoni baháʼí non furono più ammessi e la letteratura baháʼí fu censurata.
  • Periodo Pahlavi (1925-1979): Durante il regno della dinastia Pahlavi, le persecuzioni furono meno organizzate rispetto ai periodi precedenti e successivi. Tuttavia, la comunità Bahá'í subì comunque discriminazioni e restrizioni, soprattutto in ambito lavorativo e nell'accesso all'istruzione.[7]

Persecuzioni dopo la Rivoluzione iraniana (1979 ad oggi)

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La Rivoluzione iraniana del 1979 segnò una drammatica escalation delle persecuzioni contro i Bahá'í. Il nuovo regime teocratico, guidato dall'Ayatollah Khomeini, ne intensificò la repressione, accusando i bahá'í di essere spie straniere e nemici dell'Islam.[8]

  • Esecuzioni e arresti: Centinaia di bahá'í furono giustiziati o imprigionati nei primi anni dopo la rivoluzione. Le proprietà della loro Comunità furono confiscate e dei loro luoghi sacri distrutti.
  • Discriminazione sistematica: I bahá'í furono esclusi dal settore pubblico, dall'istruzione universitaria e da molte professioni. Furono privati dei loro diritti civili e religiosi fondamentali.
  • Campagne di diffamazione: Il governo iraniano ha promosso campagne di diffamazione contro la Fede bahá'í anche attraverso i mass media statali, alimentando pregiudizi e odio religioso.[9]
  •  
    Cimitero bahá'í in Yazd 2007
    Distruzione di cimiteri e luoghi sacri: Numerosi cimiteri bahá'í sono stati profanati e distrutti, così come altri luoghi sacri.[10]
  • Persecuzioni recenti: Anche in anni recenti, le persecuzioni continuano con arresti, processi ingiusti, confisca di proprietà e discriminazioni d'ogni genere. Nel maggio 2024, un'ondata di attacchi ha visto decine di donne bahá'í convocate in tribunale.[11]

Reazioni internazionali

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Le persecuzioni dei bahá'í in Iran hanno suscitato decise condanne da parte di governi, organizzazioni internazionali per i diritti umani e di personalità da tutto il mondo. L'ONU, l'Unione Europea, gli Stati Uniti e molte singole nazioni hanno chiesto ripetutamente al governo iraniano di rispettare i diritti umani dei Bahá'í e di porre fine alla discriminazione nei loro confronti.[12][13][14] Il 31 luglio 2024 diciotto esperti dell'ONU si sono uniti per pubblicare una lettera congiunta di richiamo all'Iran per il suo operato.[15] A rincarare l'indignazione globale, un nuovo comunicato stampa delle Nazioni Unite condanna l'attacco sistematico alle donne bahá'í, chiedendo un'azione immediata per rispondere a queste violazioni dei diritti umani.[16]

  1. ^ (Spigolature dagli Scritti di Bahá'u'lláh § 3 p. 54)
  2. ^ Osborn Lil, "Parte 5: In mezzo e ai margini dell'Islam - La fede Bahāʾī, LeidaeBosto nBrill Publishers, 2021, pp. 761–773, DOI:10.1163/9789004435544_040, ISBN 978-90-04-43554-4.
  3. ^ Alessandro Bausani, Persia Religiosa, Milano, Il Saggiatore, 1959, pp. 461-462.
  4. ^ Alessandro Bausani, Persia Religiosa, Milano, Il Saggiatore, 1959, pp. 474 - 475.
  5. ^ Iran Human Rights Documentation Center - A Faith Denied: The Persecution of the Baha’is of Iran, su iranhrdc.org.
  6. ^ Afary Janet, "Libertà civili e la creazione della Costituzione iraniana, retrospettive sulla rivoluzione costituzionale iraniana, 1905-1909". Studi comparati dell'Asia meridionale, dell'Africa e del Medio Oriente., Duke University Press, 2005, DOI:10.1215/1089201x-25-2-341.
  7. ^ Mottahedeh Roy Parviz, Il mantello del profeta: religione e politica in Iran, One World, Oxford, 2000 [1985], p. 231, ISBN 014055226X.
  8. ^ Affolter Friedrich W, "Lo spettro del genocidio ideologico: i Baháʼí dell'Iran"Crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità. (PDF), 2005, pp. 75–114..
  9. ^ Antonella Tarquini, Teheran contro i bahá'í, un genocidio culturale, in Corriere della Sera, 24 maggio 2012.
  10. ^ https://www.hrw.org/news/2024/04/01/iran-persecution-bahais, su hrw.org.
  11. ^ La persecuzione dei baha'i in Iran 31.10.2024 Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002373/2024/rev.1 al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Articolo 144 del regolamento Silvia Sardone (PfE), su europarl.europa.eu.
  12. ^ Persecuzioni dei bahá'í in Iran - Audizione 27 novembre 2024 - Commissione Affare esteri e comunitari della Camera dei Deputati (PDF).
  13. ^ Interrogazione parlamentare Persecuzioni dei bahá'í in Iran.
  14. ^ "Discrimination against religious minorities in Iran" rapporto sulle discriminazioni legali e pratiche subite dalle minoranze religiose in Iran, con una sezione specifica sui Bahá'í - di Amnesty International.(2016) (PDF), su fidh.org.
  15. ^ Mandates of the Special Rapporteur in the field of cultural rights; the Working Group on Enforced or Involuntary Disappearances; the Special Rapporteur on the right to education; the Special Rapporteur on the promotion and protection of the right to freedom of opinion and expression; the Special Rapporteur on the rights to freedom of peaceful assembly and of association; the Special Rapporteur on the situation of human rights in the Islamic Republic of Iran; the Special Rapporteur on minority issues; the Special Rapporteur on freedom of religion or belief; the Special Rapporteur on violence against women and girls, its causes and consequences and the Working Group on discrimination against women and girls, Lettera congiunta di richiamo all'Iran.
  16. ^ Iran: Experts alarmed at systematic targeting of Baha’i women, su ohchr.org.

Bibliografia

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  • Spigolature dagli Scritti di Bahá'u'lláh; Casa Ed. Bahá'í, sede legale 00197 Roma, Via Stoppani 10 - ISBN 88-7214-089-7
  • Osborn Lil, "Parte 5: In mezzo e ai margini dell'Islam - La fede Bahāʾī, LeidaeBosto nBrill Publishers, 2021, pp. 761–773, DOI:10.1163/9789004435544_040, ISBN 978-90-04-43554-4.
  • Mottahedeh Roy Parviz, Il mantello del profeta: religione e politica in Iran, One World, Oxford, 2000 [1985], p. 231, ISBN 014055226X.
  • Alessandro Bausani, Persia Religiosa, Il Saggiatore, Milano, 1959, pp.461
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