Phakt

stella della costellazione della Colomba
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Alfa Columbae (α Columbae, α Col), conosciuta anche con il suo nome tradizionale di Phakt o Phact, è la stella più luminosa della costellazione della Colomba (magnitudine 2,7). Dista 261 anni luce dal sistema solare[4]. Il nome Phakt proviene dall'arabo Al-Fakhitah e significa "la colomba", che si riferisce al nome della costellazione.

Phakt
Phakt
ClassificazioneSubgigante blu
Classe spettraleB7IVe[1]
Distanza dal Sole26,6 anni luce
CostellazioneColomba
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta05h 39m 38,9s
Declinazione-34° 04′ 26,79″
Dati fisici
Raggio medio7[2] R
Massa
4,5 M
Velocità di rotazione216 km/s [3]
Temperatura
superficiale
Luminosità
Dati osservativi
Magnitudine app.
  • +2,60 (media)
Magnitudine app.2,65
Magnitudine ass.−1,87 [4]
Moto proprioAR: −0,10 mas/anno
Dec: −24,05 mas/anno
Velocità radiale+35 km/s
Nomenclature alternative
HR Car, HD 37795, HR 1956 HIP 26634, SAO 196059.

Osservazione

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Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione moderatamente australe fa sì che questa stella sia osservabile specialmente dall'emisfero sud, in cui si mostra alta nel cielo nella fascia temperata; dall'emisfero boreale la sua osservazione risulta invece più penalizzata, specialmente al di fuori della sua fascia tropicale, e risulta invisibile più a nord della latitudine 56° N. La sua magnitudine pari a 2,60 le consente di essere scorta con facilità anche dalle aree urbane di moderate dimensioni.

Caratteristiche fisiche

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Di colore azzurro e tipo spettrale B7IV, Alfa Columbae è una subgigante blu 4,4 volte più massiccia del Sole, e il suo raggio è 7 volte superiore[3], mentre la sua luminosità è un migliaio di volte superiore a quella solare.

Alfa Colombae è classificata tra le stelle Be, stelle di classe B in rapida rotazione su se stesse caratterizzate da forti linee d'emissioni dell'idrogeno[2]. È inoltre sospettata di essere una variabile Gamma Cassiopeiae.

  1. ^ alf Col -- Be Star, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD.
  2. ^ a b (EN) Jim Kaler, Phact, su stars.astro.illinois.edu, Università dell'Illinois. URL consultato il 18 febbraio 2012.
  3. ^ a b c J. Zorec, F. Royer, Rotational velocities of A-type stars. IV. Evolution of rotational velocities, in Astronomy and Astrophysics, vol. 537, A120, gennaio 2012, p. 22, DOI:10.1051/0004-6361/201117691.
  4. ^ a b c Erik Anderson, Charles Francis, XHIP: An Extended Hipparcos Compilation, in Astronomy Letters, 23 marzo 2012, arXiv:1108.4971.

Voci correlate

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