Raffaele Capone
Raffaele Capone (Salerno, 22 agosto 1829 – Napoli, 22 marzo 1908) è stato un vescovo cattolico italiano.[1]
Raffaele Capone, C.SS.R. vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | 22 agosto 1829 a Salerno |
Ordinato presbitero | 7 novembre 1852 |
Nominato vescovo | 22 dicembre 1873 da papa Pio IX |
Consacrato vescovo | 11 gennaio 1874 dal cardinale Alessandro Franchi |
Deceduto | 22 marzo 1908 (78 anni) a Napoli |
Biografia
modificaIl 24 dicembre 1848 entrò nella Congregazione del Santissimo Redentore, e nel 1852 ne divenne sacerdote, a 23 anni. Mostrò, sin da subito, dedizione all'abito monacale, trasmettendo la sua conoscenza in materia ecclesiastica ad un gruppo di giovani che lo seguivano, come loro maestro, nonostante vari tentativi di allontanamento da parte di potenti personaggi salernitani.[2]
Durante il suo episcopato non rinunciò mai alle vesti di «monaco liguorino», portando molte delle abitudini della Congregazione, nella sua sede, come la meditazione al mattino, dopo la sveglia, o la preghiera, a cui tutti prendevano parte.[3]
La sua povertà e l'amore per la chiesa diocesana
modificaÈ ricordato per aver condotto una vita dedita all'eliminazione degli sprechi superflui:[2]
«Sulla sua persona faceva i più austeri risparmi: calzini ordinari, una sottana comune, delle scarpe grossolane, un cappello non di prima qualità. Si possono contare le volte in cui , viaggiando in treno, andò in prima classe; e spesso, scendendo dal treno, fino al posto dove doveva prendere la carrozza, si portava lui stesso la valigetta.»
Mentre nella mensa del palazzo episcopale:
«Le frutta si mangiavano quando si potevano comprare in Muro [Lucano], o quando, standovi qualche persona di riguardo, le faceva venire da Salerno. Vino, pane, tutto era misurato. [..] Siccome in Congregazione il sabato si mangia un sol piatto, così anche nell'Episcopio di Muro il sabato si mangiava un sol piatto. [..] Badava anche riguardo ai lumi, come dovevano stare accesi la sera; e rimproverava chi il suo lume lo teneva acceso con fiamma molto alta.»
La sede era priva di servitù, poiché, come spiega padre Salvatore Schiavone:
«I camerieri che erano chiamati al suo servizio, sentendo di dover stare con un Vescovo, subito correvano. Ma poi, abituati in altre case a vivere più lautamente, vedendo la vita povera che si menava nell'Episcopio di Muro, subito se ne scappavano, tanto che Monsignore era sempre privo di domestici.»
Diverse sono le sue opere, come benefattore, volute per la società e il territorio della sua diocesi, come la costruzione di una casa di ricovero per orfani; diversi interventi di restauro nella piazza della cattedrale, dove fece ergere una grande statua di bronzo a San Gerardo Maiella, costata oltre 10.000 lire dell'epoca.[2]
Morì il 22 marzo 1908 a Napoli, presso il Collegio di Sant'Antonio a Tarsia alle ore 15.[2]
Genealogia episcopale
modificaLa genealogia episcopale è:
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII
- Papa Benedetto XIV
- Cardinale Enrico Enriquez
- Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz
- Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda
- Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj
- Papa Pio VIII
- Papa Pio IX
- Cardinale Alessandro Franchi
- Vescovo Raffaele Capone, C.SS.R.
Note
modifica- ^ CAPONE Mons. Raffaele Vescovo, su diocesisalerno.it. URL consultato il 28 gennaio 2019.
- ^ a b c d Sant'Alfonso e dintorni » Blog Archiv » Capone Raffaele redentorista, su santalfonsoedintorni.it. URL consultato il 28 gennaio 2019.
- ^ Sant'Alfonso e dintorni » Blog Archiv » Capone Raffaele redentorista, su santalfonsoedintorni.it. URL consultato il 28 gennaio 2019.«Anzi nell'Episcopio aveva introdotto proprio gli stessi usi dei Congregati, come, il modo della sveglia, la pia pratica del Sabatino, e la meditazione al mattino ed alla sera, a cui dovevano prendere parte tutti di casa, comprese le persone di servizio.»
Bibliografia
modifica- Padre Salvatore Schiavone, Biografie manoscritte, vol. 3, Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
- Arturo Capone, Tre insigni germani : l'avvocato Vincenzo Capone, il dottor Cristoforo Capone, il Vescovo Mons. D. Raffaele Capone cittadini di Salerno, Salerno, Tip. Spadafora, 1925, SBN IT\ICCU\IEI\0260067.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Raffaele Capone
Collegamenti esterni
modifica- (EN) David M. Cheney, Raffaele Capone, in Catholic Hierarchy.