Galleria degli Uffizi nella seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni
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A maggio 1938 [[Benito Mussolini]] aveva accompagnato [[Adolf Hitler]] in visita alla Galleria degli Uffizi. Erano passati attraverso il [[Corridoio Vasariano]] ed entrati negli Uffizi si erano soffermati nelle varie sale. Nulla faceva prevedere, dopo due anni, la diaspora temporanea di tanti capolavori che erano stati raccolti dai [[Medici]] e poi dai Soprintendenti che si erano succeduti durante il [[Regno d'Italia]].
Fra il 13 e il 28
Una tale concentrazione di opere d'arte costituiva tuttavia un pericolo, così si scelse in un secondo tempo di dividerle in più rifugi e di aumentare il numero delle opere protette. Per questo scopo furono scelti altri rifugi, tra cui: il [[castello dei Conti Guidi (Poppi)|castello dei Conti Guidi]] a [[Poppi]]; la villa del Monte a [[Galliano (Barberino di Mugello)|Galliano]] nel [[Mugello]], dove trovarono posto 678 autoritratti; la [[Villa Salviati]] presso Firenze che ospitò 889 ritratti della [[Serie gioviana]] e del [[Corridoio Vasariano]]; la [[Castello di Montegufoni|villa di Montegufoni]], dove nel 1942 stazionarono anche dipinti di [[Giotto]], di [[Masaccio]], di [[Cimabue]], di [[Paolo Uccello]], la ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'' di [[Sandro Botticelli]] e la ''[[Madonna del popolo (Barocci)|Madonna del Popolo]]'' di [[Federico Barocci]]; la villa Bossi-Pucci di [[San Casciano Val di Pesa]] e altri rifugi ritenuti sicuri.<ref>{{cita|Berti| p. 41}}.</ref>
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