Stenebea
Stenebea (in greco antico: Σθενέβοια?, Sthenéboia), o Antea[1], è un personaggio della mitologia greca. Fu una regina di Tirinto.
Stenebea | |
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Nome orig. | Σθενέβοια |
Caratteristiche immaginarie | |
Sesso | Femmina |
Professione | Regina di Tirinto |
Genealogia
modificaFiglia di Amfianasso[1] o di Afeida[2], sposò Preto[1][2] da cui ebbe le Pretidi (Lisippa[3], Ifinoe[3] ed Ifianassa[3]) e Megapente[3].
Mitologia
modificaInnamoratasi di Bellerofonte, ospite del marito, fu da lui rifiutata. Per vendicarsi accusò l'eroe di aver cercato di sedurla e convinse Preto ad ucciderlo. Le leggi greche dell'ospitalità impedivano però l'uccisione di un commensale e quindi Preto inviò Bellerofonte da Iobate, con la scusa di consegnargli una lettera (che ne richiedeva, in realtà, l'uccisione).
Anche Iobate però ospitò Bellerofonte e sempre per osservanza delle leggi, non se la sentì di assassinarlo direttamente così preferì chiedere al giovane di uccidere la Chimera, un mostro dalla testa di leone, il corpo di caprone e la coda di serpente che sputava fiamme[4].
In seguito gli venne chiesto di affrontare ulteriori prove mortali, come combattere contro il violento popolo dei Solimi, di uccidere le Amazzoni e di affrontare un attentato preparato dallo stesso Iobate.
Dopo averlo visto superare tutte le imprese, Iobate riconobbe la protezione divina di cui godeva Bellerofonte e gli diede in sposa una delle sue figlie.
La morte
modificaSecondo una versione del mito, quando Antea scoprì che Bellerofonte era ancora vivo, in preda alla rabbia si uccise, mentre secondo un'altra versione fu Bellerofonte a vendicarsi di lei, tornando ad Argo e caricandola su Pegaso per poi farla precipitare[4].
Le tre figlie di Preto e Antea divennero folli e condannate a vagare allo stato selvaggio sulle montagne, assalendo come belve gli sfortunati viandanti. Due di loro furono poi guarite da Melampo mentre Ifinoe morì[5].
Altre vicende
modifica- Alla vicenda di Stenebea era dedicata una tragedia perduta di Euripide intitolata Stenebea.
- Il personaggio potrebbe comparire, o più probabilmente essere semplicemente citato, anche in un'altra tragedia perduta di Euripide, il Bellerofonte.
- La relazione tra Stenebea e Bellerofonte ricalca quella biblica tra la moglie di Putifarre e Giuseppe.
Note
modifica- ^ a b c (EN) Omero, Iliade, VI, 156, su theoi.com. URL consultato il 29 giugno 2019.
- ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca, III, 9.1, su theoi.com. URL consultato il 20 giugno 2019.
- ^ a b c d (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 2.2, su theoi.com. URL consultato il 29 giugno 2019.
- ^ a b Mitologia greca e romana, Anfitrite, Anio, Antea, su mitologia.dossier.net. URL consultato il 28 marzo 2022.
- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca II 2.2.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- Omero, Iliade, VI. 160 e ss.
- Pseudo-Apollodoro, Libro II - 3, 1
- Antonio Liberale, 9
- Esiodo, Catalogo delle donne
- Omero, Iliade VI, 160 [con il nome di Antea]
- Pseudo-Apollodoro, Biblioteca II 4.1.
- Diodoro Siculo, IV 68.
- Fonti secondarie
- Robert Graves, I miti greci, Milano, Longanesi, ISBN 88-304-0923-5.
- Angela Cerinotti, Miti greci e di roma antica, Prato, Giunti, 2005, ISBN 88-09-04194-1.
- Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
- Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.
- Pierre Grimal, La mitologia greca, Roma, Newton, 2006, ISBN 88-541-0577-5.