Rugby Roma Olimpic Club 1930
Rugby Roma Olimpic Club 1930 è un club italiano di rugby a 15.
Rugby Roma Olimpic Club 1930 Rugby a 15 | |
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Uniformi di gara | |
Colori | bianco e nero |
Dati societari | |
Città | Roma |
Paese | Italia |
Sede | Via di Tor Pagnotta 351, 00143 Roma |
Federazione | Federazione Italiana Rugby |
Campionato | Serie A |
Fondazione | 1930 |
Scioglimento | 2011 |
Rifondazione | 2015 |
Storico nomi |
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Sponsor tecnico | Macron |
Presidente | Roberto Corvo |
Allenatore | Daniele Montella |
Palmarès | |
Scudetti | 5 |
Coppe Italia | 2 |
Stadio | |
C.S. Renato Speziali Via di Tor Pagnotta 351, Roma (4 000 posti) | |
Dati aggiornati al 30 aprile 2022 | |
Fondato nel 1930, ha sede a Roma e nella sua storia ha vinto cinque titoli nazionali (il primo nel 1935, il più recente nel 2000). Conobbe i suoi periodi migliori negli anni trenta, nell’immediato dopoguerra, negli anni settanta e, infine, nella seconda metà dei novanta, culminati nella Coppa Italia del 1998 e nel citato scudetto del 2000. Fornì inoltre numerosi elementi alla Nazionale italiana, tra i più noti dei quali Paolo Rosi, Ambrogio Bona e, in epoca più recente, Giampiero De Carli e Giampiero Mazzi.
Dopo la retrocessione in serie A1 nel 2004, dal 2008 al 2011 militò nuovamente in prima divisione. Il 1º agosto 2011, a causa di una crisi societaria che portò a un cambio di proprietà, la società assunse la denominazione di Rugby Roma Olimpic 1930 ar.l. ma fu esclusa dal campionato per mancata presentazione di garanzie finanziarie. Nel 2015 si ricostituì una società, la Rugby Roma Olimpic Club 1930, che si iscrisse al campionato di serie C vincendolo alla prima stagione e guadagnando la promozione in serie B nel 2016, serie in cui ha militato stabilmente fino alla promozione in serie A, la seconda divisione nazionale, avvenuta nel 2023.
Il terreno interno di gioco è, dal 2017, l’ex circolo sportivo Prato Smeraldo in zona Tor Pagnotta, nella periferia meridionale della Capitale. Dal 1969 al 2011 disputò altresì le gare interne allo stadio Tre Fontane nel quartiere EUR; tra gli altri campi di gioco figura anche lo stadio Flaminio.
Storia
modificaIl club fu fondato il 21 ottobre 1930 a Roma in un appartamento in Via Torlonia, abitazione dei fratelli Vinci[1], rugbisti storici che fecero parte delle prime formazioni della Nazionale italiana, compresa la partita d’esordio assoluto del 1929 contro la Spagna. I colori del club furono suggeriti dai fratelli italo-argentini Giuseppe e Tullio Bigi, cresciuti nel Club Atlético de San Isidro le cui uniformi di gara sono a strisce orizzontali bianche e nere[2].
Il nuovo club s’impose quasi subito nel panorama sportivo nazionale, tanto da giungere alla finale scudetto nella sua prima stagione di campionato, sconfitta dall’Amatori Milano. Tentò di nuovo di portare il titolo nazionale via da Milano nel 1933-34, fermandosi, ancora, al secondo posto nel girone scudetto[3]. Nel 1935 riuscì a vincere il suo primo titolo di campione d’Italia[3], bissando l’impresa due stagioni dopo[4]. Il Rugby Roma si propose come sfidante dell’Amatori anche sul piano dello stile di gioco: Milano, allenata dal francese Julien Saby, adottava un’ortodossa formazione degli avanti con tre prime, due seconde e tre terze linee con gioco largo sui tre quarti[5] laddove Roma, guidata dal sudafricano Pierre Theron, si affidava a un innovativo, per l’epoca, schieramento con quattro seconde e una terza linea alle spalle dei due piloni e del tallonatore, preferendo il gioco al piede e la profondità[5]. Nell’anno della sua seconda affermazione nazionale dapprima il club confluì nell’A.S. Roma, poi sopraggiunsero problemi tecnici ed economici che causarono la cessazione delle attività del club, che fu rifondato circa tre anni più tardi a opera di alcuni suoi ex giocatori come Amatori Rugby Roma. A causa degli eventi bellici incombenti, tuttavia, la rinata squadra rimase di fatto inattiva a livello ufficiale.
