Pizzo Badile Camuno
Il pizzo Badile Camuno è un massiccio montuoso delle Alpi Retiche meridionali, che raggiunge l'altezza massima di 2 435 m s.l.m.[1].
Pizzo Badile Camuno | |
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Il pizzo Badile Camuno visto da località Giarelli | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Altezza | 2 435 m s.l.m. |
Catena | Alpi |
Coordinate | 46°00′21.65″N 10°24′06.1″E |
Altri nomi e significati | Costivazzo (Ceto) |
Data prima ascensione | 25 maggio 1884 |
Autore/i prima ascensione | Battista Beatrici e Francesco Ballardini |
Mappa di localizzazione | |
Dati SOIUSA | |
Grande Parte | Alpi Orientali |
Grande Settore | Alpi Sud-orientali |
Sezione | Alpi Retiche meridionali |
Sottosezione | Alpi dell'Adamello e della Presanella |
Supergruppo | Gruppo dell'Adamello |
Gruppo | Catena Re di Castello-Blumone |
Sottogruppo | Gruppo del Frisozzo |
Codice | II/C-28.III-A.2.b |
Descrizione
modificaIl pizzo Badile (Badìl nei dialetti camuni) si erge nella media Val Camonica, deve il suo nome alla curiosa forma a pala della sua cima.
Come la Concarena, che è posta di fronte, sull'altro versante della valle, è formato da una roccia calcarea, che si differenzia in questo caso per essere stata sottoposta a fenomeni di metamorfismo al momento dell'intrusione del plutone dell'Adamello[2].
Questa struttura è attraversata da una fascia di tonalite scura (detta fasa) anch'essa proveniente dal massiccio dell'Adamello.
Sella di Nantì
modificaLa sella di Nanti (1633 m s.l.m.) si trova sul prolungamento in direzione sud-ovest del pizzo Badile, rappresentato da una cresta che separa la vallata formata dal torrente Figna da quella del Palobbia che discende dalla val Paghera.
Storia
modificaSebbene siano probabili già tentativi di scalata in epoca preistorica e antica, dato l'influente numero di reperti archeologici ritrovati in questa zona, la prima esplorazione registrata risale al 1855, quando il professore Regazzoni, per le ricerche relative al suo Profilo geognostico del Pendio Meridionale delle Alpi Lombarde, probabilmente si spinse sino alla Fasa. Le notevoli incisioni rupestri sul monte fanno pensare ad una montagna sacra dei Camuni, la tribù locale nell'antichità.
I primi tentativi per la conquista della vetta riguardano Francesco Ballardini e Paolo Prudenzini, attraverso la val di Cotro, dal lato meridionale, ma finirono senza successo.
Il 25 maggio 1884, una settimana dopo il primo tentativo gli stessi si unirono al cacciatore Battista Beatrici, che li guidò sulla sua via di caccia ai camosci. Prudenzini si fermò alle pendici della Fasa, mentre Bellardini e Beatrici s'inerpicarono fino alla vetta, dove eressero il tradizionale ometto in segno di conquista[3].
Un'annotazione antropologica: il Pizzo Badile, per il suo aspetto, era dalle popolazioni locali considerato un monte "maschile"; al verificarsi degli equinozi, la sua ombra raggiunge la Concarena, monte considerato invece "femminile"[4].
Alpinismo
modificaLa montagna, sebbene accessibile da numerosi itinerari, non è molto frequentata, a causa della cattiva fama relativa alla qualità della roccia. Inoltre gli itinerari di arrampicata sono molto brevi, e preceduti da lunghi e faticosi avvicinamenti.
Note
modifica- ^ Club Alpino Italiano - sezione di Brescia (a cura di), Guida alpina della provincia di Brescia, 2ª ed., Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1985 [1889], p. 4.
- ^ Ispra: Carta Geologica d'Italia 1:50.000. Foglio 058 - Monte Adamello, su isprambiente.gov.it. URL consultato il 05-06-2018 (archiviato il 7 settembre 2019).
- ^ Pizzo Badile (2435 m) [collegamento interrotto], su cimbergo.gov.it. URL consultato il 05-06-2018.
- ^ Linea Verde, stagione 2017/18 Dalla Val Camonica alla Franciacorta, su raiplay.it. URL consultato il 05-06-2018 (archiviato il 16 marzo 2018).
Altri progetti
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