Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Primicerio (disambigua).

Il primicerio (latino: primicerius, «primo iscritto») era il nome di una carica all'interno delle gerarchie imperiali ed ecclesiastiche, ancora in uso in qualche diocesi. Il termine "primicerio" deriva dalle parole latine primus («primo») e ceracera»), a indicare il primo iscritto in una lista di cera (come era in uso presso i Romani).

Gli oggetti d'ufficio del primicerius notariorum, come raffigurato nella Notitia Dignitatum.
Un primicerio: Theodotus (Roma, Chiesa di Santa Maria Antiqua)

Usi del titolo di "primicerio"

modifica

Nell'Impero romano esisteva la carica di primicerius sacri cubiculi, ovvero «capo della sacra camera da letto» dell'imperatore.

Nei secoli IV-XI, a Roma, il titolo indicava il capo dei notai pontifici (primicerius notariorum).

Nel Medioevo era il titolo di un dignitario di primo rango in una amministrazione civile (come fu il caso dell'Impero bizantino) o il primo tra i canonici di un capitolo cattedrale o il capo di una confraternita.

In alcune comunità rurali era compito del canonico primicerio della cattedrale quello di condurre le processioni delle rogazioni[1].

A Venezia invece, tra il X e il XIX secolo, con primicerio si indicava il canonico reggente, con prerogative episcopali, la basilica di San Marco e le relative dipendenze in nome del Doge.

Il titolo di primicerio è ancora conservato come dignità in alcuni capitoli di canonici (come ad esempio quelli delle cattedrali delle arcidiocesi di Milano, Bologna, Lucca, quelli delle cattedrali delle diocesi di Padova e Gallipoli e del Capitolo Cattedrale di Santa Maria Maggiore in Barletta), dove figura come terza dignità. Nel capitolo metropolitano di Palermo[2] e in quello della Cappella Palatina della stessa città, il primicerio è la prima dignità del capitolo ed è detto "ciantro" (dal francese chantre) e significa "primo dei cantori" (in passato il ciantro della Cappella Palatina, oltre a presiedere e intonare il canto, si occupava anche della cura delle anime del Palazzo Reale[3] e poi per consuetudine era parroco della parrocchia annessa al palazzo[4]).

  1. ^ Antica religiosità popolare a Ventimiglia. Rogazioni o Litanie, su Cumpagnia di Ventemigliusi.
  2. ^ Capitolo Metropolitano, su Arcidiocesi di Palermo. Arcidiocesi. Organi collegiali (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2017).
  3. ^ Breve Storia della Cappella Palatina, su Arcidiocesi di Palermo. Parrocchia di San Pietro Apostolo. Cappella Palatina. URL consultato il 17 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2021).
  4. ^ La Storia della Parrocchia, su Arcidiocesi di Palermo. Parrocchia di San Pietro Apostolo. Cappella Palatina. URL consultato il 17 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2013).

Bibliografia

modifica
  • Pierluigi Galletti, Del Primicero della Santa Sede Apostolica e di altri uffiziali maggiori del Sacro Palagio Laternanense, Roma, 1776.
  • Manlio Miele, Il Primiceriato marciano al tramonto della Repubblica di Venezia.
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, su books.google.it.

Voci correlate

modifica