Pigmento inorganico
Un pigmento inorganico è una sostanza colorata nella cui composizione chimica non compare il carbonio se non in forma elementare (nerofumo) o di carbonato. Si tratta per lo più di ossidi, sali o silicati.
Proprietà
modificaLa funzione principale di un pigmento è modificare l'aspetto ottico del supporto su cui è applicato o della massa in cui è disperso, perciò la classificazione avviene generalmente in base al colore, ma la valutazione avviene anche in base a molte altre proprietà come l'inerzia chimica, la dimensione delle particelle o degli aggregati, il potere coprente o la resistenza allo sfarinamento.
Produzione
modificaL'origine dei pigmenti inorganici può essere tanto naturale quanto sintetica e i metodi di produzione e purificazione variano molto in funzione del prodotto. È possibile impiegare naturalmente più di un metodo e il procedimento più diffuso è la precipitazione-calcinazione.
I più diffusi metodi di produzione sono:
Macinazione e sedimentazione
modificaÈ il metodo più diffuso per la lavorazione delle terre e di altri pigmenti di origine naturale. La macinazione può essere effettuata a secco oppure a umido in mulini a palle o simili.
Precipitazione
modificaLa precipitazione è il più diffuso metodo per la produzione dei pigmenti sintetici, a cui seguono sempre operazioni di lavaggio, essiccazione a bassa temperatura anche sotto vuoto. Ad esempio si producono in questo modo il giallo cromo e il blu di Prussia.
Calcinazione
modificaAlcuni pigmenti si formano per calcinazione ad alta temperatura 800-1.000 °C per perdita di acqua di cristallizzazione e/o cambiamento della forma cristallografica. È il metodo utilizzato per produrre, tra altri, il biossido di titanio e il blu oltremare.
Sublimazione
modificaLe polveri metalliche come lo zinco si ottengono per sublimazione. Altri pigmenti come il bianco zinco o l'ossido di antimonio si preparano associando alla sublimazione un processo ossidativo, in pratica il vapore del metallo è trascinato in una corrente fluida, normalmente aria, contenente ossigeno.
Attacco chimico
modificaAltri pigmenti, come ad esempio la biacca, si ottengono invece per attacco chimico, aggredendo direttamente lamiere di metallo (nell'esempio di piombo) con vapori acidi e successiva asportazione.
Classificazione
modificaI pigmenti vengono classificati normalmente per colore:
- Pigmenti bianchi: biacca, solfato di piombo basico, bianco zinco, solfuro di zinco, litopone, ossido di antimonio, biossido di titanio, piombato di calcio.
- Pigmenti inerti o cariche: solfato di bario (barite o bianco fisso), carbonato di calcio, dolomite, gesso, silice, silicati (amianto, bentonite, caolino, mica, talco).
- Pigmenti neri: ossido di ferro nero, neri di carbonio (nerofumo, nero vegetale, nero avorio o nero d'ossa, grafite).
- Pigmenti blu: blu cobalto, blu oltremare, blu di Prussia.
- Pigmenti verdi: fosfato di cromo, ossido di cromo, ossido di cromo idrato, verde cromo, verde Schweinfurt, verde zinco.
- Pigmenti bruni: ossido di ferro bruno, ocra, terra ombra, terra di Siena.
- Pigmenti gialli: ossido di ferro giallo, giallo cadmio, giallo cromo, giallo zinco, titanato di nichel, piombo cianammide, cromato di stronzio.
- Pigmenti arancio: arancio cadmio, arancio cromo, arancio molibdato, silico-cromato di piombo.
- Pigmenti rossi: ferro ossido rosso, minio di alluminio, minio di piombo, rosso cadmio, rosso cromo.
- Pigmenti metallici: alluminio, bronzo, piombo, rame, zinco[1].
Note
modifica- ^ Vittorio Villavecchia, Gino Eigenmann, Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata - Vol 5° Mangimi - Polistirene, Milano, Hoepli, 1974, p. 2408, ISBN 88-203-0532-1.