Ripetizione dilazionata

sistema di apprendimento
(Reindirizzamento da Ripetizione spaziata)

Un sistema di ripetizione dilazionata, o ripetizione spaziata (in inglese Spaced Repetition System, SRS), è un sistema didattico volto all'ausilio della memorizzazione di informazioni. Esso sfrutta l'"effetto di spaziatura" o "effetto di distribuzione temporale", ovvero il fatto che la memorizzazione a lungo termine di una informazione è più facile quando essa viene ripetuta poche volte su tempi lunghi anziché molte volte su tempi brevi. Nella maggior parte dei casi l'SRS viene utilizzato sotto forma di un programma per computer (Spaced Repetition Software). Tali programmi gestiscono le informazioni da memorizzare, solitamente chiamate "carte" (in inglese flashcard, in tedesco Lernkartei), calcolando di volta in volta gli intervalli temporali di ripetizione più adatti.

Prima dell'avvento dell'informatica i primi studi di memorizzazione venivano fatti con flashcard in cartoncino
 
Rappresentazione grafica di tipiche curve dell'oblio

I primi studi sull'argomento sono dovuti ad Hermann Ebbinghaus (1850-1909): questo filosofo e psicologo tedesco teorizzò la "curva dell'oblio" e l'"effetto di spaziatura" nel suo saggio del 1885 intitolato Über das Gedächtnis (tradotto in "Memoria. Un contributo alla psicologia sperimentale");[1] il libro segnò l'inizio di una nuova disciplina: la psicologia cognitiva.

Curva dell'oblio

modifica

Ebbinghaus nei suoi studi preparò delle liste di sillabe senza senso (costituite da combinazioni casuali consonante-vocale-consonante come "WID" o "ZOF") e misurò quanto impiegava a dimenticarle e impararle di nuovo. Lo scienziato si esercitava recitando a memoria al ritmo di 2,5 sillabe al secondo: mantenendo un rigore marziale, egli si allenò per più di un anno. Poi, per mostrare che i risultati che stava ottenendo non erano casuali, ripeté l'intero set di esperimenti tre anni dopo, elaborando quindi la sua teoria riguardo alla "curva dell'oblio" (forgetting curve in inglese o Vergessenskurve in tedesco).[1] L'oblio segue un ritmo esponenziale: un fatto è velocemente dimenticato nelle prime ore, e poi in pratica tende a decadere con più lentezza.

Effetto di spaziatura

modifica
 
Rappresentazione grafica del principio su cui si basa il sistema delle ripetizioni dilazionate: ogni richiamo viene effettuato raggiunto un livello di soglia minima del ricordo e cade ad intervalli temporali crescenti

Un altro risultato ottenuto dallo psicologo fu l'identificazione dell'"effetto di spaziatura" (spacing effect). Questo fenomeno prevede che imparare del materiale attraverso una distribuzione nel tempo dei ripassi di quanto memorizzato per la prima volta, sia più efficace che cercare di ricordare tutto facendo una sola sessione di memorizzazione.[2]

In pratica, questo effetto suggerisce che fare un solo ripasso la notte prima di un esame, non sarà così utile quanto lo sarebbe fare più ripassi di quanto già imparato, a diversi intervalli di tempo, nel quadro di un lasso di tempo più lungo.[3]

Bisogna sottolineare che i benefici delle presentazioni spaziate non sono così evidenti negli intervalli più brevi, e quindi in un intervallo di tempo ridotto un'esposizione massificata porta ad un risultato migliore. L'effetto di spaziatura può essere schematizzato con il concetto che la curva dell'oblio è soggetta a una dilatazione se il materiale che si vuole imparare viene ripassato prima che abbia raggiunto una certa soglia di oblio. Dall'idea di sfruttare l'effetto di spaziatura nascono le "ripetizioni spaziate" (spaced repetition), una tecnica di apprendimento che prevede l'uso di crescenti intervalli di tempo tra ripassi successivi di materiale precedentemente imparato.

