Rione San Silvestro

Il Rione San Silvestro è uno dei 21 rioni, borghi, comuni che partecipano la prima domenica di settembre al Palio di Asti.

Rione San Silvestro
Descrizione stemmaD'argento, al biscione visconteo d'oro, al capo troncato innestato, d'oro e d'argento
ColoriOro, argento e nero
Motto"A bon droit" e "Cominus et Eminus"
AppellativoSansilvestrini
RettoreSamantha Panza
Indirizzo della sedeVia Pietro Micca 36
Intitolazione della chiesa e ubicazioneChiesa di San Silvestro
Santo PatronoSan Silvestro I Papa
Data della festa31 dicembre
Numero di vittorie
  • per il Borgo: 1 (ultima nel 1992)
  • per il Comune: 1 (ultima nel 1992)
Simbolo rappresentativoBiscione Visconteo
Rioni, borghi o comuni avversarinessuno
Sito ufficialewww.rionesansilvestro.it
Testata periodicaVALE NEWS

Le origini

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Il rione San Silvestro, con il rione Cattedrale, è considerato uno dei quartieri più antichi della città di Asti. Il primo insediamento, che risale al periodo della fondazione della città stessa, si è costituito nella zona sopraelevata della città detta "rocca Ligure". In seguito la zona fu ampliata ed edificata dai romani, e nel periodo alto-medioevale si costruì il "Castelvecchio", che dominava la città e ne costituiva il culmine visivo.
Il rione è sostanzialmente suddiviso in due quartieri: quello sorto a valle del Castelvecchio sotto la rocca ligure e quello sviluppatosi più a sud, intorno alla chiesa di San Silvestro e agli edifici religiosi dei cistercensi. L'Incisa ci dice che il rione pur essendo molto piccolo (non più di 300/400 abitanti nel 1800) è popolato da un ceto benestante.

 
Il Rione San Silvestro nel Theatrum Statuum Sabaudiae del 1671
 
Il Castelvecchio in un'incisione Seicentesca
 
Il Castelvecchio nella interpretazione trecentesca di Ottavio Baussano

La zona del Castelvecchio

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Le prime notizie

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Il grande "castrum", già nei documenti del 924, era definito "vetus", non solamente una costruzione strategica militare, ma anche il centro del potere politico; non a caso il castello fu donato nel 938 dai re Ugo e Lotario al vescovo Brunigo, l'allora tenutario del potere temporale e spirituale della città.
Da quel momento la fortezza diventa "Castrum Episcopi" fino ai primi decenni del Duecento, quando i vescovi abbandoneranno il castello (pur mantenendone il possesso) a favore di alcune residenze fortificate nella diocesi di Asti (Bene Vagienna, Vezza d'Alba, Sant'Albano Stura) che occupavano durante l'anno per poter controllare meglio le popolazioni locali più turbolente.
Dagli studi di Renato Bordone, riportati da G.Bera nel suo libro Asti : Edifici e Palazzi nel medioevo, egli descrive il Castelvecchio come una serie di costruzioni, tra cui la dimora episcopale e due edifici di culto: la chiesa di Sant'Ambrogio (diventata nel 1024 di Sant'Aniano) e la cappella di Santa Maria in Castello (probabilmente la cappella privata episcopale). Tutt'intorno un recinto fortificato con fossati e cortine murarie.
Il complesso era separato dal resto del perimetro murario della città tramite un fossato. Solo verso il Duecento il castello fu inglobato nelle fortificazioni cittadine.
Nel 1297, la potente fazione dei De Castello, dopo aver espulso le famiglie guelfe dalla città, occuparono il castello ampliandolo e dotandolo di nuove fortificazioni, trasformandolo in una vera e propria cittadella fortificata.
Castelvecchio tornò di pertinenza vescovile dopo alcuni anni.

