Solanum lycopersicum

specie di pianta della famiglia Solanaceae
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Il pomodoro (Solanum lycopersicum L., 1753) è una pianta annuale della famiglia delle Solanacee[1]. I suoi frutti, dal caratteristico colore rosso, sono largamente utilizzati in ambito alimentare in molti Paesi del mondo.

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Pomodoro
Solanum lycopersicum
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Lamiidi
OrdineSolanales
FamigliaSolanaceae
SottofamigliaSolanoideae
TribùSolaneae
GenereSolanum
SpecieS. lycopersicum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
SottodivisioneMagnoliophytina
ClasseRosopsida
SottoclasseLamiidae
SuperordineSolananae
OrdineSolanales
FamigliaSolanaceae
GenereSolanum
SpecieS. lycopersicum
Nomenclatura binomiale
Solanum lycopersicum
L., 1753
Nomi comuni

Pomodoro

Fiore del pomodoro

Etimologia

Il termine pomodoro è da attribuire al botanico senese Pietro Andrea Mattioli che per primo documentò il frutto in Italia nel suo Medici Senensis Commentarii del 1544, dove lo definì mala aurea. Lo stesso botanico lo ha tradotto letteralmente in italiano come "pomo d'oro" (per il suo caratteristico colore giallo oro prima dell'ultima fase di maturazione) prima nel suo Commentario a Dioscoride (1574)[2] e poi nel suo Herbarius.[3]

Storia

Il pomodoro è una bacca nativa della zona dell'America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell'America Settentrionale. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl cioè cosa paffuta, con l'ombelico. La bacca in questione era parte integrante della cucina azteca. Si affermava anche che il pomodoro avesse proprietà afrodisiache e sarebbe questo il motivo per cui i francesi originariamente lo definivano pomme d'amour, "pomo d'amore". Si dice, inoltre, che, dopo la sua introduzione in Europa, sir Walter Raleigh avrebbe donato una pianta di pomodoro carica dei suoi frutti alla regina Elisabetta, battezzandola con il nome di apples of love ("pomi d'amore").

La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando il condottiero spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria con alcune piantine, la cui coltivazione diffusa si ebbe tuttavia solo nella seconda metà del XVII secolo.

In Italia la storia documentata del pomodoro inizia a Pisa il 31 ottobre 1548, quando Cosimo de' Medici ricevette dalla sua tenuta fiorentina di Torre del Gallo un cesto dei pomodori nati da semi regalati alla moglie, Eleonora di Toledo, dal padre, Viceré del Regno di Napoli[4]. Appare verosimile, però, che la prima regione italiana a conoscere la nuova pianta fu la Sicilia, per la diretta influenza della Spagna sull'isola; sembra infatti che da lì provengano le ricette italiane a base di pomodoro più antiche[4].

Tuttavia, già nel 1572 in una lettera di Costanzo Felici a Ulisse Aldrovandi si fa riferimento ad una varietà di colore "rosso gagliardamente", che poi venne selezionata nel tempo e divenne prevalente.[5]

Inizialmente si pensò che fosse una pianta velenosa, in quanto somigliava all'erba morella. Difatti, di fronte al dubbio, venne adottata assieme alla patata e a quella americana, come pianta decorativa. I più ricchi situavano questi vegetali stranieri in bei vasi che ornavano le finestre e i cortili. I primi pomodori che arrivarono in Spagna furono piantati nell'orto del medico e botanico Nicolàs Monardes Alfaro, autore del libro Delle cose che vengono portate dall'Indie Occidentali pertinenti all'uso della medicina (1565-1574): per la prima volta il pomodoro viene inteso come coltura con proprietà curative. Gradualmente si comprese che poteva avere un utilizzo farmacologico e gastronomico.

Il frutto della pianta di pomodoro in Perù veniva mangiato, mentre in Europa all'inizio della sua introduzione aveva valore ornamentale, viste le bacche color oro[6][7]. Nel 1640 la nobiltà di Tolone regalò al cardinale Richelieu, come atto di ossequio, quattro piante di pomodoro, e sempre in Francia era usanza per gli uomini offrire piantine di pomodoro alle dame, come atto d'amor gentile. Così, la coltivazione del pomodoro, come pianta ornamentale, dalla Spagna, forse attraverso il Marocco o più probabilmente attraverso il Regno di Napoli, allora di monarchia spagnola, si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo, trovando il clima adatto per il suo sviluppo, soprattutto in Italia.

