Robert Proctor

bibliografo e bibliotecario britannico

Robert George Collier Proctor (Budleigh Salterton, 13 maggio 1868Pitztal, 6 settembre 1903) è stato un bibliografo e bibliotecario britannico, esperto di incunaboli e di tecnica tipografica.

Robert George Collier Proctor

Biografia

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Nativo del Devon, figlio di Robert Proctor e Anne Tate, era un discendente del falsario e critico shakesperiano John Payne Collier (1789-1883).[1]

Nel 1890, conseguì il Bachelor of Arts in studi classici al Corpus Christi College di Oxford, scoprendo un interesse personale per l'antiquaria, l'archeologia e la bibliografia, che lo indusse a pubblicare il catalogo degli incunaboli e i più antichi libri stampati presenti nella biblioteca del collegio.

A Oxford proseguì gli studi sul primo periodo storico della tecnica tipografica, producendo il catalogo degli incunaboli della Biblioteca Bodleiana, del New College e del Brasenose College.[2]

Nel 1893 si unì al British Museum come assistente del Dipartimento dei Libri Stampati. In breve tempo, divenne un esperto della stampa tipografica, oltreché un conoscitore di qualsiasi font che fosse stato impiegato in Europa prima del 1520.[2][3] Nel catalogo intitolato An Index to the Early Printed Books in the British Museum, pubblicato in tre volumi dal 1898 al 1903, riclassificò l'intera collezione di incunaboli del British Museum in base alla rispettiva provenienza geografica, secondo un sistema di catalogazione che da lui prese il nome di "ordine Proctor". Inoltre, ideò un carattere tipografico per la lingua greca, derivandolo da quello della Bibbia Poliglotta Complutense.[2]

Fra il 1902 e il 1903, pubblicò le traduzioni delle saghe islandesi Vápnfirðinga e Laxdæla, insieme a William Morris per conto della casa editrice Kelmscott Press.[4][5][6]

Ad agosto del 1903, iniziò un'esplorazione in solitaria delle Alpi Austriache, dalla quale non ritornò più indietro. Lasciata Pitztal il 5 settembre senza una guida alpina, non si ebbero più notizie a suo riguardo. A dicembre del 1903, il giudice firmò la dichiarazione di morte presunta,[7] mentre l'amico e collega bibliofilo Sydney Cockerell affermò che poteva essersi trattato di un suicidio.[8]

Nel 1905 fu istituito un fondo commemorativo che servì a finanziare la pubblicazione postuma dei suoi Bibliographical Essays e delle ultime tre parti del suo Index, che riguardavano i libri la cui stampa era datata fra il 1501 e il 1520.[4]

Eredità

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Ancora nel XX secolo, importanti collezioni di incunaboli erano catalogate e posizionate fisicamente secondo l'ordine di Proctor: Paese / città / tipografo / ordine cronologico.

  1. ^ Barry Johnson, Lost in the Alps: A Portrait of Robert Proctor, the "Great Bibliographer" and of His Career in the British Museum, London, B.C. Johnson, 1985, p. 7, OCLC 17484098.
  2. ^ a b c Lee 1912, p. 140.
  3. ^ Alfred W. Pollard, Robert Proctor (PDF), in The Library, 2nd Series, vol. 5, n. 17, January 1904, p. 15, DOI:10.1093/library/s2-V.17.1.
  4. ^ a b Lee 1912, p. 141.
  5. ^ The Tale of the Weaponfirthers, Translated by Robert Proctor, Edinburgh, Printed by T. and A. Constable, 1902, OCLC 3676154.
  6. ^ The Story of the Laxdalers, Translated by Robert Proctor, London, Printed for the translator by Charles Whittingham & Company, and to be obtained at the Chiswick Press, 1903, OCLC 3004467.
  7. ^ Barry Johnson, Lost in the Alps: A Portrait of Robert Proctor, the "Great Bibliographer" and of His Career in the British Museum, London, B.C. Johnson, 1985, OCLC 17484098.
  8. ^ Robert Proctor, William Morris and the Mysterious Death of 'the great bibliographer', in Special Collections and Archives (SCOLAR), Cardiff University, 11 giugno 2013. URL consultato il 12 gennaio 2014.
  9. ^ L'opera fu completata dopo la morte di Proctor da Frank Isaac con un quarto volume: Part II: MDI-MDXX, section II-III: Italy, Switzerland and Eastern Europe, London, Bernard Quaritch, 1938.

Bibliografia

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