San Liberatore
San Liberatore (fl. IV secolo) fu un martire cristiano, venerato come santo da tutte le Chiese che ne ammettono il culto. È generalmente commemorato quale vescovo e martire, benché sia molto dubbio che fosse vescovo. La memoria liturgica è da ricordare nel giorno 15 maggio.
San Liberatore | |
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Martire | |
Nascita | entro il III secolo |
Morte | entro il IV secolo |
Venerato da | tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 15 maggio |
Patrono di | Civitacampomarano, Collestatte, Magliano Sabina, Torrecuso |
Agiografia
modificaNulla di veramente sicuro si sa di tale santo[1], ragion per cui il suo nominativo non figura nel Calendario dei santi né nel Martirologio romano, pur comparendo in alcuni vecchi almanacchi di genere religioso (ad esempio nel Catalogo generale dei santi redatto dal teologo Filippo Ferrari nel 1625,[2] o nel Martirologio spirituale composto dal filologo Luigi Novarini nel 1628)[3].
Fino a tutto l'alto medioevo non si ha alcuna notizia di san Liberatore. La testimonianza più antica e verificabile è infatti un martirologio in scrittura beneventana di epoca basso-medievale (codice: Vaticano latino 5949) nel quale si riporta san Liberatore martire nel 15 maggio, senza ulteriori specificazioni[4]. Tale manoscritto era stato stilato, con ogni verosimiglianza, sul finire del XII secolo nello scriptorium di Santa Sofia in Benevento (ove le reliquie del santo sarebbero state precedentemente traslate dopo essere state riesumate da un luogo ignoto), o più probabilmente nello scomparso monastero di Santa Maria di Gualdo Mazzocca presso Foiano di Val Fortore (laddove il martirologio stesso fu custodito almeno fino al 1505 per poi essere definitivamente trasferito nella biblioteca vaticana)[5].
Seppur in mancanza di atti originali, la condizione di martire è dunque attestata nel suddetto martirologio, mentre quella di vescovo poggia fondamentalmente sulla tradizione diffusa ma tardiva, spesso infarcita da leggende agiografiche decisamente fantasiose[6]. La leggenda più antica, risalente almeno al 1577, narrava di san Liberatore vescovo, nato o sepolto nel territorio dei Peligni (odierno Abruzzo), senza peraltro l'indicazione del martirio e del giorno della commemorazione[7]; in realtà già a quel tempo era notorio che tale asserzione fosse fallace e che lo stesso agionimo abruzzese San Liberatore a Maiella avesse tutt'altra origine[8]. Parimenti priva di fondamento è la leggenda, datata 1590, secondo cui san Liberatore sarebbe stato vescovo di Ariano nella tarda antichità[9], anche perché le origini della diocesi e della stessa città di Ariano sono senza alcun dubbio alto-medievali[10].
Nel 1680 i Bollandisti, al termine di una scrupolosa inchiesta, confermarono l'assoluta autenticità del martirologio, reputando comunque plausibile che san Liberatore fosse vescovo (oltre che "confessore in Italia" e "martire sepolto in Benevento") pur senza associarlo a una specifica diocesi[4]. Tuttavia nei secoli successivi il Rituale parisiense (datato 1777)[11], l'Encyclopédie théologique (edita nel 1848)[12] e l'Enciclopedia dell'ecclesiastico (pubblicata nel 1879)[13] preferirono attenersi scrupolosamente alla lettera del martirologio, definendo san Liberatore "martire onorato a Benevento", o più semplicemente "martire a Benevento", senza alcun riferimento al vescovato.