Scarsissima è, inoltre, la documentazione relativa all'uso alimentare: le prime sporadiche segnalazioni di impiego del suo frutto come alimento commestibile simile alla melanzana[8], fresco o spremuto e bollito per farne un sugo, si registrano in varie regioni dell'Europa meridionale del XVII secolo. Antonio Latini, nel suo Lo scalco alla moderna del 1692, descrive la ricetta della «salsa di pomodoro alla spagnuola» diffusa nella cucina napoletana. Soltanto alla fine del Settecento la coltivazione a scopo alimentare del pomodoro conobbe un forte impulso in Europa. In Francia veniva consumato soltanto alla corte dei re. [senza fonte] Nel 1762 ne furono definite le tecniche di conservazione in seguito agli studi di Lazzaro Spallanzani, che, per primo, notò come gli estratti fatti bollire e posti in contenitori chiusi non si alterassero. In seguito, nel 1809, un cuoco parigino, Nicolas Appert, pubblicò l'opera L'art de conserver les substances alimentaires d'origine animale et végétale pour pleusieurs années, dove fra gli altri alimenti era citato anche il pomodoro.

Tassonomia

 
Pomodoro intero e nelle sue sezioni

La prima classificazione botanica fu a cura di Linneo nel 1753 come Solanum lycopersicum (lyco-persicum deriva dal greco λύκος e πϵρσικός, letteralmente pesca dei lupi).

Nel 1768, tuttavia, Philip Miller cambiò il nome, sostenendo che le differenze dalle altre piante del genere Solanum, quali patata e melanzana, erano sostanziali, tali da giustificare la creazione di un nuovo genere: da qui il nuovo nome scientifico di Lycopersicon esculentum. Questo nome ebbe notevole successo, sebbene fosse contrario alle regole di nomenclatura vegetale, secondo cui, se si sposta la specie in un nuovo genere, non deve essere cambiato l'epiteto specifico (lycopersicum), ma solo il nome del genere: Hermann Karsten corresse l'errore nel 1881 e pubblicò il nome formalmente corretto Lycopersicon lycopersicum.

La controversia sul nome scientifico del pomodoro non è tuttavia finita. Innanzitutto, il nome di Miller era fino a poco fa il più usato, nonostante l'errore indicato prima. Poi, le moderne tecniche di biologia molecolare hanno permesso di creare precisi alberi filogenetici che hanno indicato come il pomodoro in realtà faccia parte veramente del genere Solanum, dando sostanzialmente ragione a Linneo. Il nome ufficiale è oggi quindi Solanum lycopersicum, sebbene il nome di Miller rimanga ancora in uso in molte pubblicazioni.

Proprietà

Tutte le parti verdi della pianta sono tossiche, in quanto contengono solanina, un glicoalcaloide steroidale che non viene eliminato nemmeno per mezzo dei normali processi di cottura; per tale motivo, il fusto e le foglie non vengono utilizzati a scopo alimentare.

Anche il frutto contiene solanine (α-tomatina e deidrotomatina), ma in quantità molto basse: il frutto maturo rosso ne contiene da 0,03 a 2,3 mg/100 gr di peso fresco, il pomodoro giallo-rossastro per insalata ne contiene mediamente 6 mg/100 gr di peso fresco, mentre il pomodoro verde per insalata ne contiene mediamente 9 mg/100 gr di peso fresco[9][10]. Va precisato che il pomodoro verde per insalata si trova in realtà all'inizio della maturazione e contiene una quantità di solanine assai inferiore al frutto verde completamente immaturo, dove il contenuto di solanine può superare i 50 mg/100 gr di peso fresco[11].

