Savigno

frazione del comune italiano di Valsamoggia

Savigno (Savéggn in dialetto bolognese montano medio[4]) è un municipio[5] di 2 735 abitanti del comune di Valsamoggia, nella città metropolitana di Bologna.

Savigno
municipio
Savigno – Veduta
Savigno – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Città metropolitana Bologna
Comune Valsamoggia
Amministrazione
PresidentePatrizia Demaria (centrosinistra) dal 2019
Territorio
Coordinate44°24′N 11°05′E
Altitudine259 m s.l.m.
Superficie54,84 km²
Abitanti2 788[1] (31-12-2010)
Densità50,84 ab./km²
SottodivisioniBortolani, Goccia-Cavara, Merlano, Rodiano, Samoggia, San Biagio, San Prospero, Santa Croce, Vedegheto, Vignola dei Conti
Altre informazioni
Cod. postale40060
Prefisso051
Fuso orarioUTC+1
Cod. catastaleI474
TargaBO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 525 GG[3]
Nome abitantisavignesi
Patronosan Matteo
Giorno festivo21 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Savigno
Savigno
Sito istituzionale

Fino al 31 dicembre 2013 è stato un comune autonomo, confinante con i comuni di Castello di Serravalle, Marzabotto, Monte San Pietro, Vergato e Zocca (MO).

Geografia fisica

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Territorio

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Il municipio di Savigno è il più alto e meridionale della Valsamoggia e si estende in un'area in parte collinare e in parte montuosa. Il paese si trova in una conca formata dal torrente Samoggia, che passa accanto all'abitato scorrendo in un ampio letto ghiaioso. Nella parte alta della valle si alternano terreni seminativi, pascoli, boschi ed alberi da frutta: le caratteristiche dei terreni sassosi, cretosi ed argillosi (non mancano formazioni calanchive) hanno ostacolato la coltivazione di tipo estensivo. Savigno si trova a nord del proprio municipio, il quale comprende, nella sua porzione orientale e meridionale, alture come il monte Vignola (817 m s.l.m.) ed il monte Nonascoso (712 m s.l.m.).[6][7]

I primi insediamenti sono riconducibili all'epoca romana, in base alla presenza di numerosi toponimi legati al periodo, come Merlano, Rodiano e il nome stesso del paese, che potrebbe derivare dal nome di un fondo appartenuto ad una gens Sabinia. Altre fonti indicano invece Savigno come proveniente da Sabo o Sabio, un antico nome della divinità campestre Bacco.[8]

Colpita per lungo tempo da lotte ed aspre contese tra Bologna e Modena, l'area della valle del Samoggia, era nel passato ricca di fortificazioni, di cui non resta più nulla, se non le descrizioni documentali: un castello a Savigno, nel luogo dove sorgeva la parrocchia di Santo Stefano, poi scomparsa e un castello sopra il colle della chiesa di Samoggia. Un terzo castello, localizzato nella frazione di Rodiano e originariamente di proprietà della contessa Matilde di Canossa, venne nel 1332 conteso fra Passerino Bonacolsi e i conti di Panico.[9] Nel 1360 il castello di Savigno serve da difesa a Giovanni Oleggio, che dopo essersi proclamato signore di Bologna, deve tener testa all'assalto di Taddeo da Cuzzano, inviato da Bernabò Visconti[10]. Savigno fu comunque perlopiù sotto il controllo di Bologna e dei suoi visconti, con in mano la giurisdizione civile. A testimoniare il ruolo agricolo del territorio, il capo della comunità locale venne sempre assegnato ad un massaro.

In quel periodo la sede del Comune e amministrativa era situata nella frazione di San Prospero, mentre Savigno ospitava il mercato e il commercio. Il legame fra le due località è talmente stretto che ancora oggi San Prospero viene chiamato "Savigno di Sopra".[10]

Il ruolo di Savigno cresce nel 1352, quando il suo controllo passa nelle mani del vicariato dei Visconti e include oltre 70 comunità, estendendo i suoi confini tra Modena, la Toscana, il fiume Reno e la via Claudia (ora Bazzanese). Questa situazione dura fino al 1376, anno in cui avviene la riforma e la creazione di altri vicariati nell'area, tra cui Caprara, Panico, Serravalle, Monteveglio e San Lorenzo in Collina: Savigno rimane con sole 15 comunità.

Tra il 1507 e il 1554 vennero nominati da papa Leone X tre conti di Savigno, che però persero in breve tempo il loro potere: nel 1507 fu la volta di Antonio Bartolomeo Volta, nobile proveniente da Monteveglio, che morì durante l'assedio di Pistoia; nel 1515 fu nominato Filippo di Cesare Castelli, poi esautorato da Clemente VII; nel 1554 infine, Antonio Bartolomeo Volta, che ricevette e si vide revocare il titolo passatogli dal padre.