In un volume di storia beneventana edito nel 1895 si rammentava infatti san Liberatore come uno dei numerosi martiri del tardo impero romano, forse vittima delle grandi persecuzioni di Diocleziano, venerato in quella città fin dal basso medioevo[14]. Nello stesso anno fu pubblicato anche un panegirico inteso a rivalutare la tradizione popolare più genuina (la cui genesi rimane comunque oscura) in modo compatible con i dettami della storia (benché in parziale difformità con il contenuto del martirologio), secondo un orientamento già delineato dai Bollandisti e fatto poi proprio dall'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana; in tale opera, data alle stampe nel 1907, san Liberatore era addirittura definito "vescovo di Benevento e martire"[15], quantunque studi successivi abbiano escluso che egli abbia mai tenuto il seggio episcopale beneventano[16]: in assenza di prove documentali[17] il suo nome è infatti fuori dalla cronotassi, non rientrando tra i vescovi sicuri né tra quelli dubbi[18].
Nella Bibliotheca sanctorum del 1961[19], basata essenzialmente sui convincimenti espressi nel 1927 dal Lanzoni[16], il quale a sua volta rilanciava una tesi già formulata nel 1815 dal Romanelli in collaborazione con il Cassitto[20], si è inoltre ipotizzato che san Liberatore possa identificarsi con sant'Eleuterio vescovo e martire (in greco Eleuthérios significa appunto "Liberatore"), patrono principale della cittadina di Troia fin dal basso medioevo. Tale congettura ha suscitato però severe critiche, innanzitutto perché i giorni delle rispettive ricorrenze liturgiche non coincidono, oltre al fatto che le fonti più antiche non qualificano san Liberatore come vescovo; si è altresì evidenziato che la coesistenza delle due denominazioni non sarebbe adeguatamente documentata, e che anche i tempi e i luoghi di origine dei rispettivi culti sembrerebbero essere differenti[21]. In ogni caso la stessa storicità di sant'Eleuterio è alquanto controversa[22], a causa della vasta diffusione di narrazioni leggendarie e della facile confusione tra numerosi santi omonimi[23].
In alternativa, è stata contestualmente vagliata un'eventuale correlazione (anch'essa già prospettata a suo tempo dal Lanzoni[16]) con il martire romano san Liberale, detto pure san Liberato, la cui figura è documentata esclusivamente nelle fonti antiche[22][23], anche se neppure in questo caso vi è corrispondenza con il giorno della memoria liturgica indicato nel Martirologio geronimiano[19]. Ulteriori ricerche agiografiche, svolte nel 1978 ancora una volta per opera dei Bollandisti, hanno infine consentito di elaborare una nuova ipotesi (comunque priva di riscontri oggettivi) secondo la quale san Liberatore, sebbene venerato da lungo tempo presso Benevento, sarebbe stato più verosimilmente un martire africano[24].
Culto
modificaSan Liberatore è celebrato principalmente nell'entroterra dell'Italia centro-meridionale[4], benché in alcune località sia meglio noto come San Liberato (dal latino ecclesiastico Sanctus Liberator)[25]; in altri luoghi è stato invece effettivamente confuso con alcuni santi dal nome simile[26] o così soprannominati[27], o finanche con il santissimo liberatore Gesù Cristo.[28]
Il culto di san Liberatore potrebbe essersi propagato a partire dall'omonimo sacrario di Benevento, ove festeggiamenti in suo onore sarebbero attestati fin dal 1031[14]; all'uopo, alcuni frammenti delle sue reliquie ivi custodite sarebbero stati occasionalmente traslati nei diversi luoghi in cui era venerato[25]. Tra i vari edifici religiosi a lui intitolati spiccano il duomo di Magliano Sabina (di cui è santo patrono) e il santuario di San Liberatore presso Ariano Irpino.[29]
Note
modifica- ^ Girolamo Bascapè, Efemeridi sacre di maggio, Napoli, 1691, Bonis Stampatore Arcivescovale, p. 299.
- ^ (LA) Filippo Ferrario, Catalogus generalis Sanctorum, Venezia, 1625, Joannes Guerilius, p. 30.
- ^ Luigi Novarini, Martirologio spirituale, Venezia, 1628, Giovanni Salis Editore, p. 168.
- ^ a b c (LA) Acta Sanctorum Maii, vol. 14, 1680, pp. 465, 264, 438.
