Pier Luigi Bembo

politico italiano

Pier Luigi Bembo Salamon (Venezia, 16 dicembre 1823Venezia, 24 gennaio 1882) è stato un politico italiano, podestà di Venezia dal 1860 al 1866.

Pier Luigi Bembo Salamon

Podestà di Venezia
Durata mandato1860 - 1866
PredecessoreAlessandro Marcello
SuccessoreGiobatta Giustinian

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato27 novembre 1874 –
24 gennaio 1882
Legislaturadalla XII (nomina 15 novembre 1874) alla XIV
Tipo nominaCategoria: 21
Incarichi parlamentari
  • Membro della Commissione di finanze (10 marzo 1876–1º febbraio 1880)
  • Membro della Giunta d'inchiesta per la Marina mercantile (13 maggio 1881)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato22 marzo 1867 –
15 marzo 1873[1]

Durata mandato20 aprile 1873 –
26 novembre 1873[1]
LegislaturaX, XI
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioVenezia III
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Padova
Stemma dei Bembo

Biografia

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Pier Luigi Bembo Salamon (a volte nella variante Bembo Salomon) nacque a Venezia il 16 dicembre 1823 dai genitori Alvise Bembo e Lucrezia Grimani. Il padre morì quando Pier Luigi ancora era in fasce[2] e apparteneva ai Bembo (del ramo Bembo-Salamon)[3], una famiglia agiata del patriziato veneziano. Uno degli antenati più illustri della casata era Pietro Bembo, letterato del Cinquecento. Per diritto di nascita, a Pier Luigi spettava il titolo nobiliare di patrizio veneto e, a partire dal 1840, gli fu concesso anche il titolo di conte dell'Impero austriaco.

Inizialmente studiò al Seminario maggiore di Verona. Si laureò nel 1844 in giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova.[2]

Nel 1848 si sposò con la contessa Alfonsina Morando.[4] Combatté nei moti del 1848.

Negli anni successivi amministrò il comune di Mirano.[2] Dal 1850 al 1857 diventò assessore comunale a Venezia, in sostituzione del conte Dataico Medin.[5]

Fece parte della Commissione Direttrice dell'Asilo d'Infanzia e della Commissione Generale di Pubblica Beneficenza.[2]

Il 15 settembre 1859 fu proposto Podestà di Venezia ma non accettò.[2] Fu nominato Podestà di Venezia durante il governo degli austriaci, dal 7 maggio 1860[5] al 6 marzo 1866, giorno in cui diede le dimissioni. [6]

All'inizio del suo mandato ottenne, tramite una mediazione con il governo asburgico, la scarcerazione di diversi prigionieri politici.

Nel 1862 invece convinse l'imperatore Francesco Giuseppe a destinare un fondo per la costruzione di un monumento al restauro del Fondaco dei Turchi che doveva diventare museo civico.

Nel 1863 si recò a Vienna insieme a Centrale Ferrari, deputato veronese, a trattare con l'imperatore per la concessione di uno statuto per il Regno Lombardo-Veneto. Per queste misure, fu molto criticato. Sulle colonne di Rialto e San Marco scrissero con olio nero "Morte a Bembo, abbasso lo statuto".

Nel 1866 diede le dimissioni a seguito di un violento litigio con il luogotenente imperiale e rappresentante del governo austriaco Georg von Toggenburg. Quello stesso anno si tenne la terza guerra d'indipendenza italiana e Venezia passò al Regno d'Italia.[7] Dal 22 marzo 1867 al 2 novembre 1870 fu deputato alla Camera del regno d'Italia durante la X legislatura. Nel 1868 tenta di fondare una deputazione veneta di storia patria, però il ministro dell'istruzione non gli concede i fondi. Dal 5 dicembre 1870 al 20 settembre 1874 fu nuovamente nominato deputato alla Camera per la XI legislatura.

Venne nominato senatore del Regno il 15 novembre 1874.

Morì il 24 gennaio 1882 a Venezia.

  1. ^ a b Dimissioni.
  2. ^ a b c d e Necrologio di Pier Luigi Bembo, su jstor.org. URL consultato il 18 ago 2020.
  3. ^ Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. II, 1929, s.v. "Bembo-Salamon".
  4. ^ Gaetano Ceffis (Il Tobia), Versi intitolati al nobilissimo e dolcissimo degli amici, Pierluigi Bembo Salamon, conte dell'Impero austriaco, all'occasione delle sue faustissime nozze con la nobile signora Alfonsina de' Morandi, Verona, 1848.
  5. ^ a b MEMORIE di Filippo Nani Mocanigo - Ugo Botti - Carlo Conti - Antonino Di Pramparo - Manlio Torquato Dazzi (PDF), Chioggia, Stabilimento tipografico Giulio Vianelli, 1916 e Giuseppe Solitro., p. 110.
  6. ^ risorgimento.it, http://www.risorgimento.it/rassegna/index.php?id=2051&ricerca_inizio=0&ricerca_query=&ricerca_ordine=DESC&ricerca_libera=.
  7. ^ L'ottocento e il novecento 1 - Venezia città italiana: Istituzioni, associazioni e classi dirigenti dall'Unità alla Grande guerra, su treccani.it. URL consultato il 18 ago 2020.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN20060256 · ISNI (EN0000 0003 8511 8018 · LCCN (ENno2010205273 · GND (DE1055307710