Matino: differenze tra le versioni
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Il feudo resta al Du Till per un periodo molto breve se già nel 1273 il casale di Matino viene assegnato al giureconsulto Sparano da Bari per i servizi resi al re angioino mentre quello di Parabita verosimilmente resta al Du Till e ai suoi discendenti ancora per qualche anno.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=MINIERI RICCIO|titolo=Della dominazione angioina nel Reame di Sicilia|volume=Napoli 1876 pag. 34}}</ref>
E' difficile ricostruire con precisione le vicende dei decenni successivi, i documenti reperibili sono assai vaghi ed incompleti ed a volte contraddittori; d'altronde le complesse politiche matrimoniali della nobiltà dell'epoca danno adito a molte sovrapposizioni di titoli e possedimenti a volte difficilmente districabili. Per certo dai documenti si evince che il casale andrà nel 1352 a Maramonte de Maramonte, figlio di Giannotto de Maramonte<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Don Ferrante della Marra|titolo=Discorsi delle Famiglie estinte forestiere o non comprese nel Seggio di Napoli. Napoli 1641|volume=pag. 220}}</ref>, nobiluomo originario di Cutrofiano ed esponente di uno dei rami della grande famiglia Maramonte<ref>{{Cita libro|nome=Scipione|cognome=Ammirato|titolo=Della famiglia dell'Antoglietta di Taranto|url=https://books.google.co.uz/books?id=G564shTmyKgC&pg=PA17&lpg=PA17&dq=famiglia+maramonte+di+cutrofiano&source=bl&ots=lYV8N6vO0C&sig=ACfU3U3_cKrG2HOG29toFpjPidqtaKB9uA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjNnduJh_fzAhXllIsKHfgDDowQ6AF6BAgNEAM#v=onepage&q=famiglia%20maramonte%20di%20cutrofiano&f=true|accesso=2021-11-01|data=1597|editore=appresso Giorgio Marescotti|lingua=it}}</ref>, attraverso la madre, la nobildonna Armenia Di Luco, che dona quale "''[[Controdote]]''" (dodario nel documento originale) alla moglie di Maremonte, la nobildonna tarantina Isabella di Nantolio (A''ntoglietta'') il casale di Matino<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Scipione Ammirato|titolo=Della famiglia Dell'Antoglietta di Taranto|volume=Pag. 17}}</ref>. Per contro Padre Domenico De Vincentis, nella sua ''Storia di Taranto'', ci dice Matino già feudo degli Antoglietta qualche anno prima, con tale Enrico Antoglietta la cui nipote sarebbe l'Isabella di cui sopra.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Domenico Ludovico De Vincentis|titolo=Storia di Taranto|volume=vol. 4 pag. 19}}</ref>
La famiglia Maramonte cade in disgrazia per la rivalità con il Principe di Taranto [[Raimondo Orsini del Balzo]] e tutti i principali esponenti della famiglia Maramonte vengono imprigionati nelle carceri di Nardò e li trovano la morte.
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