Rina Chiarini
Rina Chiarini (Empoli, 16 dicembre 1909 – Empoli, 20 ottobre 1995) è stata una partigiana italiana.
Biografia
modificaGiovinezza
modificaRina nacque in una famiglia proletaria antifascista[1]: per questo motivo suo padre venne arrestato, così come accadde in seguito a suo fratello Aldo, che venne condannato dal Tribunale Speciale a sei anni di carcere nel 1939. Dopo la cattura del padre, Rina, che era soltanto una bambina, fu costretta ad abbandonare la scuola per aiutare la sua famiglia. Ben presto trovò lavoro in una vetreria come operaia e proprio qui prese a collaborare col «Soccorso Rosso»[2].
Guerra partigiana
modificaNel 1926 Rina si iscrisse al Partito Comunista clandestino, dopo aver conosciuto Remo Scappini, col quale da oltre un anno era fidanzata; da lui ebbe i primi insegnamenti politici e incominciò ad essere impegnata nel trasporto della stampa, negli appuntamenti di partito e nei collegamenti. Nell'aprile del 1943 sposò Scappini, che non aveva più visto dal novembre del 1942 perché era stato imprigionato, dal momento che dirigeva la lotta clandestina della regione[3], e col quale era rimasta legata da sentimenti di affetto e di comunione di ideali. Nonostante le molteplici richieste della donna, il Ministero non le concesse mai di vedere il fidanzato durante la prigionia. A causa della sua relazione con un antifascista, Rina venne più volte sottoposta a minacce e arresti. Dopo il matrimonio, Remo e Rina si spostarono da Firenze a Milano, dove continuarono ad agire clandestinamente a favore degli antifascisti. I coniugi , successivamente, si trasferirono a Genova, dove la Scappini divenne valida collaboratrice, con il nome di «Clara»[2], del Comando regionale delle Brigate Garibaldi. A Genova i compagni del Comitato federale e del Triumvirato Insurrezionale del Partito Comunista[4] le affidarono svariati importanti incarichi: ebbe contatti con gli Alleati, con i responsabili del lavoro militare e della stampa (come quelli del giornale L'Unità).
Il sistema della cospirazione imponeva di mantenere rigorosamente il segreto di partito in ogni momento e circostanza, senza far confidenze a nessuno, anche in caso di arresto e sotto tortura: ognuno doveva imparare tutto a memoria (appuntamenti, indirizzi) e per la Scappini, che non aveva istruzione, non fu facile.
Il 6 luglio 1944 Rina venne arrestata dalla polizia fascista e portata nella Casa dello Studente di Genova: qui la donna venne torturata[5], nonostante il suo avanzato stato di gravidanza. A causa delle sevizie subite perse il bambino, ma non si lasciò sfuggire nulla né sulle sue attività, né su quelle del marito. La donna, una notte, venne prelevata dalla sua cella e portata al cimitero di Staglieno[4]; qui fu costretta a scavarsi la fossa,[6] nella quale dovette stendersi; nonostante ciò Rina non si lamentò mai. Questa stessa tenacia fu mostrata davanti al Tribunale militare fascista; anche in questa circostanza la donna si salvò ma, dopo poco, fu nuovamente ricondotta innanzi ai giudici, che la condannarono a ventiquattro anni di reclusione: venne internata, dunque, nel lager di Bolzano.
Dopoguerra
modificaNel marzo del 1945, assieme ad una compagna di prigionia, Rina riuscì ad evadere dal lager grazie all'aiuto degli antifascisti locali e con la collaborazione della popolazione[2]. Raggiunse fortunosamente prima Milano e poi Genova dove, la sera del 26 aprile, poté ricongiungersi col marito, che aveva appena ottenuto le resa delle truppe tedesche del generale Günther Meinhold. Fino all'ultimo, Rina Chiarini è stata a fianco di Remo Scappini nell'impegno politico e sociale.
Onorificenze
modificaOltre che della Medaglia d'argento al valor militare[7], «Clara» è stata decorata della Stella d'oro al valore del Comando delle Brigate Garibaldine. A lei e al marito è stata dedicata un memoriale a Empoli: il monumento è una stele in acciaio con i nomi dei due partigiani e un fiore stilizzato;[8] a loro è intitolato il parco antistante un centro commerciale in via Sanzio; inoltre è stato realizzato un murale dell'artista Ligama presso la stazione.[9] A entrambi è intitolato anche il Centro di documentazione sull'Antifascismo, la Resistenza e la storia contemporanea nell'area empolese.
— 26 febbraio 1948[10]
— giugno 1965, Luigi Longo[11][12]
Opere
modifica- Rina Chiarini, ...hanno ucciso la mia creatura!, Bari, Cressati, 1945, SBN IT\ICCU\BIA\0013616.
