Pierangelo Baratono

scrittore italiano

Pierangelo Baratono (Roma, 8 settembre 1880Trento, 2 ottobre 1927) è stato un giornalista, scrittore e poeta italiano.

Biografia

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Nasce a Roma da Alessandro Baratono, nato a Ivrea, e da Ermelinda Rossi, nata a Firenze, ma il suo nome è legato soprattutto a Genova, città d'adozione. È il fratello minore di Adelchi Baratono.

Collabora con "La Riviera Ligure" di Oneglia, rivista diretta da Mario Novaro, poi è redattore, con Ceccardo Roccatagliata Ceccardi e Alessandro Giribaldi, della rivista di lettere, arte e scienza "La vita nova" e scrive articoli di critica letteraria per "Il Lavoro". Nel 1906, nonostante la vita da nottambulo che conduce, entra a lavorare alle poste. Sarà per questo ricordato come maudit sedentario[1].

Nel 1910 viene trasferito a Grosseto e nel 1912 a Roma (dove collabora con l'editore Formìggini e dirige una collana di "Classici d'amore" per i tipi di Bertelli e Veraudo di Perugia), quindi a Padova.

Allo scoppio della prima guerra mondiale vorrebbe partire, ma viene riformato. Nel 1918, tornato a Genova, collabora al mensile "La gazzetta di Genova", dove conosce Camillo Sbarbaro (altro nottambulo), e a "La Liguria illustrata". I suoi sono racconti grotteschi e caricaturali, scene di teatro, pagine di ironia e versi alessandrini.

Con Eugenio Montale, tra gli altri, frequenta il Caffè Roma della Galleria Mazzini. Nel 1923 cura una traduzione da Auguste de Villiers de L'Isle-Adam e l'anno successivo pubblica un saggio su Edgar Allan Poe. Si dedica poi a una raccolta di poesie dell'amico Ceccardi, la cui scomparsa l'ha turbato a lungo (Sillabe ed Ombre, 1925).
Con Gian Silvio Agostoni (ceramista e pittore) è il principale animatore e vertice dell’Accademia del Caffè Roma.[2]

Trasferito ancora nel 1927 a Trento, vi muore per un attacco cardiaco, in attesa di un prossimo trasferimento a Firenze, a 47 anni. È sepolto a Ivrea, nella tomba di famiglia.

A lui dedicherà qualche pagina lo Sbarbaro: Addio a Pierangelo[3], nella raccolta di prose Trucioli.

  • Sparvieri (1900, poesie, con Adelchi Baratono)
  • Ombre di lanterna (1907, novelle)
  • Bob e il suo mondo (1914, romanzo per ragazzi)
  • Commenti al libro delle fate (1920)
  • La giostra dei fantocci. Novelle eroi-comiche (1922)
  • Corella e Tanino il furbo (1923, novelle)
  • Edgar Poe (1924, profilo)
  • Antico canto d'amore (1924)
  • Schidionata per messer Satana (1924)
  • Genova a lume di naso (1925)
  • Il beato Macario (romanzo mattacchione) (1929, postumo, con prefazione di Camillo Sbarbaro); a cura di Silvia Tomasi, 2001 ISBN 8879802569
  • Genova misteriosa (1982, articoli su "Il Lavoro" 1903-04, a cura di Pino Boero) ISBN 8870580660; 2011 ISBN 9788895952239
  1. ^ E. Montale, cit. in bibliografia, p. 3024.
  2. ^ Agostoni Gian Silvio – Cirillo, Genova 1889 – 1923, su futurismo.org. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato il 27 novembre 2019).
  3. ^ L'opera in versi e in prosa, a cura di Gina Lagorio e Vanni Scheiwiller, Garzanti, Milano, 1999, pp. 279-284.

Bibliografia

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  • Giovanni Boine, Bob e il suo metodo, in "La Riviera Ligure", 29, maggio 1914
  • Arturo Salucci, Pierangelo Baratono nel trigesimo, in "Il Lavoro", 7 ottobre 1927
  • Camillo Sbarbaro, Addio a Pierangelo (1928)
  • Dal Simbolismo al Déco, antologia poetica a cura di Glauco Viazzi, Einaudi, Torino, 1981
  • Angelo Fortunato Formìggini. Un editore del Novecento, a cura di Luigi Balsamo e Renzo Cremante, Bologna, 1981
  • Eugenio Montale, Il secondo mestiere, a cura di Giorgio Zampa, vol. II, Mondadori, Milano, 1998, pp. 3023-26

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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