Dopo la guerra, nell’ottobre 1946, il Rugby Roma incorporò un altro club della Capitale, l'Olimpic ’44, dal quale ingaggiò anche gli uomini migliori[6]: la nuova formazione prese il nome di Rugby Roma Olimpic e sotto la guida di quello che fu considerato il miglior rugbista italiano di quel periodo, il tre quarti centro Paolo Rosi[7] (in seguito giornalista sportivo per la Rai fino agli anni novanta), vinse due scudetti di seguito, nel 1948 in finale contro l’Amatori Milano e, a seguire, nel 1949 in casa del Parma. Un altro giocatore di prestigio, che militò in quegli anni nella Rugby Roma e in Nazionale, fu Piermarcello Farinelli, milanese trapiantato a Roma, nipote di Pietro Mascagni e nella vita di tutti i giorni medico cardiologo con studio in via Margutta.
Dopo alcune occasioni sfiorate nel decennio successivo, nel 1958 il club retrocesse in serie B e, l’anno successivo, decise di ritirare la prima squadra, limitandosi all’attività giovanile. Ripartito a metà degli anni sessanta dalla serie C, la promozione nella massima categoria giunse nel 1969, anno in cui il club incorporò un’altra squadra, quasi omonima di quella assorbita vent’anni prima, l'Olimpic 52 Roma.
Negli anni settanta militarono nella Capitale importanti nomi del rugby nazionale internazionale tra i quali l’azzurro Rocco Caligiuri, estremo che con l’Italia fu il primo giocatore a realizzare tre drop in un test match (a Johannesburg, nel 1973), gli inglesi Brian Ashton e Dick Greenwood (il primo, mediano di mischia, da allenatore divenne C.T. dell’Inghilterra alla Coppa del Mondo di rugby 2007), Ambrogio Bona, pilone della Nazionale italiana con 50 caps. A guidare dalla panchina il club nomi altrettanto d’eccezione, come il gallese Roy Bish, già C.T. della Nazionale italiana, ritenuto grande innovatore degli schemi di gioco e dei metodi di allenamento.
Dopo avere sfiorato la poule scudetto nel 1985 la squadra retrocesse inopinatamente nel 1986 in serie A2. Sfiorata la promozione nel 1990, la squadra tornò in A1 l’anno seguente. Nel 1998, 50 anni dopo il suo trofeo più recente, vinse la Coppa Italia e, nel 1999-2000, in finale contro L'Aquila, vinse il suo 5º titolo di campione d’Italia sotto la sponsorizzazione di Radio Dimensione Suono[8].
