Staiti (famiglia)
Staiti (poi Staiti di Cuddia) è una famiglia nobiliare siciliana.
Staiti | |
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Stato | Regno di Sicilia Regno delle Due Sicilie Regno d'Italia Italia |
Titoli | |
Data di fondazione | XVI secolo |
Etnia | Siculo - pisana |
Origini
modificaDi origine pisana, arrivò in Sicilia nel XIII secolo, e fu proprietaria delle saline di Chiusicella e Chiusa grande a Trapani. Un ramo nel XV secolo si stabilì a Messina. Diversi esponenti appartennero al Senato cittadino delle due città siciliane.
Un Giuseppe Staiti, barone della Chiusa, fu capitano di giustizia a Trapani nel 1672-73, come Girolamo Staiti, barone delle Chiuse, nel 1706-1707[1].
Un Giovan Battista Staiti fu Retroammiraglio del Regno delle Due Sicilie, nel 1827 ispettore degli Arsenali e nel 1841 fu membro del Consiglio della Real Marina[2].
Il marchese Ruggiero Maurigi Staiti fu deputato dal 1874 e senatore del Regno d'Italia dal 1910.[3] Nell'Ottocento un ramo della famiglia si imparentò con i D'Alì (Giacomo D'Alì sposò Giuseppa Staiti) e con Giulio D'Alì Staiti fu fondatrice e proprietaria della Banca Sicula di Trapani.
Ulteriore membro di rilievo della famiglia è stato l'On. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, esponente di primo piano del Movimento Sociale Italiano.
Palazzi
modificaA Trapani in via Garibaldi sorge il Palazzo Staiti[4], e in via Mercè quello che fu di Girolamo Staiti barone della Chiusa [5], mentre una delle strade principali della città è denominata via Ammiraglio Staiti.
Stemma
modificaNote
modifica- ^ Antonino Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia (1912), alla voce Staiti.
- ^ Copia archiviata (PDF), su trapaniinvittissima.it. URL consultato il 18 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2014).
- ^ http://notes9.senato.it/web/senregno.nsf/2a9c00aad2bca710c125711400599e36/d3e8e8306623fcbb4125646f005d4bf0?OpenDocument
- ^ Palazzo Staiti Baroni della Chiusa, su comune.trapani.it. URL consultato il 18 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
- ^ Trapani Nostra
- ^ i cognomi del sud, su ilportaledelsud.org. URL consultato il 23 febbraio 2022.