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La battaglia di Normandia fu il complesso dei combattimenti seguiti allo sbarco avvenuto il 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia, e terminati con la liberazione di Parigi da parte degli Alleati e la ritirata verso la Germania delle truppe tedesche sfuggite dalla sacca di Falaise. Essa si svolse nel quadro del piano Alleato d'invasione dell'Europa nord-occidentale, denominato in codice operazione Overlord. I combattimenti in Normandia costituirono il preludio alle battaglie sulla Linea Sigfrido, all'invasione del Terzo Reich ed alla fine della seconda guerra mondiale in Europa.
La campagna consentì l'apertura del secondo fronte, insistentemente richiesto da Stalin dall'inizio dell'operazione Barbarossa, e riuscì a sottrarre risorse alle forze tedesche impegnate sul fronte orientale contro l'Armata Rossa.
Altrettanto forti erano state le richieste di un attacco al Vallo Atlantico, con la conseguente liberazione della Francia, con la partecipazione delle forze armate della Francia libera, rappresentata dal governo francese all'estero presieduto dal generale Charles de Gaulle, le cui forze parteciparono attivamente alle operazioni con unità terrestri, aeree e navali affiancate da una significativa attività partigiana. Il governo francese ebbe inoltre un forte peso politico nella tempistica delle operazioni, inducendo il comandante dello SHAEF, il generale Dwight D. Eisenhower ad accelerare la liberazione della capitale francese, quanto a fare entrare per prima a Parigi la 2ª divisione corazzata francese.
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