Strage di Canicattì (12 luglio 1943)
La strage nazista di Canicattì avvenne il 12 luglio 1943 e vide l'uccisione di sei civili a opera dei nazisti durante le fasi concitate che seguirono lo sbarco in Sicilia degli Alleati. Si trattò della prima strage nazista su suolo italiano.[1][2]
Strage nazista di Canicattì strage | |
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Data | 12 luglio 1943 ore 16 circa |
Luogo | Canicattì |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Obiettivo | popolazione civile |
Responsabili | 15. Panzergrenadier-Division |
Conseguenze | |
Morti | 6 |
Storia
modificaIl 12 luglio 1943, dato l'imminente arrivo via terra delle truppe americane, le divisioni tedesche di stanza a Canicattì cominciarono la ritirata. L'evento fu salutato con gioia dagli abitanti, che con l'arrivo degli americani speravano nella fine della guerra e delle privazioni. Intorno alle 16, alcuni abitanti che avevano trovato riparo presso un rifugio in via Capitano Ippolito furono visti esultare da un gruppo di soldati tedeschi; nonostante nessuno di loro fosse stato aggredito, i militari reagirono con violenza, aprendo il fuoco sulle persone disarmate.[1] Vi furono sei vittime civili, uomini adulti di età compresa tra i 18 e i 66 anni:[3]
- Carmelo Di Bella, 39 anni, contadino;
- Pietro Frangiamone, 66 anni, contadino;
- Giuseppe Iacolini, 18 anni, bracciante;
- Calogero Lauricella, 56 anni, bracciante;
- Salvatore Lo Sardo, 19 anni, contadino;
- Giuseppe Piccolo, 54 anni, bracciante.
La responsabilità della strage fu presumibilmente della 15ª divisione Panzergrenatier Sizilien, comandata da Eberhard Rodt, ma a causa dei grandi movimenti di quei giorni non è possibile stabilire con certezza quale reparto commise il crimine.
Secondo l'Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, si tratta della prima strage commessa in Italia dai nazisti di cui si ha notizia,[2] se si eccettua l'uccisione dei coniugi Carmelo Lombardo e Carmela Sapuppo a Lentini, il 1º luglio 1943.[4] Ciononostante, l'evento rimase nell'oblio per molti anni, probabilmente a causa della censura imposta sulla strage che gli Alleati commisero solo due giorni dopo. Si cominciò a parlarne nuovamente solo nel 1995, a seguito della pubblicazione delle memorie dell'ufficiale americano Norris H. Perkins, che scriveva: «[...] gli abitanti [di Canicattì] non erano nostri nemici. Infatti apprendemmo più tardi che a Canicattì, poiché un gruppo di civili avevano dimostrato la loro gioia nel sentire che gli americani stavano per arrivare, erano stati presi a fucilate dai nazisti».[3][5]
Note
modifica- ^ a b Bartolone.
- ^ a b Elenco stragi, su Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia. URL consultato il 16 agosto 2020.
- ^ a b Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia.
- ^ Lentini luglio 1943, su Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia. URL consultato il 16 agosto 2020.
- ^ (EN) Norris H. Perkins, North African Odissey. Adventures in the mediterranean teather of war, Portland, 1995.
Bibliografia
modifica- Diego Lodato, Sommario storico e fotografico di Canicattì. Fonti, luoghi e personaggi, Canicattì, Kiwanis, 2003, pp. 7-33. URL consultato il 16 agosto 2020.
- Giovanni Bartolone, Le altre stragi. Le stragi alleate e tedesche nella Sicilia del 1943-1944, Bagheria, 2005, pp. 157-161. URL consultato il 16 agosto 2020.
- Antonio Insalaco, Dal taccuino di un cronista. Canicattì dal 1935 al 1985, Edizioni Cerrito, 2012. URL consultato il 16 agosto 2020.
- Rosario Mangiameli, Le stragi americane e tedesche in Sicilia nel 1943, in Polo Sud, n. 2, 2012, pp. 141-178. URL consultato il 16 agosto 2020.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Rosario Mangiameli e Lucia Uccellatore, Canicattì 12-7-1943, su Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia. URL consultato il 16 agosto 2020.
- Diago Lodato, I tragici fatti del 12 e del 14 luglio 1943 a Canicattì, in Canicattì nuova, 14–28 settembre 2003. URL consultato il 16 agosto 2020.