Duodenocefalopancreasectomia
La duodenocefalopancreasectomia[1] è un intervento chirurgico che consiste nell'asportare la testa del pancreas, il duodeno, la colecisti e, spesso ma non sempre, 8 cm di stomaco. Può essere chiamata anche procedura di Whipple (in inglese Whipple's Procedure). Viene considerata la più complessa procedura di chirurgia generale.
Duodenocefalopancresectomia | |
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Procedura chirurgica | |
Tipo | Chirurgia Generale oncologica |
Anestesia | Generale |
Indicazioni |
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Possibili complicanze | Diabete |
Classificazione e risorse esterne | |
ICD-9 | 52.7 |
MeSH | D016577 |
Sinonimi | |
Procedura di Whipple |
Indicazioni
modificaSi procede a questa complessa operazione quando questi organi sono parzialmente o completamente colpiti da tumore o linfoma. Un'altra motivazione per l'esecuzione dell'intervento può essere la necrosi massiccia della zona a seguito di un infarto a carico dell'arteria pancreatico-duodenale superiore o inferiore.
Carcinoma pancreatico
modificaIl carcinoma pancreatico è una delle principali indicazioni a tale procedura. Purtroppo la sintomatologia inizia ad essere presente quando ormai è troppo tardi per un intervento e soltanto il 15-20% dei pazienti è eleggibile alla procedura. Spesso tale operazione viene effettuata in concomitanza o seguita da una chemioterapia adiuvante, per ridurre il rischio di recidiva post-operatoria. Il decesso post-operatorio è sceso molto dal 20-30% negli anni '80 fino al 5% degli anni 2000.
Colangiocarcinoma
modificaIl colangiocarcinoma, o il tumore del dotto biliare, è la seconda indicazione per l'intervento. Spesso nei pazienti colpiti da tumore del dotto biliare l'intervento è meno demolitivo per la porzione di pancreas, ma può richiedere una epatectomia parziale.
Pancreatite croniche
modificaQuesto procedimento non è considerato il gold standard per le pancreatiti croniche, poiché viene preferito effettuare un controllo del dolore e casomai solamente una pancreatectomia parziale, per limitare la porzione demolitiva.
Trauma
modificaPer danni al pancreas e al duodeno, a seguito di traumi addominali che causano necrosi o emorragie della zona, viene eseguita tale operazione. La casistica è molto rara e spesso riguarda incidenti stradali che coinvolgono motociclisti.
Controindicazioni
modificaTale procedura, come tutte le procedure di chirurgia oncologica, è sconsigliata in presenza di metastasi a distanza, sia in organi addominali che in altri organi. Altre controindicazioni possono essere la compromissione dei vasi addominali o patologie cardio-respiratorie gravi pregresse.
Procedimento
modificaPreparazione
modificaL'intervento chirurgico dura dalle 6 alle 8 ore. Richiede una anestesia generale, e il supporto respiratorio per il paziente. Il chirurgo esegue una incisione addominale mediana, esegue una iniziale esplorazione addominale accertandosi dell'assenza di metastasi a distanza. Quindi verificata l'assenza di metastasi inizia la rimozione chirurgica.
Demolizione
modificaPer primo viene sezionata la colecisti, il coledoco e il dotto cistico dal dotto epatico. Segue la separazione del duodeno dallo stomaco, se quest'ultimo non deve essere rimosso, a livello dello sfintere pilorico; se parte dello stomaco deve essere rimossa l'incisione avviene a livello dell'antro pilorico. Successivamente viene sezionata la testa del pancreas dalla coda e dal corpo, questo punto è ad alto rischio poiché l'incisione avviene solitamente a livello dell'arteria mesenterica superiore e della vena mesenterica superiore, le quali si trovano anteriormente al pancreas. Nel caso di aggressione dei vasi anche questi vengono rimossi. Segue la rimozione del duodeno dal digiuno, il taglio avviene dopo la flessura duodeno digiunale.
Ricostruzione
modificaInizia la fase di ricostruzione, per primo viene chiuso il digiuno a livello del taglio. Il chirurgo esegue una anastomosi fra il pancreas rimanente e il digiuno, e fra il dotto epatico e il digiuno. Infine viene anastomizzato lo stomaco con il digiuno, in una porzione a valle delle due precedenti per permettere una migliore digestione.
Il procedimento può essere effettuato anche in laparoscopia.
Post-operatorio
modificaIl paziente deve essere monitorato in una terapia intensiva fino al suo risveglio, e solitamente viene inserito un catetere addominale per il drenaggio dei liquidi formatisi. Per il primo periodo dalla durata minima di una settimana il paziente deve essere alimentato parentalmente, segue un graduale ritorno alla normalità prima con l'alimentazione naso-gastrica e poi con la normale alimentazione. Spesso i pazienti nel primo periodo vanno incontro ad difficoltà nella peristalsi e della defecazione, solitamente viene controllata incoraggiando una attività motoria modica.
Note
modificaVoci correlate
modificaAltri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- (EN) Whipple procedure, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.