Piedad Córdoba
Piedad Esneda Córdoba Ruiz (Medellín, 25 gennaio 1955 – Medellín, 20 gennaio 2024) è stata una politica e avvocata colombiana.
Piedad Córdoba | |
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Piedad Córdoba nel 2017 | |
Senatrice della Colombia | |
Durata mandato | 20 luglio 2022 – 20 gennaio 2024 |
Durata mandato | 20 luglio 2006 – 27 settembre 2010 |
Durata mandato | 20 luglio 1994 – 8 luglio 2005 |
Membro della Camera dei rappresentanti della Colombia | |
Durata mandato | 12 dicembre 1991 – 20 luglio 1994 |
Collegio | Collegio di Antioquia |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Liberale Colombiano Unione patriottica |
Università | Universidad Pontificia Bolivariana e Pontificia Universidad Javeriana |
Professione | avvocata |
Biografia
modificaNata a Medellín il 25 gennaio 1955 da genitori insegnanti, la sua famiglia paterna è stata a lungo impegnata nel Partito Liberale Colombiano nel dipartimento di Chocó, dove difendeva i diritti degli afro-colombiani.
Piedad Córdoba studiò presso l'Universidad Pontificia Bolivariana, dove conseguì un diploma di avvocato, frequentando poi la Pontificia Universidad Javeriana[1].
Carriera politica
modificaEntrò in politica nel 1984 come rappresentante comunale dei quartieri di Medellín assieme a William Jaramillo, politico che due anni dopo sarebbe divenuto sindaco della città. Successivamente venne nominata sua segretaria privata[2].
Nel 1988 ottenne la sua prima candidatura alle elezioni, venendo eletta consigliera comunale di Medellín per un periodo di due anni[3]. Nel 1990 si candidò invece alle elezioni come membro della Camera dei rappresentanti, dove venne però sconfitta. Alcuni mesi dopo entrò a far parte dell'Assemblea dipartimentale di Antioquia[4].
Nel 1991, a seguito dell'adozione della nuova Costituzione e la revoca del Congresso, Piedad Córdoba si candidò nuovamente alla Camera dei rappresentanti per il periodo 1992-1994. Raggiunse il requisito minimo di voti ed entrò alla Camera per il collegio di Antioquia[5].
Nel 1994, non più rappresentante, venne eletta in Senato per la legislatura con durata quattro anni[6]. In quest'occasione ricevette molti voti sia dal dipartimento di Antioquia, il suo di origine, ma anche da quello di Chocó, quello originario del padre.
In Senato si fece conoscere a livello nazionale per la sua lotta contro la corruzione, per i diritti delle donne, per i diritti degli afro-latinoamericani, per le minoranze etniche ma soprattutto per la pace in Colombia. Qui venne eletta anche nel 1998[7].
Durante il conflitto armato in Colombia divenne conosciuta per le sue negoziazioni tra lo Stato e l'organizzazione guerrigliera delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), che portarono alla liberazione di diverse persone rapite[8]. Nel 1999 lei stessa venne sequestrata dal gruppo paramilitare Autodifese Unite della Colombia (AUC), venendo liberata dopo alcune settimane[9].
Decise quindi di andare in esilio in Canada con la famiglia, ritornando però in Colombia dopo alcuni mesi per continuare la sua vita politica, pensando che le condizioni di sicurezza nel Paese fossero migliorate. Dopo poco rimase vittima di due attentati, in entrambi i quali rimase illesa[10][11].
Nel 2002 venne rieletta alle elezioni come senatrice, questa volta con una forte maggioranza di voti nella capitale Bogotà.
Nel 2007, nell'ambito dell'Operazione Emmanuel, il presidente colombiano Álvaro Uribe la nominò come mediatrice nello scambio umanitario con lo scopo di liberare circa cinquanta ostaggi detenuti dalle FARC, tra cui Clara Rojas e Íngrid Betancourt, cosa che le diede ancor più notorietà a livello nazionale[12]. In questa fase mediò anche il Venezuela di Hugo Chávez[13].
