Piazza Tahrir
Piazza Tahrir (in arabo ميدان التحرير?, Maydān al-Taḥrīr, "piazza della Liberazione") è la piazza principale del Cairo, capitale dell'Egitto.
Piazza Tahrir | |
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Piazza Tahrir | |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Città | Il Cairo |
Informazioni generali | |
Tipo | piazza |
Mappa | |
Storia
modificaOriginariamente la piazza fu chiamata Maydān Ismāʿīliyya (Piazza Ismailia), dal nome del Chedivè Isma'il Pascià, figlio di Mehmet Ali.
Dopo la Rivoluzione egiziana del 1919 diventò nota come Piazza Tahrir, ma non fu ufficialmente rinominata in tal modo fino alla Rivoluzione egiziana del 1952, che cambiò la struttura istituzionale dell'Egitto, abolendo la monarchia costituzionale in favore di una repubblica presidenziale.[1]
Descrizione
modificaDal nord della piazza inizia via Qasr al-ʿAyn, dal lato ovest via Talʿat Harb, e via Qasr el-Nil attraverso la parte sud per arrivare al Ponte Qasr al-Nil che attraversa il vicino fiume Nilo.
Al centro della piazza si colloca una larga e affollata rotonda nella quale si apre l'ingresso alla fermata Sadat della metropolitana. Sul lato nord-est si trova una statua d'età ottomana, e oltre c'è la moschea di ʿOmar Makram.[2] L'area attorno a piazza Tahrir comprende il Museo egizio, la sede del Partito Nazionale Democratico, l'enorme palazzo della Mogammaʿ (un edificio governativo incaricato del disbrigo delle più diverse pratiche burocratiche), l'edificio sede della Lega Araba, l'hotel Hilton Nile, e il campus dell'American University in Cairo (ora trasferito altrove).
La piazza è stata rinnovata dal governo con la posa di un obelisco fatto erigere da Ramses II a Tanis e di quattro sfingi portate dal tempio di Karnak a Luxor, nonché decorata con suggestivi fasci di luce verso il 2020[3], seguendo i preparativi per la Parata d'oro dei faraoni dell'anno successivo.
Usi pubblici e manifestazioni
modificaPiazza Tahrir è stato il centro tradizionale per numerose proteste e manifestazioni per molti anni.
Proteste del 2011
modificaPiazza Tahrir è stato il luogo principale delle proteste del 2011 contro il presidente Hosni Mubarak. Il 25 gennaio 2011 oltre 50.000 manifestanti hanno occupato la piazza il primo giorno. Nei giorni seguenti la piazza continua ad essere il centro di destinazione per i manifestanti del Cairo. Il 29 gennaio gli aerei egiziani hanno volato sopra le persone riunite nella piazza. Il 30 gennaio, sesto giorno dall'inizio delle proteste, la BBC annuncia che il numero di manifestanti è salito almeno a 100.000[4] e il 31 gennaio Al Jazeera riferisce che il numero è salito a 250.000.[5] Il 1º febbraio invece Al Jazeera riferisce che il numero di manifestanti ha raggiunto 1 milione e si sono radunati pacificamente nella piazza e nelle vie circostanti.[6]
La notte del 2 febbraio esplode la violenza tra i sostenitori di Mubarak e gli oppositori del regime, e i marciapiedi ne escono danneggiati per l'uso di proiettili, sono soccorsi da medici volontari, fra i quali Bassem Youssef. Entro una settimana l'immagine e il nome della piazza acquistano fama mondiale, dovuta proprio alla copertura internazionale dei media. Una pagina di Facebook con il nome "Tahrir square" è stata creata per fornire informazioni sulla rivoluzione per compensare la mancanza di informazioni degli eventi. L'11 febbraio i manifestanti di piazza Tahrir hanno celebrato le dimissioni di Hosni Mubarak.[7]
Note
modifica- ^ Vatikiotis, Panayiotis J., The Middle East: From the End of Empire to the End of the Cold War, Routledge, 1997, p. 194.
- ^ Midan Al-Tahrir, Liberation Square, su touregypt.net, Tour Egypt.
- ^ (EN) Photos: Tahrir Square lights up in final stage of development project, su Egypt Independent, 6 giugno 2020. URL consultato il 7 aprile 2021.
- ^ BBC News: "Egypt protesters step up pressure on Hosni Mubarak" 31 January 2011. Accessed 2011.01.31.
- ^ Al Jazeera News: Live blog 31/1 — Egypt protests Archiviato il 29 agosto 2011 in Internet Archive., 31 January 2011. Accessed 2011.01.31.
- ^ Al Jazeera News: Protesters flood Egypt streets, 1 February 2011. Accessed 2011.02.01.
- ^ Kirkpatrick, David D. and Anthony Shadid from Cairo. Other reporting was contributed by Kareem Fahim, Liam Stack, Mona El-Naggar and Thanassis Cambanis from Cairo, and Alan Cowell from Paris, “Mubarak Steps Down, Ceding Power to Military” ,The New York Times, February 11, 2011.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su piazza Tahrir
Collegamenti esterni
modifica- Vista dal satellite di Piazza Tahrir - SightseeBySpace.com, su sightseebyspace.com. URL consultato il 12 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2012).
- Sito di Piazza Tahrir TahrirSquare.net, su tahrirsquare.net. URL consultato il 27 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2014).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 315590453 · LCCN (EN) sh2012003731 · J9U (EN, HE) 987007595442005171 |
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