Schott AG

azienda tedesca

La Schott AG è un'azienda tedesca con sede a Magonza, specializzata nella produzione di vetro e vetroceramica, fondata nel 1884 da Otto Schott. La proprietà della Schott AG è della Carl-Zeiss-Stiftung.[2]

Schott
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Sede di Magonza
StatoGermania (bandiera) Germania
Forma societariaAktiengesellschaft
Fondazione1884 a Jena
Fondata daOtto Schott
Sede principaleMagonza
ProdottiVetreria (chimica), vetro
Fatturato2,2 Mrd. Euro (2018)
Dipendenti16 200[1] (2018)
Sito webwww.schott.com/

Vetreria del XIX secolo

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Vetreria del 1884 a Jena
 
Il fondatore Otto Schott

L'azienda venne fondata nel 1884 da Otto Schott, Ernst Abbe e Carl Zeiß e dal figlio Roderich Zeiß come Glastechnische Laboratorium Schott & Genossen a Jena, produttrice di vetri per ottiche come microscopi e cannocchiali.[3] Nel 1891 la fondazione di Ernst Abbe Carl-Zeiss-Stiftung entra nell'azienda. Con la scoperta dei materiali termoresistenti, come il vetro borosilicato, si avvia una nuova tecnica per la fabbricazione di vetreria per chimica e per illuminazione a gas.

Società fondante

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La società viene trasferita nel 1919 da Otto Schott alla Carl-Zeiss-Stiftung. Venne così creata la Jenaer Glaswerk Schott & Gen. Dal 1927 il figlio Erich Schott diresse la società.

Nuova sede di Magonza

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Stabilimento a Magonza negli anni '50

Dopo la seconda guerra mondiale la sede originale di Jena viene lasciata. L'evento sarà noto come „Zug der 41 Glasmacher“ nella storia della società.[4] Dopo diverse stazioni intermedie a Heidenheim an der Brenz nel Württemberg e Zwiesel in Baviera, il viaggio terminò a Magonza, dove Erich Schott nel 1952 stabilì la sede a Magonza-Neustadt. La sede di Jena verrà nel 1948 riposta in una Volkseigener Betrieb della DDR.

Nel 2001 entra nel ramo dell'energia solare e nel 2005 viene fondata la SCHOTT Solar GmbH (dal 2008: Schott Solar AG). La società produce celle fotovoltaiche. Si occupa anche di tecnologia della concentrazione solare (CSP). Con la costruzione di pannelli solari termici produce energia per grandi stabilimenti. Nel 2012 viene ceduta la società.[5][6]

Sedi in Germania

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Prodotti

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Specchio in fabbricazione

Schott produce diversi vetri e vetroceramica speciali per diversi ambiti tecnologici come elettrodomestici, industria farmaceutica, industria elettronica, industria ottica, biologia, industria automobilistica e industria aerospaziale.

Applicazioni speciali comprendono le ottiche di telescopi astronomici:

Produce anche i cinque specchi del Extremely Large Telescope (ELT).[10] Con lo specchio primario di 39 metri di diametro, è il telescopio più grande noto.[11]

 
Vetro curvo

Accanto ai noti CERAN e PYRAN[12] vi sono anche ROBAX, FIOLAX, HelioJet, PURAVIS, ZERODUR. Il marchio di vetreria DURAN è stato ceduto.

  • Ein Glas für alle Fälle – Schott AG in Mainz – documentario televisivo della SWR della serie made in Südwest, prima visione 20 maggio 2015
  1. ^ [1] Archiviato il 22 settembre 2020 in Internet Archive. In: Schott AG, abgerufen am 24. Januar 2020.
  2. ^ Aufgaben und Ziele nach § 1 Stiftungsstatut, su carl-zeiss-stiftung.de. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2017).
  3. ^ Vom Glaslabor zum Technologiekonzern, su schott.com.
  4. ^ Geschichte: Schott 1884 – 2009. Archiviato il 29 gennaio 2009 in Internet Archive. In: Schott AG, aufgerufen am 20. Januar 2016.
  5. ^ Schott Solar bestätigt Rückzug, su photovoltaik.eu.
  6. ^ SCHOTT schließt Verkauf von CSP-Geschäft ab, su schott.com. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2020).
  7. ^ Schott-Spiegelträger aus Mainz, su astronomie-mainz.de. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2018).
  8. ^ Rene Purwin, Gezieltes Zerren an der Optik, su zeit.de.
  9. ^ Gran Telescopio CANARIAS (GTC) offiziell eingeweiht, su spektrum.de.
  10. ^ Die ESO unterzeichnet Verträge für den riesigen Hauptspiegel des ELT, su eso.org.
  11. ^ Weltgrößtes Teleskop für Atacamawüste, su swr.de. URL consultato il 14 maggio 2020 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2018).
  12. ^ PYRAN®, su schott.com.

Bibliografia

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  • Dieter Kappler e Jürgen Steiner, Schott 1884–2009. Vom Glaslabor zum Technologiekonzern, 1ª ed., Magonza, Universitätsdruckerei H. Schmidt, 2009, ISBN 978-3-935647-45-8.
  • Rolf Sachsse, Ulrike Ellguth-Malakhov, Angelika Steinmetz-Oppelland, Miriam Halwani, Albert Renger-Patzsch - Industriefotografien für SCHOTT, su SCHOTT AG, LWL-Industriemuseum, 1ª ed., Weimar, VDG Weimar - Verlag und Datenbank für Geisteswissenschaften, 2011, ISBN 978-3-89739-730-9.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN131190035 · ISNI (EN0000 0004 0643 3544 · LCCN (ENn96051385 · GND (DE10153740-2