Karate in giapponese Portale Karate Xilografia giapponese

Introduzione

Il karate è un’arte marziale giapponese. Nel XVIII secolo veniva chiamato tōde (mano cinese), ma con il passare del tempo si preferì cambiare il nome in Karate, nato da una diversa lettura del kanji 唐. Negli anni ‘30 del Novecento, per via del crescente imperialismo giapponese, si cambiò il primo kanji con 空, mantenendo uguale la pronuncia, ma cambiando il significato in mano vuota. Infatti il karate prevede soprattutto il combattimento a mani nude, senza l’ausilio di armi.

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Storia

Il karate ha origine a Okinawa, nelle isole Ryūkyū, dove nel 1600 nacque il Tōde (chiamato anche Okinawa-te) per ovviare al divieto di possedere armi. Questa arte marziale era sul modello del kung-fu, dato il gran numero di commercianti che si recavano in Cina avendo modo di conoscerne le culture. Il tōde, però, era riservato ai nobili e, in seguito ai profondi cambiamenti sociali di Okinawa, andò a disperdersi gettando, invece, le basi per il karate. Non avendo modo di apprendere velocemente il kung-fu, poiché si basa su concetti filosofici, su un'elaborata concezione del corpo umano e senza metodicità, i viaggiatori appresero quel che potevano arrivando a una fusione con il tōde. Il primo a fondare una scuola di karate fu Sōkon Matsumura (1793-1899), considerato caposcuola dello Shuri-te, da cui derivarono vari stili, come Shotokan-ryu, Wado-ryu, Shitō-ryū e Motobu-ryū.

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Biografia in evidenza
Ankō Itosu (Naha 1830 – Naha 11 marzo 1915) è stato un maestro di karate originario di Okinawa. Di statura piccola e di costruzione robusta, fu un uomo dall’incredibile abilità e potenza. Cominciò il karate con il maestro Nagahama Chikudun Pechin, per poi passare, in seguito alla morte di quest’ultimo, ad allenarsi con il maestro Sōkon Matsumura all’età di 16 anni. Lavorò per 30 anni come segretario personale del re Sho Tai, ultimo sovrano del Regno delle Ryūkyū, ma in seguito all’annessione delle isole al Giappone molti funzionari, incluso Itosu, finirono in povertà. Nel 1901 Anko Itosu riuscì ad introdurre il karate come disciplina nella scuola elementare di Shuri, a cui seguirà l’inserimento in altri istituti, segnando una svolta rispetto al passato, quando il karate veniva insegnato a pochi e in segreto. La capacità didattica di Itosu si riflesse anche nei suoi allievi, primi fra tutti Gichin Funakoshi e Kenwa Mabuni, fondatori rispettivamente degli stili Shotokan e Shitō-ryū.
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Citazioni
  • È importante che il karate possa essere praticato da giovani e vecchi, uomini e donne allo stesso modo. (Gighin Funakoshi)
  • Potrai allenarti per un lungo periodo, ma se muovi le mani e i piedi e salti su e giù come un burattino, imparare il karate non è molto diverso dall'imparare una danza. Non hai mai raggiunto il cuore dell'arte; avrai fallito nella comprensione della quintessenza del Karate Do. (Gighin Funakoshi)
  • Karate Do è sicuramente un percorso marziale e la sua identità risiede nel Do o nei principi. Qualsiasi arte marziale senza un adeguato addestramento della mente diventa un comportamento animale. (Shoshin Nagamine)
  • Karate Do può essere definito come il conflitto dentro di te o la maratona della vita che può essere raggiunta solo attraverso l'autodisciplina, l'allenamento duro e i tuoi sforzi creativi. (Shoshin Nagamine)
  • Il Karate mira a rafforzare il carattere, migliorare il comportamento umano e coltivare la modestia; tuttavia, non lo garantisce. (Yasuhiro Konishi)
  • La cosa più importante che offre il karate è una filosofia di vita. La filosofia del Karate è rispetto e disciplina. Dare il cento per cento in tutto, in ogni attività. (Lyoto Machida)
Sapevi che
  • In origine non esisteva un sistema di classificazione per cintura, ma questa era una semplice fusciacca del colore degli abiti usata per tenere chiusa la parte superiore. Funakoshi Gichin adottò il sistema delle cinture e dei dan da Kanō Jigorō, che a sua volta adottò i dan dalle arti classiche e dai giochi da tavolo e la cintura nera dal nuoto (gli atleti migliori indossavano una fusciacca nera), e una cintura intermedia, la marrone. In seguito si aggiunse il verde o blu tra bianca e marrone e altri colori.
  • L’usanza del karategi bianco è nata su improvvisazione nel 1921, quando Funakoshi Gichin era stato invitato per una dimostrazione da Kanō Jigorō. Prima si potevano usare dagli abiti comuni alla biancheria intima.
  • Al giorno d’oggi circa 100 milioni di persone praticano karate in 192 nazioni.
  • Gichin Funakoshi, a chi gli chiedeva se si potesse raggiungere il 10º Dan, rispondeva: “Quando sarai morto ti verrà conferito il 10º Dan. Il 10°Dan significa conoscenza assoluta, non avere più niente da imparare, e finché sei in vita c’è sempre da imparare.”