Sphyrna mokarran
Lo squalo martello maggiore (Sphyrna mokarran) è un grande squalo appartenente alla famiglia degli Sphyrnidae.
Distribuzione e habitat
modificaLa specie è distribuita in quasi tutti i mari caldi temperati e tropicali e frequenta le zone costiere su piattaforme di continenti e isole e le acque adiacenti fino a 80 m di profondità. È possibile osservare Sphyrna mokarran nelle acque basse in prossimità della costa, specie in corrispondenza dei dislivelli delle formazioni coralline e negli adiacenti habitat sabbiosi.
All'avvicinarsi della stagione estiva intraprende lunghe migrazioni verso luoghi più freddi.
È riportata solo una cattura in acque italiane, a Camogli[1].
Descrizione
modificaSi distingue per il capo ampio e spesso, con il profilo anteriore quasi rettilineo ad eccezione di una breve rientranza centrale. È un grande squalo dal corpo robusto, con una colorazione grigio-bruna sul dorso, digradante verso toni più chiari sul ventre. La prima pinna dorsale è molto alta e appuntita, con il margine posteriore arcuato. La pinna anale ha una base molto più ampia di quella della seconda dorsale. Per quanto riguarda le dimensioni, può raggiungere la massima lunghezza di 5,5/5,80 metri e pesare fino a 450 chili, anche se tendenzialmente ha taglie più piccole.
Biologia
modificaVorace predatore
modificaLo squalo martello maggiore ha un olfatto estremamente sensibile ed è un eccellente predatore. Si nutre di pesci in movimento che vivono a mezz'acqua, come sardine, aringhe, tarponi e suri, e di specie bentoniche, quali cernie, pleuronettidi e scienidi. Ma è noto soprattutto per la sua preferenza per gli elasmobranchi, poiché cattura dasiatidi, rajdi e anche squali. Nel suo vorace e peculiare comportamento predatorio nei confronti delle pastinache utilizza il grande capo per bloccare la preda sul fondale, lo ruota poi sul fianco e con un potente morso distacca un grosso lembo della pinna e procede in cerchio consumando a poco a poco la preda ormai inerme.
Riproduzione
modificaLa femmina raggiunge la maturità sessuale alla lunghezza di 3 metri circa e mette al mondo 20-40 piccoli alla volta, lunghi 70 cm.
Rapporti con l'uomo
modificaA causa della sua imponente mole e della sua temibile aggressività, è probabilmente lo squalo più pericoloso della famiglia degli squali martello, sebbene siano molto pochi gli attacchi registrati sull'uomo da questa specie. Date le sue grandi dimensioni e i suoi denti molto affilati, è comunque in grado di infliggere ferite mortali ad un essere umano e bisogna pertanto prestare attenzione ad avvicinarsi con cautela. Diversi subacquei hanno riferito che gli squali martello maggiori tendono ad essere timidi e poco reattivi con gli esseri umani.[2]
A partire dal 2009, l'International Shark Attack File ha elencato in totale trentaquattro attacchi attribuibili agli squali martello del genere Sphyrna: undici attacchi provocati, diciassette non provocati, uno avvenuto dopo un incidente aereo e cinque per altre cause. Fra questi, solo un attacco è risultato mortale.
A causa della difficoltà di identificare la specie in questione, non si sa di preciso quanti siano gli attacchi causati dallo squalo martello maggiore. Questo squalo è stato confermato responsabile di un solo attacco provocato, oltre a quelli già sopracitati.[3]
Note
modifica- ^ Sphyrna mokarran
- ^ Great Hammerhead. Elasmodiver.com. Retrieved on October 18, 2008.
- ^ ISAF Statistics on Attacking Species of Shark. International Shark Attack File, Florida Museum of Natural History, University of Florida. Retrieved on April 24, 2009.
Bibliografia
modifica- (EN) Rigby, C.L., Barreto, R., Carlson, J., Fernando, D., Fordham, S., Francis, M.P., Herman, K., Jabado, R.W., Liu, K.M., Marshall, A., Pacoureau, N., Romanov, E., Sherley, R.B. & Winker, H. 2019, Sphyrna mokarran, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sphyrna mokarran
- Wikispecies contiene informazioni su Sphyrna mokarran
Collegamenti esterni
modifica- (EN) great hammerhead, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.