Rivolta del latte

rivolta in Sardegna del 2020

Con la locuzione rivolta del latte[1], o crisi del latte[2], oppure anche guerra del latte[3][4], viene indicato lo stato di agitazione che interessò il comparto pastorale sardo nei mesi di febbraio e marzo del 2019. Gli allevatori utilizzarono una forma di protesta inedita, versavano il latte sulle strade, aggiungendo lo slogan Meglio buttarlo via. Oltre alla provocazione del latte versato, i pastori organizzarono blocchi stradali e manifestazioni davanti alle sedi delle istituzioni. A Thiesi i manifestanti avevano attaccato il caseificio Fratelli Pinna provocando danni al punto vendita e agli uffici amministrativi, oltre ad una cisterna da 30mila litri. Il problema era relativo al prezzo del latte che offrivano gli industriali: un litro di latte di pecora veniva pagato dalle aziende intorno ai 55 centesimi, i pastori chiedevano almeno un euro più Iva per ogni litro prodotto e pastorizzato.[5]

I precedenti

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Già in precedenza si erano verificate proteste e manifestazioni organizzate dalle associazioni e movimenti spontanei. Il 19 ottobre 2010, il Movimento Pastori Sardi guidato da Felice Floris organizzò un'imponente manifestazione a Cagliari per far sentire la propria voce davanti al palazzo della Regione.[6] I pastori tentarono di bloccare la strada con i cassonetti della spazzatura e furono caricati dagli agenti della polizia in tenuta antisommossa.[6] Il 28 dicembre dello stesso anno, la polizia impedì a 300 pastori sbarcati a Civitavecchia di raggiungere Roma per manifestare il proprio malcontento. I manifestanti vennero tenuti per ore isolati nella banchina prima del nuovo imbarco verso la Sardegna.[7]

Cause e fatti

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Camion cisterna svuotato dai pastori sulla SS 131

La progressiva diminuzione del prezzo del latte, pagato dai trasformatori e dalle cooperative isolane che producono il pecorino da immettere nel mercato, aveva generato un diffuso malcontento nel mondo delle campagne. In parte la causa dei crolli del prezzo era stata attribuita al problema della sovrapproduzione rispetto alla richiesta del mercato. Secondo le rilevazioni periodiche dell'Ismea, in quelle settimane il prezzo del latte ovino in Sardegna aveva subito ulteriori cali. Infatti nel mese di gennaio il prezzo medio registrato era stato pari a 62 cent/litro Iva inclusa, e ai primi di febbraio si stava attestando sui 60 cent/litro (iva inclusa). Inoltre, nello stesso mese, i costi di produzione Iva esclusa avevano raggiunto i 70 cent/litro, segnando un margine negativo per le aziende produttrici di 14 cent/litro. Da qui nasceva la protesta.[8]

Fra il gennaio e il febbraio del 2019, un grande fermento interessò vaste aree della società. Il movimento spontaneo trovò terreno fertile sui social, dove vennero pubblicati numerosi video che ritraevano gli allevatori gettare il latte appena munto in terra piuttosto che conferirlo ai camion delle cooperative. Nei giorni successivi, in tutta l'Isola, vennero effettuati da centinaia di manifestanti blocchi stradali anche sulle strade statali[9].

La protesta, nata a ridosso delle elezioni regionali, ebbe particolare risonanza mediatica a livello nazionale. I candidati a governatore di quella tornata regionale batterono molto, durante la campagna elettorale, sulla questione latte. Il confronto sui temi relativi alle campagne contrappose i candidati presidente della coalizione di centrodestra Christian Solinas e quello del Movimento 5 Stelle Francesco Desogus.[10]

Nel frattempo, il movimento spontaneo dei pastori chiedeva che venisse istituito un tavolo al quale partecipassero, oltre a rappresentanti delle campagne, la politica e gli industriali del latte (accusati di essersi arricchiti alle spalle degli allevatori) e attorno al quale si trovasse un accordo soddisfacente per tutti. Particolari tensioni si svilupparono nei pressi del caseificio dei Fratelli Pinna a Thiesi, una delle più grandi industrie casearie sarde, dove i manifestanti rimasero accampati per giorni. La struttura venne assaltata il 9 febbraio[11] mentre il 2 marzo, presso il caseificio, venne trovato un ordigno inesploso.[12]

