Rinnegamento di Pietro: differenze tra le versioni

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Raymond Brown<ref>Raymond E. Brown, ''The Death of the Messiah'', Vol. 1, Anchor Yale Bible, 2010, pp. 117-119, 134, 619, ISBN 978-0-300-14009-5.</ref> evidenzia, inoltre, come anche in merito alla predizione di Gesù del rinnegamento di Pietro gli evangelisti non concordino: secondo "Marco/Matteo questa ha luogo sulla strada verso il Getsemani in risposta di Gesù al verso {{passo biblico|Mc14,29; Mt26,33}} e Pietro protesta che in eccezione egli non sarebbe stato scandalizzato. E' seguita dall'affermazione di Pietro di voler morire con Gesù"<ref>"''E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: [...] Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò». Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.''" ({{passo biblico|Mc14,26-31}}) "''E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. [...] E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.''" ({{passo biblico|Mt26,30-35}}).</ref>, mentre invece "in Luca e Giovanni la predizione ha luogo durante l'ultima cena ed è preceduta dalla dichiarazione di Pietro che gli vuole morire con Gesù"<ref>"''«Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi». [...] Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono.''" ({{passo biblico|Lc22,30-39}}) "''Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». [...] Detto questo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.''" ({{passo biblico|Gv13,36-38; Gv18,1}}).</ref> e anche "alcuni studiosi, che accettano la storicità del rinnegamento, ritengono la predizione come formulata dopo l'evento (vaticinium ex eventu) per dare a Gesù lo status di profeta".
 
Anche lo storico eIl teologo cristianoprotestante [[Rudolf Bultmann]] ritiene che tale storia riferita a Pietro, che considera "leggendaria e letteraria", risenta dell'attività editoriale degli evangelisti.<ref>Bart D. Ehrman, ''Jesus Interrupted - Revealing the Hidden Contradictions in the Bible'', HarperCollins Publishers, 2009, pp. 7-8, ISBN 978-0-06-186327-1.</ref><ref>Rudolf Bultmann, ''History of the Synoptic Tradition'', Hendrickson Publisher, 1963, p. 269, ISBN 1-56563-041-6.</ref> Secondo altri autori, il criterio dell’attestazione multipla e quello dell'imbarazzo sarebbero elementi a favore della storicità. Nonostante le varianti, gli evangelisti presentano lo stesso fatto ed è difficile immaginare che la primitiva comunità cristiana abbia inventato una storia in cui il capo degli apostoli si dimostra debole e vigliacco. La storicità del racconto è oggi largamente riconosciuta e secondo [[Rudolf Pesch]] appartiene alla tradizione premarciana e non presenta elementi che lo indichino come costruito sulla base di qualche genere letterario prestabilito.<ref>Rudolf Schnackenburg, ''Vangelo secondo Marco'', Città Nuova, 2002, p. 419</ref><ref>Ettore Malnati, ''I ministeri della Chiesa'', Edizioni Paoline, 2008, p. 105-106</ref>
 
Secondo ununa certo numerominoranza di studiosi<ref>Come [[Maurice Goguel]], [[Rudolf Bultmann]], [[Alfred Loisy]], Günter Klein, Eta Linnemann.</ref>, il criterio dell'imbarazzo<ref group=Nota>Il quale presuppone che una testimonianza abbia più probabilità di esser vera se è "contro gli interessi" di chi la narra.</ref> non è applicabile in questo episodio, in quanto tale storia non sarebbe stata così sfavorevole a Pietro - il quale si sarebbe poi riscattato, secondo tradizione cristiana, con il martirio sulla croce - ma anzi sarebbe stata fonte di incoraggiamento per i Cristiani dei primi secoli che avessero fallito nei confronti della propria fede nei momenti di difficoltà, infondendo loro fiducia in una seconda possibilità<ref group=Nota>Il teologo [[Raymond Edward Brown|Raymond Brown]] - supponendo storica la tradizione cattolica del martirio a Roma di Pietro e la successiva composizione del Vangelo di Marco sempre in tale città - osserva che "la chiesa di Marco stava indubbiamente affrontando una persecuzione e questa narrativa offriva ai suoi apostati incoraggiamento: se la possibilità di essere riconciliato esiste per Pietro esiste per tutti quanti prima della [[parusia]]" e "la storia del rinnegamento di Gesù da parte di Pietro può essere stata molto utile come esortazione ai Cristiani dopo la morte di Pietro come martire negli anni 60, quindi alla fine dando testimonianza di aver preso la croce e seguito Gesù. [...] Durante le persecuzioni di Nerone in cui Pietro morì, alcuni Cristiani denunciarono gli altri ai Romani. Tutta la speranza era persa per quelli che fallirono e rinnegarono Cristo? [L'esempio di] Pietro, che aveva una volta rinnegato e più tardi divenne un testimone, avrebbe potuto essere di incoraggiamento, dimostrando che il pentimento e una seconda possibilità erano possibili. Se il Vangelo di Marco fosse stato scritto a Roma, l'esempio di Pietro sarebbe stato anche più persuasivo, nel posto dove egli morì. Tuttavia nulla dipende da questo, ci furono altre circostanze nelle quali i Cristiani furono messi alla prova per la loro fede".</ref>; Raymond Brown, analogamente agli studiosi della [[Bibbia di Gerusalemme]], - pur ammettendo una base fattuale pre-evangelica per tale episodio - ritiene che ogni tradizione precedente, già in parte discordante dalle altre, fu poi ulteriormente modificata da ciascun evangelista, secondo le proprie esigenze redazionali e teologiche<ref group=Nota>Nota ancora il teologo che "le narrative dei vangeli riflettono un forte stile di immaginazione. Basi fattuali e descrizioni immaginative tuttavia non sono un'impossibile combinazione".</ref>.<ref>Raymond E. Brown, ''The Death of the Messiah Vol. 1,'' Anchor Yale Bible, 2010, pp. 612-625, ISBN 978-0-300-14009-5; Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 2428, ISBN 978-88-10-82031-5.</ref>
 
== Note ==