Sminthurus viridis
La pulce dell'erba medica (Sminthurus viridis (Linnaeus, 1758)) è un esapode della famiglia degli Sminthuridae[1][2]. Svolge un'azione parassitaria nei confronti delle piante erbacee (frumento, erba medica, barbabietola da zucchero, etc.)[1].
Habitat
modificaNativo dell'Europa[2], si trova in qualsiasi tipo di habitat terrestre, al punto che suoi esemplari sono stati trovati in Antartide[3].
È presente in Europa, Nord Africa, Cina, e Giappone[1]; nel XIX secolo è stato introdotto accidentalmente in Australia[4], e all'inizio del XX secolo dall'Australia Occidentale è stato trasportato in Sudafrica[4]. In Australia, dove non ci sono suoi antagonisti, la sua popolazione è nettamente superiore rispetto ad altri paesi[4].
Anatomia
modificaDella lunghezza di circa tre millimetri nell'età adulta[5], lo S. viridis ha sei gambe, come gli insetti[5]; analogamente agli altri collemboli, è privo di ali ed è dotato di due ocelli[5]. Il corpo, come nel caso degli altri Sminthuridae, ha la forma di due sfere attaccate l'una all'altra[5]. Ci sono due caratteristiche fondamentali che lo differenziano dagli insetti: la forcella ed il tubo ventrale, entrambi composti da una coppia di appendici fuse tra loro[5]. La forcella fuoriesce dal quarto segmento dell'addome, in posizione ventrale[5]. Questo organo permette all'animale di saltare molto in alto, motivo per cui è chiamato, impropriamente, con il nome di pulce[5]. Il tubo ventrale protrude dal primo segmento addominale[5], ed è usato in vari modi:
- come placca per aderire alla superficie del suolo[5]
- come ausilio per rimettersi in posizione normale, nel caso l'animale si ritrovi capovolto sulla schiena[5]
- come strumento per succhiare fluidi[5]
Lo S. viridis, inoltre, presenta tutta una serie di caratteri peculiari, in quanto:
- il quarto segmento antennale è diviso in 18 sottosegmenti[5]
- grosse setole sono presenti sull'addome, in posizione dorsale[5]
- i margini dorsali del mucrone sono lisci[5]
- la colorazione è tra il verde ed il giallo, con chiazze dorsali marroni[5]
- i maschi, più piccoli delle femmine, possiedono delle antenne utili per afferrare le femmine durante l'accoppiamento[5]
Ciclo vitale
modificaDopo il corteggiamento, il maschio depone uno spermatoforo, che viene poi usato dalla femmina per fecondare le proprie uova[6]. Le femmine depongono gruppi composti da 40-60 uova, preferibilmente su foglie morte; dopo averle deposte, le ricoprono con terra umida che esse prima hanno ingerito e poi emesso per via anale[1]. Le uova di solito si schiudono dopo 26-42 giorni, ma, se l'umidità è elevata, possono aprirsi nel giro di 8-10 giorni, cosicché è possibile avere, nel corso di un anno, fino a sei generazioni di S. viridis[1][6]. Dopo la nascita, le larve vanno incontro a sette mute successive, durante le quali crescono fino a raggiungere la dimensione massima di 3 millimetri[6]. Una volta raggiunta l'età adulta, lo S. viridis vive per circa 15 giorni[6].
Alimentazione
modificaQuesta specie di solito si nutre di residui vegetali morti ed ife di funghi[3]; può, talora, cambiare comportamento alimentare, trasformandosi in carnivora[1]; in tal caso, gli esemplari di S. viridis si nutrono delle uova della Pegomya hyosciami, un dittero che vive alle spese della barbabietola[1], oppure aggrediscono altri collembola[3].
Effetti sulle coltivazioni
modificaLo S. viridis vive alle spese di piante erbacee di vario genere (frumento, erba medica, bietole da zucchero, viti americane, ortaggi, ecc.)[1]. Esso può arrivare a ridurre il raccolto del 50%[4]. Il suo effetto è particolarmente drammatico in Australia, dove non esistono suoi predatori[4].
Metodi di lotta
modificaNei terreni infestati da quest'insetto è suggeribile evitare di coltivare, nell'ambito della rotazione, il frumento subito dopo l'erba medica[1]: questa crea un ottimo ambiente per la proliferazione dello S. viridis, in quanto fa cadere sulla terra una grande quantità di foglie[1]. Trattamenti con esteri fosforici[1][4] o con cloroderivati[1] sono rimedi efficaci per disinfestare le coltivazioni da questa specie; un rimedio alternativo è l'utilizzo di acari predatori, in grado di frenarne la proliferazione[1], come il Neomolgus capillatus[4].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l m Antonio Servadei, Sergio Zangheri, Luigi Masutti. Entomologia generale ed applicata. Padova, CEDAM, 1972. Pag. 240
- ^ a b Scheda del Natural History Museum su Sminthurus viridis - Pagina principale, su nhm.ac.uk.
- ^ a b c Scheda del Natural History Museum su Sminthurus viridis - Distribuzione, su nhm.ac.uk.
- ^ a b c d e f g Scheda del Natural History Museum su Sminthurus viridis - Comportamento, su nhm.ac.uk.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Scheda del Natural History museum su Sminthurus viridis - Tassonomia, su nhm.ac.uk.
- ^ a b c d Scheda del Natural History Museum su Sminthurus viridis - Biologia, su nhm.ac.uk.
Bibliografia
modifica- Antonio Servadei, Sergio Zangheri, Luigi Masutti. Entomologia generale ed applicata. Padova, CEDAM, 1972.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sminthurus viridis
- Wikispecies contiene informazioni su Sminthurus viridis
Collegamenti esterni
modifica- http://www.nhm.ac.uk/nature-online/species-of-the-day/biodiversity/alien-species/sminthurus-viridis/index.html Scheda del Natural History Museum su Sminthurus viridis
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