- ^ Valentino Pace e Emma Condello, Il Martirologio di Santa Maria di Gualdo, cod. Vat. lat. 5949: una testimonianza di cultura e storia di area beneventana verso la fine del XII secolo (PDF), collana Ricerche di storia dell'arte, n. 50, 1993, pp. 77-88, ISSN 0392-7202 (archiviato il 12 gennaio 2025).
- ^ Nicola Flammia, Storia della città di Ariano, Ariano di Puglia, 1893, pp. 163-164, OCLC 886285390.
- ^ (LA) Davide Romei, Quinque divi custodes ac praesides urbis Surrenti, Napoli, 1577, Giuseppe Cacchio Editore, p. 409.
- ^ Serafino Razzi, I viaggi adriatici (PDF), 1577, p. 123 (archiviato il 4 marzo 2024).
- ^ Giovanni Battista Capozzi, Cronica della città di Ariano, a cura di Ortensio Zecchino, Centro studio verginiani, 1984, Edizioni Padri Benedettini, p. 16.
- ^ Ariano di Puglia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ (FR) Rituale Parisiense, 1777, p. 632.
- ^ (FR) Jacques Paul Migne, Encyclopédie théologique, vol. 41, 1848, Ateliers Catholiques du Petit-Montrouge, p. 267.
- ^ Vincenzio D'Avino e Antonio Pellicani, Enciclopedia dell'ecclesiastico, vol. 4, 3ª ed., Torino, 1879, Pietro Marietti Editore, p. 384.
- ^ a b Enrico Isernia, Istoria della città di Benevento dalla sua origine fino al 1894, vol. 1, 2ª ed., Benevento, 1895, A. D'Alessandro e figlio Editori, p. 152.
- ^ (ES) Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, vol. 30, 1907, p. 428.
- ^ a b c Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (PDF), vol. 1, Faenza, 1927, Stabilimento grafico F. Lega, p. 256 (archiviato il 3 marzo 2022).
- ^ (FR) Jean Mallet e André Thibaut, Les manuscrits en écriture bénéventaine de la Bibliothèque capitulaire de Bénévent, vol. 1, Editions du Centre national de la recherche scientifique, 1997, p. 28, ISBN 9782271054807.
- ^ Gianandrea De Antonellis, Storia di Benevento: sintesi degli avvenimenti dalle origini ai nostri giorni, Benevento, 1997, Edizioni realtà sannita, p. 128, ISBN 9788887661026.
- ^ a b Filippo Caraffa, Bibliotheca sanctorum, vol. 8, Città Nuova Editrice, p. 17.
- ^ Domenico Romanelli, Antica topografia istorica del regno di Napoli, vol. 2, Napoli, 1818, Stamperia reale, p. 128.
- ^ Raffaele Mastriani, Dizionario geografico-storico-civile del regno delle Due Sicilie, vol. 3, 1838, pp. 89-91.
- ^ a b Giorgio Otranto, Per una storia dell'Italia tardoantica cristiana, 2010, Edipuglia, pp. 255-258, ISBN 978-88-7228-596-1 (archiviato il 9 settembre 2024).
- ^ a b Autori vari, Aspetti dell'agiografia nell'alto medioevo, Officina di studi medievali, Palermo, 1983, p. 321, ISBN 9786001588853.
- ^ (FR) Société des Bollandistes, Analecta bollandiana, vol. 96, 1978, p. 132.
- ^ a b Francesco Paolo Sperandio, Sabina sagra e profana antica e moderna, 1790, Zempel, pp. 302-304.
- ^ Angelo Grieco, San Liberatore e San Liberato: due santi ed un solo culto a Massa Lubrense, a cura di Antonino Fienga, 2017, Con-fine Edizioni, ISBN 9788896427750.
- ^ Luca Varzulli, Le tradizioni religiose di Riofreddo (archiviato il 28 agosto 2021).
- ^ Iole Carlettini, La decorazione pittorica medievale di S. Liberatore alla Maiella (PDF), p. 69 (archiviato il 19 maggio 2024).
- ^ Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, Roma, Stamperiia Salomoni, 1794, pp. 188-189.
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