Il frutto maturo è ricco di principi nutritivi, soprattutto di potassio, fosforo, vitamina C, vitamina K e folati. Il colore rosso dei pomodori è dovuto ad un antiossidante, il licopene, la cui azione è adiuvata da altri due antiossidanti ossia luteina e zeaxantina. Seppure a basso contenuto calorico, è comunemente utilizzato a scopi alimentari, in insalata o come ingrediente nella preparazione di salse e piatti cotti, come la pizza. Il succo o il centrifugato di pomodoro, assunti come bevanda rendono disponibile all'organismo una quantità significativa di licopene, un antiossidante che si ritiene possa svolgere una certa funzione protettiva rispetto al rischio di tumori alla prostata[12][13]. Il succo di pomodoro costituisce anche, con l'aggiunta di vodka, tabasco, limone, sale e pepe, la base di un cocktail Bloody Mary, solitamente servito come aperitivo (viene talora chiamata Virgin Mary la versione analcolica dello stesso cocktail, che si riduce a succo di pomodoro condito come sopra).

Valori nutrizionali [14]

Per 100 g di frutto
Energia 31 kCal
Proteine 0,83 g
Carboidrati 5,51 g
Grassi 0,63 g

Aspetti medici

Per la presenza di diverse proteine allergizzanti (Lyc e 1; Lyc e 2; 2Apoligalatturonasi; alfa-fructofuranosidase; superossido dismutasi; pectinesterasi; chitinosi), il pomodoro può essere causa di allergia alimentare anche grave.[15][16][17] Sono anche segnalate dermatiti da contatto al pomodoro[18] oltre a orticaria ed angioedema,[19] insieme a fenomeni di anafilassi.[20] Il fusto, le foglie e i frutti delle piante di pomodoro contengono tomatina, una sostanza che secondo una ricerca ha effetti positivi sulla salute.[21]

Coltura

 
Germoglio ascellare
 
Fiore del pomodoro
 
Frutti in maturazione
 
Un grosso pomodoro appena colto

Nelle zone temperate, la pianta del pomodoro non sopravvive al clima invernale, e quindi è coltivata come annuale.

Per i pomodori da tavola si preferisce la semina in semenzaio, con successivo trapianto sul terreno.

In generale la pianta ha andamento strisciante. Nei climi mediterranei, come molte colture orticole di origine esotica, il pomodoro può soffrire gli effetti dell'accumulo di umidità, dei parassiti, e di diverse fitopatologie. Per questo la coltivazione a terra può causare deterioramento delle bacche e della pianta in generale ed è necessaria normalmente l'installazione di sostegni. Alcune varietà, più basse e robuste, non hanno tuttavia bisogno di essere sostenute, e i frutti più robusti non sono danneggiati dal contatto con il suolo; naturalmente tali frutti (a buccia dura), non sono adatti per il consumo fresco, ma sono ottimi per la produzione di derivati. I frutti maturi possono piegare i rami portandosi a contatto con il terreno, fattore che ne velocizza il deterioramento. È quindi consigliabile posizionare uno strato di paglia o di materiale isolante alla base delle piante[22].

I pomodori gradiscono esposizione piuttosto assolata, anche se nelle ore più calde questo può causare sofferenza sia alla pianta che ai frutti; per alcune varietà con clima molto soleggiato è consigliabile un leggero ombreggiamento. Il terreno deve essere ben fertilizzato; moderata ma regolare irrigazione.

Come è ovvio, per un frutto composto in gran parte da acqua, la natura del suolo e dell'acqua di irrigazione influisce in modo sensibile circa la qualità del frutto stesso; la temperatura dell'acqua di irrigazione non deve mai essere molto diversa dalla temperatura ambiente per evitare shock termici. Per questo motivo si consiglia l'irrigazione alla mattina, o al tramonto.

Per aumentare la produttività ed evitare che l'eccessivo sviluppo della parte verde sottragga risorse alla pianta, le varietà indeterminate vanno sottoposte alla "sfemminellatura" o "scacchiatura", che consiste nell'eliminazione dei germogli cosiddetti "ascellari". Questi sono riconoscibili perché nascono alla base di una ramificazione già esistente e danno luogo allo sdoppiamento del fusto della pianta. Nella coltivazione vengono usualmente eliminati con le dita non appena si presentano. Se lasciati crescere tuttavia anche questi producono fiori e frutti, al pari del corpo principale della pianta.