Dalla prima metà del Trecento, il castello passò sotto la proprietà laica, le signorie Viscontee, prima con Luchino, poi con Gian Galeazzo, ingrandirono il castello.
Le modifiche strutturali sono visibili nella carta del Theatrum Statuum Sabaudiae, dove si vede una costruzione a base quadrata, molto simile ai castelli Viscontei trecenteschi presenti nel nord Italia.
All'interno il cortile era suddiviso in quattro corti, con nove torrette che sporgevano dai vertici di ogni "quadra".
Sottostante il Castelvecchio, si apriva la contrada di San Maurizio caratterizzata dalla grande chiesa domenicana della Maddalena. Più a sud verso la chiesa di San Silvestro, vi era la contrada di San Michele, che prendeva nome dall'omonima chiesa che sorgeva nell'area tra via Morelli, via Testa, via Castello e via De Gasperi. Sempre in via de Gasperi, si apriva la porta di San Michele.

L'area della chiesa di San Silvestro

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Nel Seicento, le antiche contrade medievali assunsero il nome di "ventine", ognuna con una piazza principale che fungeva da centro di aggregazione (per balli o feste) in tempo di pace, o piazza d'armi in cui si concentravano gli uomini, pronti a mobilitarsi nel periodo bellico.
L'area intorno alla chiesa di San Silvestro era denominata ventina Grattapaglia ed aveva come centro di raccolta la piazza d'armi di San Michele sotto il Castello.
Nella zona più orientale del rione, ai confini col borgo Santa Maria Nuova, vi era la contrada de Pena di Oro, corrispondente all'attuale via M.D'Azeglio, prendeva il nome probabilmente dall'osteria della Piuma d'oro.
Nel XVI secolo si insediò la famiglia Ventura che dette i natali allo speziale Guglielmo Ventura, famoso cronista astese medievale.

La chiesa di San Silvestro

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Silvestro in Asti.

La tradizione vuole che sia stata edificata intorno ai primi decenni dell'anno Mille e nel 1094 consacrata da papa Urbano II.
Nei secoli ha subito molte modifiche e rimaneggiamenti fino alla seconda metà del XVIII secolo: un po' per far fronte al gusto dell'epoca, un po' per la precarietà del fabbricato, la chiesa fu nuovamente demolita e ricostruita in stile barocco (come la vediamo ancora oggi) secondo il disegno del geometra Rostagno. Nel 1870 fu consacrata e nel 1891 fu completato anche il campanile.

La Consolata

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Consolata e monastero cistercense in Asti.

A poche centinaia di metri dalla chiesa di San Silvestro in direzione sud-ovest, si trova il complesso barocco della Consolata. Si tratta della chiesa intitolata a San Teobaldo attigua al complesso monastico dei Cistercensi; i fabbricati sono stati donati nel XVI secolo dal conte Giovanni Francesco Ponte e dalla famiglia Pergamo.
Con la soppressione degli ordini regolari monastici, nel 1803 il monastero divenne casa delle orfane.
Alla chiesa della Consolata fu trasferito il coro ligneo dalla chiesa di Sant'Anna e il 13 dicembre dello stesso anno, si fece la solenne apertura della chiesa con il vescovo Gattinara.

 
Stemma orleanese e visconteo sullo scudo del Sole astigiano

Lo stemma

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Narra la tradizione che Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, e in seguito sua figlia Valentina, cognata del re di Francia Carlo VI, durante la loro permanenza in Asti, siano stati ospiti nel rione San Silvestro presso la "Domus Magna", un edificio localizzato nelle immediate vicinanze della chiesa di San Silvestro. Per questo motivo il rione ha inserito nel vessillo oro/argento (tradizionalmente i colori papali), il biscione visconteo ed i gigli reali.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Confraternite e Compagnie al Palio di Asti.