Come già accaduto nel 1937 dopo la vittoria del secondo titolo, la società, nonostante il primato nazionale, incontrò una grave crisi finanziaria: non bastò l’accordo di sponsorizzazione con la Lottomatica per garantire gli stipendi e nel pieno della stagione di Super 10 2001-02 la dirigenza arrivò a chiedere ad alcuni giocatori di scendere in campo senza compenso; a fronte di qualche adesione, vi furono numerose richieste di scioglimento del contratto[9]. Alla fine della stagione la squadra riuscì a salvarsi e a rimanere nell’appena istituito Super10, ma non poté evitare la retrocessione nel 2004. La società fu rilevata dal gruppo immobiliare Abbondanza, titolare, tra gli altri, del marchio Futura Park che diede il nome alla squadra, e nel 2006 perse la finale per il ritorno in massima serie. Nel 2008, sotto la guida tecnica dell’ex giocatore internazionale Stefano Bordon, disputò e vinse la finale contro L'Aquila conquistando la promozione in Super10. Bordon fu esonerato il 20 gennaio 2009 per ragioni mai dichiarate[10] e la squadra fu presa in mano dal viceallenatore Carlo Pratichetti[10]. In quella stessa stagione si qualificò per la Challenge Cup 2009-10, la sua più recente apparizione europea.
Una crisi societaria dovuta al disimpegno del proprietario Paolo Abbondanza portò la società, nel luglio 2011, sull’orlo del fallimento e della cancellazione[11]. Un gruppo di ex rugbisti della Capitale, guidati da Umberto Montella, già giocatore del club, ne rilevò il titolo sportivo, presentando contestualmente alla FIR la richiesta di mantenere l’affiliazione al campionato d’Eccellenza: l’istanza di modifica societaria in Rugby Roma Olimpic 1930 ar.l. fu accolta il 1º agosto 2011, ma nel contempo fu negata l’iscrizione al campionato[12].
La rifondazione
modificaSulle ceneri del Rugby Roma Olimpic sorsero, nel 2011, la Nuova Rugby Roma, operante a livello giovanile e, nel 2015, la Rugby Roma Olimpic Club 1930 per iniziativa di circa 50 soci fondatori guidati da alcuni ex giocatori dello scudetto del 2000 e dall’italo-argentino Javier Pértile che militò a Roma fino al 1999. Quest’ultima, che nello statuto si dichiara erede morale della tradizione della vecchia Rugby Roma[13], si iscrisse alla serie C e già nella stagione di esordio fu promossa in serie B. Nel 2017 prese in locazione per 15 anni l’ex circolo del tennis di Prato Smeraldo in località Tor Pagnotta, nella periferia meridionale della città[14], struttura ribattezzata in onore del presidente del quinto scudetto, Renato Speziali[13].
Dopo sette stagioni in serie B (di cui due annullate per via della pandemia di COVID-19) è giunta la promozione in serie A con due giornate d'anticipo al termine della stagione 2022-23[15].
Colori e simboli delle uniformi
modificaI colori sociali del club sono il bianco, il nero e il verde. Come detto, nella riunione istitutiva del club vi erano diversi soci fondatori oltre ai fratelli Vinci; tra di essi i fratelli Bigi, cresciuti a San Isidro, nella provincia di Buenos Aires[2]; formatisi in una delle due compagini della cittadina, il Club Atlético de San Isidro (o CASI), proposero i colori sociali bianconeri di tale squadra in segno di omaggio[2].
La tenuta di gioco è a strisce bianche e nere orizzontali, con pantaloncini neri e calzettoni verdi: quest’ultimo colore fu ereditato dall’Olimpic ’44 le cui uniformi erano completamente verdi. Le seconde tenute sono variate nel tempo: da magliette completamente bianche a color carne negli anni 2000, fino a quella completamente nera adottata dalla nuova società dal 2015.
Il primo simbolo della società era un elmo da gladiatore, che tuttora rimane come simbolo caratteristico, anche se il logo attuale è uno scudo di forma vagamente ottagonale con lati concavi, la cui metà sinistra è bianca e quella destra è nera. All'interno di ciascuna delle due metà, di colore rispettivamente nero e bianco, si trovano due “R” maiuscole a indicare l'acronimo del club, Rugby Roma. Due nastri verdi circondano il logo: su quello superiore si trova scritto in maiuscolo e lettere dorate “RUGBY ROMA” e in quello inferiore, con gli stessi caratteri, “OLIMPIC”. Tale logo è anche quello della Rugby Roma Olimpic Club 1930.