Nel 2009 fu proposta al Premio Nobel per la pace dall'ex insignito Adolfo Pérez Esquivel[14].
Nel settembre 2010 l'Ispettore Generale della Colombia la radiò dalla politica per diciotto anni a causa di alcune presunte collaborazioni con le FARC[15][16]. La Córdoba respinse le accuse, annunciando che avrebbe dimostrato la sua innocenza. Nel 2016 la Corte Suprema colombiana annullò la decisione dell'Ispettore Generale, stabilendo che non c'erano prove a sufficienza[17].
Nel 2012 lasciò il Partito Liberale e contribuì alla creazione di un nuovo movimento politico di sinistra, la Marcia patriottica (Marcha patriótica).
Nel 2017 annunciò pubblicamente la sua intenzione di candidarsi come presidente del Paese in occasione delle elezioni presidenziali dell'anno seguente. Dichiarò che: "sarò presidente della Colombia nel 2018"[18]. Nell'aprile del 2018 si ritirò dalla corsa alla presidenza[19].
Nel 2022 sostenne il candidato Gustavo Petro e fu nuovamente eletta senatrice[20].
Morte
modificaPiedad Córdoba morì a Medellín il 20 gennaio 2024, cinque giorni prima di compiere 69 anni, a causa di un infarto fulminante[21][22].
Note
modifica- ^ (ES) Qué estudios tenía Piedad Córdoba: esta era la experiencia de la senadora, su W Radio, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Quién era Piedad Córdoba Ruiz, su La Silla Vacía, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba: una de las mujeres más influyentes en la política colombiana del siglo XXI, su Radio Nacional de Colombia, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Fallece la senadora colombiana Piedad Córdoba a los 68 años, su telesurtv.net, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba: la trayectoria y las polémicas que enfrentó la fallecida senadora, su El Espectador, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) La trayectoria de la fallecida senadora Piedad Córdoba, su W Radio, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Las dos caras de Piedad Córdoba: su legado político y las polémicas que marcaron su carrera, su infobae, 22 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba, una vida entre controversias por su amistad con la guerrilla y Alex Saab, su La Patilla, 21 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba: la vida de luces y sombras de la senadora que falleció el 20 de enero, su El Tiempo, 21 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba denunció atentado contra su escolta, su El Espectador, 12 aprile 2020. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Policía de Medellín confirma que el presunto atentado contra Piedad Córdoba se trató de un atraco a uno de sus escoltas, su infobae, 5 settembre 2022. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba, una vida entre controversias, luchas políticas y el activismo por la paz, su SWI swissinfo.ch, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Murió la senadora colombiana Piedad Córdoba, aliada de Hugo Chávez y cercana a Cristina Kirchner, su Clarín, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Proponen a Piedad Córdoba como Premio Nobel de la Paz, su El Espectador, 19 marzo 2018. URL consultato il 26 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).
- ^ (ES) Piedad Córdoba, primera destituida por 'farcpolítica', su El Espectador, 30 settembre 2010. URL consultato il 26 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2010).
- ^ (ES) Piedad Córdoba vuelve al ruedo; Consejo de Estado le quita la inhabilidad, su Semana, 11 ottobre 2016. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Consejo de Estado tumba inhabilidad política impuesta a Piedad Córdoba, su Noticias Caracol, 11 ottobre 2016. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) ‘Seré presidenta de Colombia en el 2018’: Piedad Córdoba, su El Tiempo, 12 giugno 2017. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Piedad Córdoba se retira de la carrera por la Presidencia, su El Tiempo, 9 aprile 2018. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Muere a los 68 años Piedad Córdoba, la polémica senadora colombiana conocida por su papel en la liberación de secuestrados de las FARC, su BBC News Mundo, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Muere Piedad Córdoba, polémica senadora de Colombia, su CNN, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ (ES) Murió la senadora del Pacto Histórico Piedad Córdoba, en Medellín, su Noticias srcn, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 gennaio 2024.
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