- Rina Chiarini, Una donna della resistenza: Rina Chiarini (Clara), prefazione di Carlo Farini, a cura del Centro diffusione stampa del Comitato comunale del PCI di Empoli, Firenze, Stamperia Fratelli Parenti, 1955, SBN IT\ICCU\IEI\0013734.
- Rina Chiarini e Remo Scappini, Ricordi della Resistenza, Empoli, Cooperativa editografica toscana, 1974, SBN IT\ICCU\SBL\0570067.
- Rina Chiarini, La storia di Clara, prefazione di Maria Paola Profumo, Milano, La Pietra, 1982, SBN IT\ICCU\SBL\0608541.
Note
modifica- ^ Secchia 1987.
- ^ a b c Rina Chiarini Scappini, su ANPI. URL consultato il 6 luglio 2023.
- ^ Gimelli 2005.
- ^ a b Bruno Enriotti, Rina (Clara) Chiarini Scappini. Torturata dai fascisti evade dal lager di Bolzano per continuare a Genova la lotta assieme al marito (PDF), in Triangolo rosso, n. 4-6, giugno-settembre 2012, pp. 6-11.
- ^ (EN) Angelica Salvadori, RINA CHIARINI. URL consultato il 2 aprile 2020.[collegamento interrotto]
- ^ Franzinelli 2018.
- ^ Guerrini 1970, p. 524.
- ^ Rina Chiarini e Remo Scappini, una stele per non dimenticare il loro impegno, su Gonews, 16 settembre 2017.
- ^ Paolo Santini, La memoria partigiana vive con Rina e Remo, in Il Tirreno, 17 gennaio 2021. URL consultato il 6 luglio 2023.
- ^ Chiarini 2005, p. 135. «Decreto del 26 febbraio 1948 pubblicato nel Bollettino Ufficiale il 15 gennaio 1949 a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri: De Gasperi.»
- ^ Chiarini 2005, p. 134.
- ^ Chiarini 1982, p. 104.
Bibliografia
modifica- Mirella Alloisio e Giuliana Beltrami Gadola, Volontarie della libertà: 8 settembre 1943 - 25 aprile 1945, Milano, Gabriele Mazzotta, 1981, OCLC 848220492.
- Laura Antonelli, Voci dalla storia: le donne della Resistenza in Toscana tra storie di vita e percorsi di emancipazione, Prato, Pentalinea, 2006, ISBN 88-86855-43-5.
- Valerio Chiarini, Rina (Clara) e Remo (Giovanni) : non solo i generali fanno la storia..., Empoli, Edizioni Vicolo Stretto, 2005, SBN IT\ICCU\IEI\0243264.
- Mimmo Franzinelli, Tortura, Milano, Mondadori, 23 gennaio 2018, ISBN 978-88-520-8473-7. URL consultato il 16 aprile 2020.
- Giorgio Gimelli (a cura di), Cronache militari della Resistenza in Liguria, in Contributi per la Storia della Resistenza in Liguria, vol. 5, 1969, pp. 138-139.
- Giorgio Gimelli, La Resistenza in Liguria: cronache militari e documenti, Roma, Carocci, 2005, ISBN 88-430-3373-5. URL consultato il 16 aprile 2020.
- Libertario Guerrini, Il movimento operaio nell'Empolese: 1861-1946, Roma, Editori Riuniti, 1970, SBN IT\ICCU\SBL\0371468. URL consultato il 16 aprile 2020.
- Marco Palla (a cura di), Storia della Resistenza in Toscana, Roma/Firenze, Carocci/Regione Toscana, Consiglio regionale, 2006-2009, SBN IT\ICCU\UBO\2930765.
- Paolo Pezzino (a cura di), La tradizione antifascista a Empoli 1919-1948: atti del Convegno, Empoli, Convento degli Agostiniani, 23 aprile 2004, Ospedaletto, Pisa, Pacini, 2005, ISBN 88-7781-679-1.
- Paolo Pezzino, Empoli antifascista: i fatti del 1. marzo 1921, la clandestinità e la Resistenza, con la collaborazione di Gianluca Fulvetti e appendice di Federico Ciavattone, Ospedaletto, Pisa, Pacini, 2007, ISBN 978-88-7781-905-5.
- Pietro Secchia (a cura di), Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, vol. 5, Milano, La Pietra, 1987 [1968], SBN IT\ICCU\CFI\0063025. URL consultato il 16 aprile 2020.
- Gabriella Solaro (a cura di), Il mondo di Piero: un ritratto a più voci di Piero Malvezzi, Milano, Franco Angeli, 2008, ISBN 978-88-568-0284-9.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rina Chiarini
Collegamenti esterni
modifica- Rina Chiarini Scappini, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- Daniele Lovito, Remo e Rina: storia d’un amore resistente, su L'Empovaldo, 22 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2020).
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