Il concetto su cui si basa il metodo sfata il luogo comune che "più si ripete meglio è". È stata convinzione diffusa che sia consigliabile ripassare il più spesso possibile: la verità è che non solo le ripetizioni frequenti sono uno spreco di tempo prezioso, ma possono anche impedirci di formare ricordi stabili. La via più veloce per costruire ricordi duraturi è ripetere il proprio materiale in momenti determinati con precisione; per ottenere il tutto con il minimo sforzo bisogna usare le ripetizioni dilazionate.

Altri studi

modifica

Dopo quelli di Ebbinghaus furono pubblicati altri lavori accademici, fra cui Psychology of Study di Cecil Alec Mace (1932). Nel 1939, H.F. Spitzer misurò l'effetto di spaziatura su 3600 studenti,[4] dimostrando l'efficacia del metodo. Negli anni '60 gli psicologi cognitivi ripresero interesse per questi studi, fra cui Melton[5] e Landauer & Bjork,[6] che esplorarono più in dettaglio gli effetti della lunghezza della dilazione di ripetizione per migliorare il ricordo. Alcuni studi sembrano indicare che la lunghezza precisa dell'intervallo di ripetizione non abbia un grande influenza sull'efficacia dell'algoritmo di studio implementato[7] mentre altri studi sembrano suggerire una certa differenza di efficacia fra intervalli variabili e intervalli prefissati.[8]

Il sistema Leitner

modifica
  Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema Leitner.
 
Nel sistema Leitner risposte corrette fanno avanzare le carte e risposte sbagliate le fanno retrocedere. Ogni scatola contiene carte che vanno testate ad intervalli differenti

Il precursore di questa tecnica fu Sebastian Leitner (1919-1989), il quale la applicò ad un rudimentale sistema di studio di memorizzazione generica.

Leitner era un divulgatore scientifico tedesco che nel 1973 pubblicò So lernt man lernen ("Come imparare ad imparare"), dove descriveva il "sistema Leitner": il metodo prevedeva la formulazione delle nozioni da imparare come accoppiate domanda e risposta, le quali dovevano essere scritte una davanti e una dietro un cartoncino per il ripasso, chiamato in tedesco Lernkartei (noto internazionalmente come flashcard); i mazzi di flashcard venivano tenuti in scatole graduate per difficoltà delle informazioni contenute.[9][10]

Si pescava ogni giorno dalla scatola più difficile, interrogandosi con il davanti della carta: se si sapeva rispondere, la carta poteva passare alla scatola successiva, più facile, se non si ricordava il dietro della carta, questa doveva rimanere tra le difficili. I mazzi più facili andavano rivisti meno frequentemente, ad intervalli prestabiliti (esempio: mazzo 2 ogni 3 giorni, mazzo 3 ogni 6, mazzo 4 ogni 10), se si sbagliava una risposta dei mazzi più facili, la flashcard andava riportata al mazzo difficile.

Sistema d'apprendimento linguistico Pimsleur

modifica

Il linguista Paul Pimsleur nel 1967 pubblicò degli studi proponendo un suo metodo di apprendimento linguistico, basato in gran parte sul principio della ripetizione spaziata.[11] Il sistema d'apprendimento linguistico Pimsleur è basato su tempi di ripetizione molto precisi, come: 5 secondi, 25 secondi, 2 minuti, 10 minuti, 1 ora, 5 ore, 1 giorno, 5 giorni, 25 giorni, 4 mesi e 2 anni.

Software

modifica
 
Anki, un noto software che implementa i principi della ripetizione spaziata con algoritmo SM

Gli algoritmi utilizzati dai principali software sono di vari tipi:

  • Basati su reti neurali (come ad esempio FullRecall)
  • Basati sul Sistema Leitner - 5 livelli arbitrari con tempi di ripetizione predefiniti (come per esempio jMemorize)
  • Algoritmi basati sul sistema SM (SuperMemo) - questo algoritmo è fra i più diffusi