La raccolta è fatta prevalentemente a mano. Molte qualità di pomodoro, quando giungono a maturazione, modificano la base del picciolo, che diventa fragile; il distacco della bacca risulta quindi molto agevole. Alcune varietà industriali sono selezionate per la raccolta meccanizzata, con accentuata caratteristica di distacco della bacca e buccia particolarmente robusta; all'estirpazione della pianta e al suo scuotimento i frutti cadono senza danneggiarsi al suolo, dove sono raccolti.

Spesso le varietà adatte alla raccolta meccanizzata sono a sviluppo "determinato", ossia, una volta raggiunto un certo iniziale grado di produzione dei frutti esse smettono di svilupparsi; in tal modo la cessata produzione di altri fiori ed altri frutti in varie fasi di maturazione, permette la quasi completa raccolta in un'unica soluzione dei frutti presenti.

In condizioni normali invece la pianta è a sviluppo "indeterminato"; ciò deriva dal fatto che naturalmente la pianta tende ad avere uno sviluppo pluriennale e quindi continua, in clima sufficientemente caldo, a produrre fiori e frutti in diverse fasi di sviluppo.

Biodiversità della specie

Nonostante le cultivar rosse siano più diffuse in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.

Si va dalle cultivar di colore bianco (white queen, white tomesol) a quelle di colore giallo (douce de Picardie, wendy, lemon), rosa (thai pink), arancioni (moonglow), verdi anche a maturazione (green zebra), e persino nere violacee (nero di Crimea, purple perfect). Alcune varietà scure sono state appositamente selezionate, con tecniche tradizionali (ma anche OGM), per ottenere una pigmentazione del frutto da antocianine (pomodoro nero, blu, o viola per usufruire delle proprietà antiossidanti associate a tali pigmenti[23] (nomi commerciali: Indigo Rose, Sunblack, ecc.).
In alcune cultivar la buccia è leggermente pelosa, simile alla pelle di una pesca.

Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi (cuore di bue o beefsteak), a forma di ciliegia, riuniti in grappoli (reisetomaten), e persino cavi all'interno (tomate à farcir). Fra le varietà più semplici da coltivare vi sono:

  • The Amateur: a cespuglio, dai frutti di media grandezza, molto gustosi, ottima per iniziare.
  • Moneymaker: fra le varietà più note e affidabili, produce numerosi frutti di grandezza medio-piccola.
  • Gartenperle: varietà precoce, a cespuglio, è ideale per la crescita in vaso. Produce numerosi piccoli frutti, del tipo ciliegino.
  • Marmande: cultivar tardiva, molto nota, dai frutti grossi e saporiti, simili a quelli del pomodoro di Belmonte.[senza fonte]

A seconda delle cultivar, la raccolta può avvenire da 40-50 giorni a oltre 120 giorni dal trapianto.

Produzione

Principali produttori di pomodoro - anno 2018
Nazione Produzione
(tonnellate)
  Cina 61.523.462
  India 19.377.000
  Stati Uniti 12.612.139
  Turchia 12.150.000
  Egitto 6.624.733
  Iran 6.577.109
  Italia 5.798.103
  Spagna 4.768.595
  Messico 4.559.375
  Brasile 4.110.242
Totale mondiale 182.256.460
Fonte:
UN Food and Agriculture Organization (FAO)
[24]

pomodoro

Cultivar

 
Grappolo di pomodori ciliegini a diverso grado di maturazione

Esistono circa 15.000 diverse cultivar di pomodoro in tutto il pianeta[25], sono quasi 300 le varietà di pomodori prodotti e venduti[26]

Cultivar italiane

Cultivar americane

  • Berkeley Tie Dye Pink (Berkeley Thai Dye Pink)
  • Pineapple hawaiano (ananas hawaiano)
  • Copper River (Copper River)
  • Carbone rosso
  • Orso toed[28].

Trasformazione industriale

 
Lavorazione manuale del pomodoro in Italia nel 1956

L'industria del pomodoro è creatura tipicamente italiana. La sua culla sarebbe stata Parma, nelle cui campagne dopo la metà dell'Ottocento i contadini producevano pani di polpa essiccata, al sole, e non per nulla chiamati "pani neri". Avrebbe imposto la svolta il professor Rognoni, docente all'Istituto tecnico di Parma, che avrebbe sperimentato la coltura, nei propri poderi, dal 1865, e sarebbe stato protagonista della diffusione, prima del 1895, dei primi processi razionali, presto adottati da numerosi laboratori artigianali.

