Settima Armata d'India (Almeida, 1505): differenze tra le versioni

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Lo Zamorin si rese presto conto dell'urgenza di correggere lo squilibrio nella potenza navale e dei cannoni. Si rivolse allora ai suoi vecchi soci nel [[Rotta delle spezie|commercio delle spezie]]: i [[Repubblica di Venezia|veneziani]] gl'inviarono un paio di ingegneri militari per aiutarlo a forgiare cannoni europei mentre gli [[ottomani]] gli spedirono moderne [[armi da fuoco]]. Il fattore critico della mancanza d'una [[flotta]] permaneva e l'unico potentato musulmano prossimo allo Zamorin capace di fornirla era il [[Sultanato mamelucco (Il Cairo)|sultanato mamelucco d'Egitto]] con i suoi [[Arsenale|arsenali]] nel [[Mar Rosso]]: es. [[Gedda]]. Nonostante le suppliche dello Zamorin, di Venezia, del [[Sultanato degli Agiuran]] e della comunità mercantile araba d'oltremare, il Mamelucco fu lento a reagire alla minaccia portoghese nell'Oceano Indiano e agì solo nel 1503-1504, quando i suoi tesorieri riferirono il danno al tesoro egiziano provocato dai portoghesi (diminuzione delle entrate da dazi doganali sul commercio delle spezie e sul traffico dei pellegrini). Iniziarono così preparativi segreti per la costruzione d'una flotta della coalizione anti-portoghese nei porti mamelucchi.
 
Nel settembre/ottobre 1504 (o forse 1503), il sultano mamelucco [[Qansuh al-Ghuri|Al-Ashraf Qansuh al-Ghawri]] inviò un'ambasciata a [[Roma]] chiedendo con rabbia che il [[Papa Giulio II]] frenasse i portoghesi altrimenti lui avrebbe inflitto ai pellegrini cristiani in [[Terra santa|Terra Santa]] il trattamento riservato dai lusitani ai pellegrini musulmani diretti alla [[La Mecca|Mecca]]. La minaccia fu inoltrata a Lisbona dal preoccupato pontefice ma servì solo ad avvertire il re [[Manuele I del Portogallo]] che il gigante mamelucco addormentato era stato svegliato e che incombeva una minaccia tale per cui era obbligatorio per i portoghesi garantire la loro posizione nell'Oceano Indiano prima che fosse troppo tardi.<ref group="N">Le lettere del sultano mamelucco al Papa sono trascritte nella ''Chronica'' di [[Damião de Góis]] come la replica di re Manuele I del Portogallo al Papa (giungogiugno 1505). V.si Barrros (Dec. I, Lib. 8, c. 2)</ref>
 
La posizione portoghese era davvero precaria, non solo in India ma anche nell'[[Africa orientale]]. L'unico vecchio alleato affidabile africano era [[Malindi]] (''Melinde'') ma le tappe per raggiungerlo erano deboli. La potente città-stato di Kilwa (''Quíloa'') dominava la costa dell'Africa orientale ed era intrinsecamente ostile agli intrusi portoghesi, seppur sino ad allora si fosse trattenuta temendo rappresaglie: era stato costretto a pagare un tributo già da [[Vasco da Gama]] nel [[1502]]. Se una potente flotta musulmana avesse sfidato i portoghesi nell'Oceano Indiano, Kilwa sarebbe stata pronta a cogliere l'occasione. Come presunto signore della costa swahili, Kilwa poteva chiudere tutti i punti di sosta portoghesi nell'Africa orientale, compresa l'importantissima [[Isola di Mozambico]] (tappa fondamentale dopo la traversata del [[Capo di Buona Speranza]]) e l'isola-porto di [[Sofala]] (snodo del commercio dell'oro dell'[[Impero di Monomotapa]] che i portoghesi stavano cercando di sfruttare). [[Mombasa]] (''Mombaça'') sarebbe poi stata felice d'invadere la rivale Malindi, privando i portoghesi del loro unico alleato nella regione.