Il rione considera le vittorie seicentesche e settecentesche della Confraternita della Annunziata come proprie per la numerosa presenza nei confratelli di rionaioli di San Silvestro. Queste vittorie (esattamente quarantasette), sono contese al rione San Secondo nel cui territorio vi era l'ubicazione della Confraternita (piazza Medici, contrada di San Giovanni della Fontana).
Nel periodo moderno, il rione San Silvestro ha vinto il palio:

  • 1992, con il fantino Angelo De Pau detto Lucifero ed il cavallo Ulita Deis.

Bibliografia

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  • Antichi cronisti astesi, Bordone Ratti Simonetta, Ed. dell'Orso 1990
  • Asti Medievale , Bianco A. Ed CRA 1960
  • Asti S.Secondo dei mercanti Monaca G.,Lorenzo Fornaca-Gribaudo editori Asti 1997
  • Bera G. Asti edifici e palazzi nel medioevo.ediz.Gribaudo-L.Fornaca Se Di Co 2004 ISBN 88-8058-886-9
  • Bobba Vergano Antiche zecche della provincia di Asti. Bobba ed. 1971
  • Bordone R. Dalla carità al credito. C.R.A. 2005
  • Bordone R. Araldica astigiana ,Allemandi 2001
  • AA.VV., Confraternite, archivi, edifici, arredi nell'astigiano dal XVII al XX secolo, A.Torre 1999 Torino
  • AA.VV., Il Palio di Asti, a cura di Angelo Timò, Asti 1935
  • Angelo Timò, Il Palio di Asti , un'antica tradizione, in "Alexandria, rivista mensile della provincia", anno 1, n°1, Alessandria, 1931
  • Pier Luigi Bassignana (a cura di). Il palio di Asti. Torino, Ed. Umberto Allemandi, 2004, ISBN 884221227X
  • Luigi Baudolin. Il Palio di Asti. Torino, Ed. AEDA, 1970
  • Gian Luigi Bera,Asti edifici e palazzi nel medioevo., Gribaudo e Lorenzo Fornaca Editore Se Di Co 2004 ISBN 88-8058-886-9
  • don Alfredo Bianco. Asti Medievale. Asti, Ed. Cassa di Risparmio di Asti, 1960
    • Asti ai tempi della rivoluzione. Ed CRA 1960
  • Cipolla Carlo, Appunti per la storia di Asti, 1891
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  • Giuseppe Crosa,Asti nel sette-ottocento,Lorenzo Fornaca- Gribaudo Editore. 1993 Asti
  • Ferro, Arleri, Campassi, Antichi Cronisti Astesi, ed. dell'Orso 1990 ISBN 88-7649-061-2
  • Niccola Gabiani. Il Palio di Asti. allegato ad "Alexandria, rivista mensile della provincia", Asti, 1931
  • Giovanni Giraudi. Con gli sbandieratori il Palio di Asti nel mondo. Asti, Tipografia Arti Grafiche, 1988
  • Venanzio Malfatto. Il Palio di Asti: storia, vita, costume. Madonna dell'Olmetto, Ed. Agami, 1989
    • Asti itinerari della memoria ,ed. Agami 1993
  • Gianfranco Monaca. Asti: San Secondo dei mercanti - Un contributo per la mitologia della città.Asti, Ed. Lorenzo Fornaca-Gribaudo 1997
  • Anna Peyrot, Asti e l'Astigiano ,tip. Torinese Ed. 1983
  • Quintino Sella, Codex Astensis, Roma tip. dei Lincei 1887
  • Paolo Raviola, Lacrime e sorrisi, Asti, Promo Pubblicità Editore-Lorenzo Fornaca 2007
    • Asti, la sua storia, il suo Palio, Promo Pubblicità Editore, 2006
  • Stefano Robino. Rievocazioni e attualità di Santa Maria Nuova in Asti: cenni storici, artistici, liturgici. Asti, Ed. Tipografia moderna, 1936
  • Lodovico Vergano. Il palio di Asti: cronache e documenti. Asti, Scuola Tipografica S. Giuseppe, 1969

Voci correlate

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