In seguito al successo della propria industria conserviera piemontese, nel 1875 l'astigiano Francesco Cirio creò a Torino la prima industria conserviera italiana.

I laboratori che dichiarano la propria attività, a Parma, alla Camera di Commercio, sono 4 nel 1893, 5 nel 1894, 11 nel 1896. L'industria parmense acquisisce un autentico primato europeo dopo l'importazione dalla Francia, nel 1905, delle apparecchiature per la condensazione del concentrato di pomodoro sottovuoto. Le imprese parmensi sono, l'anno medesimo, 16, tutte dotate di apparecchiature moderne, quando da Parma l'industria inizia a dilatarsi alla finitima Piacenza. Insieme le due province conseguiranno l'indiscusso primato mondiale del "concentrato", mentre la grande industria di Cirio nel Mezzogiorno si specializzerà piuttosto nei "pelati", ottenuti dal tipico pomodoro campano, il San Marzano[29].

Avversità

Le malattie e i parassiti che colpiscono il pomodoro sono parecchi. Si elencano di seguito i più importanti.

Insetti

  • Nezara viridula
  • Thrips tabaci
  • Trialeurodes vaporariorum
  • Tuta absoluta (o Tignola del pomodoro)
    La tignola del pomodoro è un piccolo insetto le cui larve attaccano le fibre di tessuti delle piante causando gravi danni alla produzione. In Italia è stata riscontrata per la prima volta nel 2008 e solo nei primi anni della sua comparsa ha causato perdite produttive pari al 60-70% sulle varietà di pomodoro da mensa. Le sue infestazioni sono temute soprattutto nell'Italia Meridionale, dove le condizioni climatiche consentono alla Tuta absoluta una più rapida riproduzione. La tignola del pomodoro si contrasta con la lotta biologica, la prevenzione e con dei fitofarmaci specifici. Per il monitoraggio delle infestazioni vengono impiegate delle trappole attivate con specifico feromone sessuale.[30]
  • Nottua gialla del pomodoro

Nematodi

  • Meloidogyne spp. (I danni provocati da essi sono riconducibili a delle escrescenze sulle radici).

Funghi

Batteri

Virus

Cucina

Curiosità

Nella località spagnola di Buñol si svolge annualmente la Tomatina, manifestazione con una battaglia di pomodori cui partecipano residenti e turisti.

