Rabshakeh

titolo dato al gran coppiere o al visir delle corti reali della Mesopotamia
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Rabshakeh o Rab-shakeh/Rab-shaqe ( accadico : Rabshaqe ; ebraico: רַבְשָׁקֵה - eb. moderno: Ravshake, eb. tiberiano: Raḇšāqē; greco antico: Ραψακης Rapsakēs), Rabsaces (in latino e neo-aramaico ܪܵܒܫܵܩܹܐ) è un titolo che significa "capo dei principi" nelle lingue semitiche accadiche e aramaiche. Il titolo fu dato al gran coppiere o al visir delle corti reali accadiche, assira e babilonese nell'antica Mesopotamia.[1]
Nella corte assira, il rabshaken era il secondo funzionario per importanza, superato solo dal Primo Ministro (Turtanu). Al tempo del re Salmanassar III (regno 859-824 a.C.), il Gran Coppiere amministrava il territorio compreso tra l'alto corso del Tigri e Tur-Abdin.[2]

Durante la Prima Guerra Mondiale, il rabshaken era un ufficiale delle truppe siriane.[3]

In italiano figura anche come "Rabsache" o "Rabsace"[4].

Testimonianze bibliche

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Nell'Antico Testamento, il Rabsache è uno dei tre messaggeri che il re assiro Sennacherib invia a Ezechia, Re di Gerusalemme, per negoziarne la resa durante l'invasione assira della Palestina nel 701 a.C. Gli altri due erano il Primo Ministro (Turtanu, riportato come Tartan) ed il Capo-Eunuco (Rabsaris). Il discorso che il Gran Coppiere pronunciò, in lingua ebraica, davanti a tutto il popolo della città, mentre stava vicino al muro sul lato nord, è riportato in Re II 18:27–37 e in Isaia 36:2–20.

Bibliografia

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  • (EN) Easton MG, Easton's Bible Dictionary, T. Nelson and Sons, 1897.
  • (ES) Lara Peinado F [et al.], Diccionario de instituciones de la Antigüedad, Fuenlabrada (Madrid), Ediciones Cátedra (Grupo Anaya, Sociedad Anónima), 2009, ISBN 978-84-376-2612-3.

Voci correlate

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