Cronologia
modificaCronistoria del Rugby Roma Olimpic 1930 |
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Palmarès
modifica- Campionati italiani: 5
- Coppe Italia: 1
- 1998-99
- Trofei Eccellenza : 1
Giocatori rappresentativi
modificaI giocatori di seguito elencati hanno militato in passato nel Rugby Roma Olimpic. Tra di essi si segnala il già citato Paolo Rosi (1924-97), già Nazionale negli anni quaranta e cinquanta del XX secolo. Poi passato alla carriera giornalistica come commentatore televisivo, Paolo Rosi disputò 12 incontri in Nazionale e fu il primo italiano a essere invitato in una selezione internazionale europea per affrontare un XV dell'Inghilterra.[7]
Entrambi gli inglesi Brian Ashton e Dick Greenwood, che militarono nel club negli anni settanta, divennero in seguito commissari tecnici della Nazionale del loro Paese.
Stagioni
modificaOnorificenze
modificaNote
modifica- ^ La nostra storia, su rugbyroma.it, Rugby Roma Olimpic Club 1930. URL consultato il 24 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
- ^ a b c Massimo Calandri, I Vinci, la famiglia del rugby diventa una mostra, in la Repubblica, 13 marzo 2014. URL consultato il 24 ottobre 2018.
- ^ a b Volpe, pag. 19.
- ^ Volpe, pag. 20.
- ^ a b Sesta nazione, Francesco Volpe, «Sfida Milano-Roma», pag. 25.
- ^ In attesa del confronto Roma Parigi del 12 ottobre, in Corriere dello Sport, n. 256, 2 ottobre 1946, p. 2. URL consultato il 10 aprile 2017.
- ^ a b Mario Gherarducci, Addio Rosi, voce dello sport, leggenda in TV, in Corriere della Sera, 1º maggio 1997. URL consultato il 24 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2009).
- ^ Carlo Gobbi, Roma torna capitale, in la Gazzetta dello Sport, 18 giugno 2000. URL consultato il 26 gennaio 2010.
- ^ Valerio Vecchiarelli, Lottomatica nel caos, la squadra invitata a giocare gratis, in Corriere della Sera. URL consultato il 29 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2009).
- ^ a b Rugby, Futura Park esonera Bordon, in Rai Sport, 20 gennaio 2009. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato il 17 marzo 2016).
- ^ Eduardo Lubrano, Rugby Roma sconfitta dai debiti dopo 5 scudetti e 81 anni di storia, in la Repubblica, 23 luglio 2011. URL consultato il 9 agosto 2011.
- ^ Comunicato federale FIR nº 1 stagione sportiva 2011-12 (PDF), su federugby.it. URL consultato il 9 agosto 2011.
- ^ a b Paolo Ricci Bitti, La Rugby Roma Olimpic Club riparte intestando il nuovo impianto a Renato Speziali, in il Messaggero, 7 giugno 2017. URL consultato il 24 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).
- ^ Eduardo Lubrano, La Rugby Roma Olimpic Club trova casa nell’ex Prato Smeraldo, in la Repubblica, 7 ottobre 2016. URL consultato il 7 aprile 2016.
- ^ Il Rugby Roma Olimpic in serie A, in Rai News, 2 maggio 2023. URL consultato il 13 maggio 2023 (archiviato il 10 maggio 2023).
- ^ a b Stelle al merito sportivo, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano. URL consultato il 18 gennaio 2018.
Bibliografia
modifica- Francesco Volpe e Paolo Pacitti, Rugby 2009, Roma, ZESI, 2008 [1996].
- Gianluca Barca, Gian Franco Bellè (a cura di), La sesta nazione. Ottant'anni di storia della Federazione Italiana Rugby, Parma, Grafiche Step, 2008, ISBN 1-01-000003530-7.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rugby Roma
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su rugbyroma.it.