Note

  1. ^ (EN) Solanum lycopersicum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 aprile 2024.
  2. ^ Museo del pomodoro - Storia del pomodoro, su pomodoro.museidelcibo.it.
  3. ^ http://www.diwinetaste.com/dwt/it2004027.php
  4. ^ a b Museo del pomodoro-Storia del pomodoro, su pomodoro.museidelcibo.it.
  5. ^ Costanzo Felici, Lettera a Ulisse Aldrovandi, 10 marzo 1572.
    «"Pomo d'oro, cosiddetto volgarmente dal suo intenso colore, overo pomo del Perù, quale o è giallo intenso overo è rosso gagliardamente [,..] ancora lui da ghiotti et avidi de cose nove è desiderato [..] ma al mio gusto è più presto bello che buono".»
  6. ^ Giancarlo Signore, Storia delle abitudini alimentari: dalla preistoria ai fast food, Tecniche Nuove, 2010, ISBN 9788848124287. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  7. ^ Angela Colli, Cibi colorati per la salute, Tecniche Nuove, 2008, ISBN 9788848122139. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  8. ^ Storia del pomodoro, su baroque.it.
  9. ^ Christer Andersson, Glycoalkaloids in tomatoes, eggplants, pepper and two Solanum species growing wild in the Nordic Countries, TemaNord, 1999
  10. ^ Rodney J. Bushway, Lewis B. Perkins, Lance R. Paradis, Steve Vanderpan, "High-performance liquid chromatographic determination of the tomato glycoalkaloid, tomatine, in green and red tomatoes", Journal of Agricultural and Food Chemistry, n. 42, December 1994
  11. ^ Solanine content in Ripe Vs Green Tomatoes, su ehow.com.
  12. ^ La stampa salute - Prevenzione del cancro alla prostata, il pomodoro funziona, su lastampa.it. URL consultato il 5 settembre 2015.
  13. ^ Corriere dell sera - Il pomodoro (cotto) protegge la prostata, su corriere.it. URL consultato il 5 settembre 2015.
  14. ^ FoodData Central, su fdc.nal.usda.gov. URL consultato il 26 ottobre 2022.
  15. ^ Data base allergeni, su fermi.utmb.edu. URL consultato il 4 luglio 2010.
  16. ^ Welter S, Lehmann K, Dölle S, Schwarz D, Weckwerth W, Scheler C, Worm M, Franken P, Identification of putative new tomato allergens and differential interaction with IgEs of tomato allergic subjects, in Clin. Exp. Allergy, vol. 43, n. 12, 2013, pp. 1419–27, DOI:10.1111/cea.12207, ISSN 0954-7894 (WC · ACNP), PMID 24118131.
  17. ^ Asero R, Tomato allergy: clinical features and usefulness of current routinely available diagnostic methods, in J Investig Allergol Clin Immunol, vol. 23, n. 1, 2013, pp. 37–42, PMID 23653972.
  18. ^ Paulsen E, Christensen LP, Andersen KE, Tomato contact dermatitis, in Contact Derm., vol. 67, n. 6, 2012, pp. 321–7, DOI:10.1111/j.1600-0536.2012.02138.x, PMID 22860619.
  19. ^ Foti C, Damiani E, Zambonin CG, Cassano N, Nettis E, Ferrannini A, Calvano CD, Aresta A, Romita P, Aloia AM, Vena GA, Urticaria and angioedema to rubisco allergen in spinach and tomato, in Ann. Allergy Asthma Immunol., vol. 108, n. 1, 2012, pp. 60–1, DOI:10.1016/j.anai.2011.09.011, PMID 22192968.
  20. ^ Asero R, Mistrello G, Amato S, Anaphylaxis caused by tomato lipid transfer protein, in Eur Ann Allergy Clin Immunol, vol. 43, n. 4, 2011, pp. 125–6, PMID 21980801.
  21. ^ Mendel Friedman, Anticarcinogenic, Cardioprotective, and Other Health Benefits of Tomato Compounds Lycopene, α-Tomatine, and Tomatidine in Pure Form and in Fresh and Processed Tomatoes, in Journal of Agricultural and Food Chemistry, vol. 61, n. 40, 2013, pp. 9534–50, DOI:10.1021/jf402654e, PMID 24079774.
  22. ^ Il Pomodoro: guida alla coltivazione. Archiviato il 7 gennaio 2013 in Internet Archive.
  23. ^ (EN) OSU Researchers add Potential Health Benefits to Tomatoes, su extension.oregonstate.edu, Oregon State University, 19 febbraio 2004.
  24. ^ " Production by FAO
  25. ^ https://backyardfoodgrowing.com/list-of-tomato-cultivars
  26. ^ https://www.dolcepasticceria.it/tutte-le-varieta-di-pomodori-italiani.html
  27. ^ Piante di Pomodori Ciliegini Fragola Tomato Berry F1 | SaviniVivai.it, su www.savinivivai.it. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2015).
  28. ^ Varietà americane di pomodori - le mie recensioni (FOTO + TITOLO + DESCRIZIONE) | Sito su un giardino, una residenza estiva e piante d'appartamento., su Сайт о саде, даче и комнатных растениях.. URL consultato il 3 luglio 2021.
  29. ^ Antonio Saltini, La parabola del polo agroalimentare di Trapani nel confronto con Parma. Tra terra e mare la capitale del commercio agroalimentare, Bologna, 1995.
  30. ^ A.M. Sepe, Tignola del pomodoro, rimedi contro la Tuta absoluta, su tecnologia-ambiente.it.
  31. ^ pomodoro — Avversità delle piante — E-R Agricoltura e pesca, su agricoltura.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 23 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2015).

Bibliografia

Voci correlate

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