La prima trasposizione sul computer: SuperMemo

modifica

Nel 1982 Piotr Wozniak, uno studente polacco di Biologia molecolare, era insoddisfatto dei suoi progressi nello studio, così si imbarcò - ignaro degli studi di Ebbinghaus - in uno studio personale, che lo portò infine allo sviluppo di SuperMemo. Nel 1987, passato agli studi di Informatica, scrisse il suo primo programma per computer che impiegava le ripetizioni spaziate, adesso noto come SuperMemo. Le varie versioni del programma hanno portato ad evoluzioni diverse dell'algoritmo utilizzato, modificato e migliorato da Wozniak mediante una sperimentazione continua effettuata in prima persona, ma il principio è semplice: l'utente analizza una flashcard elettronica come segue:

  1. SuperMemo effettua una domanda
  2. L'utente risponde basandosi sulla propria memoria
  3. Lo stesso utente, una volta visionata la risposta corretta, valuta il proprio livello di memorizzazione (da A ad E oppure da 0 a 5)

SuperMemo calcola quindi gli intervalli adatti per ogni flashcard tramite un algoritmo specifico.[12][13] L'algoritmo iniziale di Wozniak era allora implementato solo con carte fisiche e viene indicato come SM-0; la versione attuale dell'algoritmo è SM-15 (2014).[14]

Altri programmi

modifica
  1. ^ a b Memory: A Contribution to Experimental Psychology -- Ebbinghaus (1885/1913), su psychclassics.yorku.ca. URL consultato il 3 marzo 2012.
  2. ^ Daniel T. Willingham, Allocating Student Study Time: "Massed" versus "Distributed" Practice, su American Educator, American Federation of Teachers, 2002. URL consultato il 12 marzo 2012.
  3. ^ Long-Term Retention and the Spacing Effect in Free-Recall and Frequency Judgments, John J. Shaughnessy The American Journal of Psychology Vol. 90, No. 4 (1977), pag. 587-598 University of Illinois Press Article Stable
  4. ^ Spitzer, H.F. (1939). Studies in retention. Journal of Educational Psychology, 30, 641–657.
  5. ^ Melton, A. W. (1970). The situation with respect to the spacing of repetitions and memory. Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, 9, 596–606.
  6. ^ Landauer, T.K., & Bjork, R. A. (1978). Optimum rehearsal patterns and name learning. In M. Gruneberg, P.E. Morris, & R.N. Sykes (Eds.), Practical aspects of memory (pp. 625–632). London: Academic Press.
  7. ^ Cull, W. L. (2000). Untangling the benefits of multiple study opportunities and repeated testing for cued recall. Applied Cognitive Psychology, 14, 215–235.
  8. ^ Chapter 6: Is Expanded Retrieval Practice a Superior Form of Spaced Retrieval? Archiviato il 28 marzo 2014 in Internet Archive., A Critical Review of the Extant Literature, David A. Balota, J.M. Duchek, J.M. Logan
  9. ^ (DE) Sebastian Leitner, So lernt man lernen: der Weg zum Erfolg, Freiburg im Breisgau, Herder, 2007 [1973], ISBN 978-3-451-05060-2.
  10. ^ (DE) Peter Fenske, Das kleine Buch vom Lernen. Bio-logisch lernen mit der 5-Fächer-Lernbox, Bergisch Gladbach, Agrios-Buch, 2005, ISBN 3-89312-411-X.
  11. ^ Paul Pimsleur, A Memory Schedule, in The Modern Language Journal, vol. 51, n. 2, Blackwell Publishing, febbraio 1967, pp. 73–75, DOI:10.2307/321812, JSTOR 321812.
  12. ^ 3. supermemo.com: "Account of research leading to the SuperMemo method, 3.1. The approximate function of optimal intervals", su supermemo.com. URL consultato il 26 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2019).
  13. ^ 3.2. supermemo.com: "Application of a computer to improve the results obtained in working with the SuperMemo method"
  14. ^ supermemo.com: "Repetition spacing algorithm used in SuperMemo 2002 through SuperMemo 2006", su supermemo.com. URL consultato il 4 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2012).

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Programmi SRS

modifica
  Portale Istruzione: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di istruzione