Seppur la sede amministrativa venga per breve periodo passata da Savigno al Cantone di Samoggia dalla Repubblica Cisalpina nel 1796, la riforma napoleonica permette al Comune di assumere, nel 1803, gli attuali confini municipali.[10]

Moti di Savigno

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Savigno fu teatro, il 15 agosto 1843 di un importante moto insurrezionale, iniziato da alcuni patrioti affiliati alla Giovine Italia contro il governo pontificio. La reazione e la repressione furono molto dure, e dei 116 cittadini sottoposti a giudizio, 19 vennero condannati a morte. 13 di questi condannati vennero fucilati sul muro esterno della Caserma Enrico Cialdini, a Bologna.[11] Per commemorare quell'evento, è stato scolpito da Tullo Golfarelli nel 1893[12][13][14] un obelisco in arenaria.[15][8]

XX secolo

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Le prime infrastrutture moderne vengono costruite dopo la prima guerra mondiale (strada per i Bortolani e Monteombraro, ponte sul Samoggia, illuminazione, sopraelevazione delle abitazioni). Nel 1932 viene costruito, su progetti di M. Ruffo, l'edificio del Palazzo Comunale, poderoso lavoro per manodopera, dimensioni e costi. In quaranta ambienti separati, la struttura faceva sfoggio di sale con ruolo amministrativo (uffici comunali, archivio, sala consiliare, appartamento del segretario e cantine con la centrale termica ed il deposito delle attrezzature comunali) e, all'avanguardia per il periodo, per le attività socio-sanitarie e culturali (scuole, ambulatorio medico e sala-teatro con stucchi e decorazioni).[8]

 
Territorio dell'ex comune di Savigno nell'ex provincia di Bologna.

Comune di Valsamoggia

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Vecchio stemma del comune di Savigno

Il 25 novembre 2012, nel comune di Savigno si è tenuto il referendum consultivo sulla fusione con i limitrofi comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Crespellano e Monteveglio per dare vita ad un comune unico: i cittadini dei cinque comuni si sono espressi in favore della fusione con una maggioranza del 51,5%, nonostante nel singolo comune di Savigno il 56,8% dei votanti avesse espresso voto contrario. Nell'occasione si è anche votato sul nome da dare al futuro comune unico, il nome scelto a maggioranza è stato Valsamoggia.[16]

Simboli

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Lo stemma di Savigno si blasonava:

«inquartato d'argento e d'azzurro; al capo d'Angiò.[17]»

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[18]

Cultura

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Fiera del tartufo

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«Aria limpida e pulita, boschi rigogliosi e incontaminati, acqua fresca e pura: un cocktail infallibile per far nascere il Tartufo, un mix di ingredienti che l'alta valle del torrente Samoggia offre in abbondanza…»

Ogni anno, le prime tre domeniche di Novembre, si tiene a Savigno la "Sagra nazionale del tartufo bianco pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi", evento principale della manifestazione provinciale "Tartufesta". Nella piazza centrale del paese si tiene la "Mostra Mercato del tartufo" con espositori provenienti da tutta Italia, mentre nelle vie circostanti vengono esposti e venduti al pubblico i prodotti tipici dell'Appennino bolognese.

Negli ultimi anni, sono inoltre fioriti gemellaggi enogastronomici nell'ambito dell'Associazione Nazionale Città dei Sapori.

Economia

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Ad oggi Savigno fonda molta della sua ricchezza sulla promozione turistica, basata sulla prosecuzione delle sue tradizioni contadine.

Infrastrutture e trasporti

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Savigno è un importante capolinea di autobus gestiti dall'azienda TPER. La corsa più rilevante è la numero 684, partente da Savigno e che raggiunge l'Autostazione di Bologna, con una corsa la mattina verso il capoluogo emiliano e una al pomeriggio verso il paese nel comune di Valsamoggia.

Amministrazione

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  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luigi Lepri, Daniele Vitali (a cura di), Dizionario Bolognese Italiano / Italiano-Bolognese, Bologna, Pendragon, 2007, pp. 348-354, ISBN 978-88-8342-594-3.
  5. ^ Statuto comunale di Valsamoggia, su comune.valsamoggia.bo.it.
  6. ^ https://www.portaleabruzzo.com/emilia-romagna/311-savigno/mappa/
  7. ^ https://www.comune.valsamoggia.bo.it/index.php/storia/93-vivere-valsamoggia/901-savigno-storia-e-territorio
  8. ^ a b c Comune di Savigno, La Storia [collegamento interrotto], su comune.savigno.bo.it. URL consultato il 6 novembre 2010.
  9. ^ Storia del territorio della media valle del Reno: l'odierna Marzabotto, su marzabottonline.it. URL consultato il 16 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2012).
  10. ^ a b c Comune di Savigno, La Storia - approfondimento [collegamento interrotto], su comune.savigno.bo.it. URL consultato il 6 novembre 2010.
  11. ^ Bologna Online, su www.bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 21 marzo 2023.
  12. ^ Silvia Bartoli e Paolo Zanfini, Tullo Golfarelli (1852-1928), Bologna, Minerva, 2016, p. 299, ISBN 9-788873-819318.
  13. ^ Savigno, (BO), su storiaememoriadibologna.it, storiaememoriadibologna. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  14. ^ Redazione dell'Appennino Bolognese, Chiesa Oratorio di San Matteo, su appenninobolognese.net. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  15. ^ Il moto di Savigno, su bibliotecasalaborsa.it, bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 28 gennaio 2021.
  16. ^ Fusione dei comuni Valle del Samoggia, su fusionesamoggia.it.
  17. ^ Stemma del Comune di Savigno, su dati.emilia-romagna.it. URL consultato il 4 agosto 2022.
  18. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  19. ^ Comune di Savigno, il tartufo [collegamento interrotto], su comune.savigno.bo.it. URL consultato il 6 novembre 2010.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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