San Calepodio
Calepodio, Calepodius in latino (... – 232), è stato un presbitero romano.
San Calepodio | |
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Prete e martire | |
Morte | 232 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 10 maggio |
Attributi | Palma |
Subì il martirio insieme ad altri sotto l'imperatore Alessandro Severo. La Chiesa cattolica lo venera come santo.
Biografia
modificaIl nome Calepodio deriva dal soprannome di una famiglia latina e significa "che ha bei piedi".
Quello che sappiamo della sua vita è limitato a quanto diceva il Martirologio Romano precedente l'attuale edizione del 2001, alla data del 10 maggio:
«A Roma il beato Calepodio, Prete e Martire, il quale dall'Imperatore Alessandro fu fatto uccidere colla spada, ed il suo corpo fu trascinato per la città e gettato nel Tevere. Il Papa Callisto poi, avendolo ritrovato, lo seppellì. Fu pure decollato il Console Palmazio colla moglie, coi figlioli ed altri quarantadue della sua casa dell'uno e dell'altro sesso; inoltre il Senatore Simplicio colla moglie ed altri sessantotto della sua famiglia; come pure anche Felice colla sua moglie Blanda. Le loro teste poi furono appese alle diverse porte di Roma, a terrore dei Cristiani.»
San Calepodio non compare, invece, nell'attuale Martirologio Romano.
Culto
modificaLa Chiesa lo ricorda il 10 maggio. Il santo fu sepolto da papa Callisto I, che gli dedicò la catacomba sita al III miglio della Via Aurelia. Il suo corpo, insieme a quello di papa Cornelio e di papa Callisto I, fu rinvenuto nella basilica di Santa Maria in Trastevere da papa Gregorio IV, che li depose ai piedi dell'altare maggiore e mandò alcune reliquie a Fulda ed a Cysoing.
Collegamenti esterni
modifica- San Calepodio, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.