 
Uno dei camion bruciati durante la rivolta

Una delegazione di manifestanti raggiunse i giocatori del Cagliari Calcio che nel Centro Sportivo di Assemini si preparavano all'incontro di Serie A contro il Milan. I calciatori, prima di abbandonare l'allenamento, si confrontarono con gli allevatori esprimendo la propria solidarietà. Il 10 febbraio, prima della partita con i rossoneri, scesero in campo con una maglia che recitava "Solidarietà ai pastori sardi".[13]

I rappresentanti del movimento Nenneddu Sanna e Gianuario Mugoni vennero invitati a più riprese a Roma dove si confrontarono con i ministri competenti portando avanti trattative serrate. Il 26 febbraio e il 9 marzo due camion che trasportavano latte vennero dati alle fiamme a Bitti[14] e Torralba.[15]

Soluzione della vertenza

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Nel mese di marzo 2019 venne definito un accordo tra trasformatori e allevatori in Sardegna sui prezzi di cessione del latte ovino crudo che pose fine anche all'istruttoria avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e il mercato per verificare se non fossero state poste in essere pratiche commerciali sleali[16][17]. Tutt'oggi[quando?] non c'è stata nessuna soluzione piena[non chiaro] della vertenza.

Vicende giudiziarie

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Oltre 250 pastori sono stati indagati[18] per i fatti della rivolta del latte a seguito delle identificazioni effettuate dalle forze dell'ordine mediante le immagini che documentano i vari assalti a camion e strutture e i blocchi stradali.[18] I reati contestati sono blocco stradale e manifestazione illecita, violenza privata e danneggiamento.[18]

  1. ^ Sardegna, rivolta del latte: governo convoca tavolo di filiera coi pastori. Ma la protesta non si ferma, su repubblica.it, 11 febbraio 2019.
  2. ^ Crisi del latte, l’offerta di Salvini. I pastori dicono no: troppo poco, su lastampa.it, 15 febbraio 2019.
  3. ^ (IT) Il flop della guerra del latte in Sardegna, su Agi. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  4. ^ (IT) Davide Madeddu, Latte, riesplode la protesta dei pastori sardi: «Siamo in ginocchio», su Il Sole 24 ORE, 13 febbraio 2022. URL consultato il 27 febbraio 2022.
  5. ^ Pastori sardi in rivolta contro il prezzo del latte: "Meglio buttarlo via", 9 febbraio 2020. URL consultato il 16 agosto 2023.
  6. ^ a b La protesta dei pastori sardi contro il governo, Cagliari sotto assedio, su ilfattoquotidiano.it, 19 ottobre 2010.
  7. ^ La polizia carica i pastori sardi, è polemica, su repubblica.it, 29 ottobre 2010.
  8. ^ Sardegna, rivolta del latte: governo convoca tavolo di filiera coi pastori. Ma la protesta non si ferma, su repubblica.it, 11 febbraio 2010. URL consultato il 17 agosto 2023.
  9. ^ Protesta pastori sardi, bloccata Ss 131, su ansa.it, 9 febbraio 2019.
  10. ^ Sardegna, Lega e M5s divisi sulla crisi del latte, su ilmessaggero.it, 23 febbraio 2019.
  11. ^ Assalto al caseificio, su ansa.it, 9 febbraio 2019.
  12. ^ Bomba inesplosa in caseificio Pinna, su ansa.it, 2 marzo 2019.
  13. ^ Latte: Cagliari a S.Siro, solidarietà a pastori sardi, su ansa.it, 10 febbraio 2019.
  14. ^ Violento assalto a un camioncino del latte: bruciato il mezzo e legato a un albero il conducente, su unionesarda.it, 26 febbraio 2019. URL consultato l'8 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2020).
  15. ^ Assalto dei banditi a Torralba. Incendiato camion del latte, su unionesarda.it, 9 marzo 2019.
  16. ^ Roberto La Pira, Prezzo del latte di pecora in Sardegna: Antitrust avvia un’istruttoria nei confronti dei produttori di Pecorino Romano DOP, su Il Fatto Alimentare, 14 febbraio 2019. URL consultato il 22 novembre 2020.
  17. ^ Lorenzo Tosi, L’antitrust assolve il Consorzio di tutela del Pecorino romano, su Terra e Vita, 2 luglio 2019. URL consultato il 22 novembre 2020.
  18. ^ a b c Latte: Pastori, valanga di avvisi, aumentano gli indagati, su lanuovasardegna.it, 16 novembre 2019.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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