Sultanato di Dahlak
Il Sultanato di Dahlak fu un piccolo regno medioevale che comprese le isole Dahlak e parte della costa africana del Mar Rosso appartenente all'odierna Eritrea.
Sultanato di Dahlak | |
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Il Sultanato di Dahlak e i suoi paesi vicini nel 1200 circa | |
Dati amministrativi | |
Lingue parlate | arabo, dahlik |
Capitale | Dahlak Kebir |
Politica | |
Forma di governo | Sultanato |
Nascita | tardo XI secolo |
Fine | 1557 |
Causa | annessione da parte dell'Impero ottomano |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Isole Dahlak |
Religione e società | |
Religione di Stato | Islam |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Najahidi |
Succeduto da | Impero ottomano |
Ora parte di | Eritrea |
Attestato per la prima volta nel 1093, il sultanato beneficiò dalla sua posizione geografica, situato al centro tra l'Etiopia e lo Yemen, oltre che tra l'Egitto e l'India. Dopo la metà del XIII secolo Dahlak perse il suo monopolio commerciale e conseguentemente iniziò a declinare; sia l'impero d'Etiopia che lo Yemen tentarono di imporsi sul sultanato, che venne infine annesso dall'impero ottomano nel 1557 e divenne parte dell'Eyalet di Habesh.
Storia
modificaLe origini
modificaDopo che gli Omayyadi conquistarono le isole Dahlak nel 702 le resero una prigione e meta di coloro costretti all'esilio; questo continuò ad essere l'utilizzo delle isole sotto gli Abbasidi. Dal IX secolo l'arcipelago passò sotto il dominio del re dell'Abissinia. Attorno all'anno 900 il re firmò un trattato d'amicizia con il sultano zyiadide di Zabid (Yemen), e verso la metà del X secolo le isole Dahlak furono costrette a pagare tributi al sultano Isḥāq ibn Ibrāhīm.[1] Nel secolo seguente l'arcipelago fu coinvolto in una lotta di potere tra gli Ziyadidi e i Najahidi, poiché questi ultimi vi fuggirono nel 1061. Diverse battaglie vennero combattute fino al 1086, anno in cui i Najahidi riuscirono a ritornare al potere a Zabid.[2]
Il primo sultano attestabile da una stele funeraria è Mubarak, che morì nel 1093; la sua dinastia apparentemente durò fino al 1230 o al 1249.[2][3] Durante questo periodo (tra l'XI e il XIII secolo), il sultanato raggiunse la sua più grande prosperità, dovuta principalmente al monopolio del commercio estero dell'entroterra etiope e al suo coinvolgimento nel commercio di transito tra l'Egitto e l'India.[2][4] Attraverso l'arcipelago inoltre, l'Etiopia poté mantenere le relazioni diplomatiche con lo Yemen.[5] Nella metà del XIII secolo, tuttavia, i re della dinastia Zaguè cominciarono ad utilizzare una nuova rotta commerciale verso sud, con destinazione finale la città portuale di Zeila; il sultanato di conseguenza perse il monopolio commerciale.[6] Nello stesso periodo Ibn Sa'id al-Maghribi riportò che i sultani di Dahlak facessero fatica a restare indipendenti dai Rasulidi.[7]
Dal XII secolo i sultani di Dahlak controllarono l'importante città commerciale di Massaua sulla costa africana del Mar Rosso, governata da un delegato chiamato Nai'b.[8] È possibile che i sultani controllassero ulteriori insediamenti costieri nel continente africano, almeno temporaneamente.[7] Il sultano di Dahlak era noto come Seyuma Bahr (Prefetto del Mare) agli Etiopi.[8]
Poco dopo la morte del sultano Mubarak il sultanato iniziò a coniare moneta, utilizzata per importare prodotti come tessuti dall'Egitto e balsamo di storace.[9]
I musulmani di Dahlak probabilmente non riuscirono a convertire l'Abissinia settentrionale per la presenza radicata e duratura della Chiesa ortodossa etiope; i musulmani erano tollerati solamente in caso si trovassero nella zona per commerciare.[10]
Il declino
modificaNel XV secolo l'economia del sultanato era in declino, ed esso era inoltre obbligato a pagare tributi all'impero d'Etiopia.[11] Nel biennio 1464-1465 Massaua e l'arcipelago di Dahlak vennero saccheggiati dall'imperatore etiope Zara Yaqob. Nel 1513 il sultanato divenne un vassallo dei Tahiridi ed entrò in conflitto con l'impero portoghese nel 1517 e nel 1520, venendo devastato.[12] Nel 1526 il sultano Ahmed fu degradato a tributario.[13]
Il sultanato si riprese per un breve periodo durante la guerra tra Abissinia e sultanato di Adal, nella quale il secondo intraprese una jihad contro l'impero etiope riscuotendo un temporaneo successo.[11] Il sultano Ahmed si schierò col sultanato di Adal e venne ricompensato con la città portuale di Arkiko,[13] che prima del conflitto apparteneva a Medri Bahri.[14] Tuttavia, nel 1541, anno successivo alla morte del sultano Ahmed, i portoghesi ritornarono e distrussero nuovamente il regno.[13] Sedici anni dopo l'arcipelago fu occupato dall'impero ottomano che lo rese parte dell'Eyalet di Habesh; sotto il dominio ottomano le isole persero la loro importanza.[11]
Dahlak Kebir
modificaDahlak Kebir, un sito archeologico situato sull'omonima isola, contiene materiali risalenti all'epoca del sultanato.[15] Vennero scoperte circa trecento pietre tombali, che attestarono la presenza di una popolazione cosmopolita proveniente da tutto il mondo islamico.[16] Oltre alle pietre tombali vennero scoperte delle qubba ormai deteriorate.[15] L'insediamento comprendeva delle case ben costruite in pietra e corallo.[17] La popolazione utilizzava delle sofisticate cisterne per assicurarsi una fornitura continua d'acqua.[18]
Note
modifica- ^ van Donzel e Kon, 2005, p. 65.
- ^ a b c van Donzel e Kon, 2005, p. 67.
- ^ Margariti, 2009, p. 158.
- ^ Tamrat, 1977, p. 121.
- ^ Tamrat, 1977, p. 152.
- ^ Tamrat, 1977, p. 122.
- ^ a b van Donzel e Kon, 2005, p. 68.
- ^ a b Bosworth, 2007, p. 339.
- ^ Margariti, 2009, p. 159.
- ^ Tamrat, 1977, pp. 121-122.
- ^ a b c Connel e Killion, 2011, p. 160.
- ^ van Donzel e Kon, 2005, pp. 68-69.
- ^ a b c van Donzel e Kon, 2005, p. 69.
- ^ Pankhurst, 1997, pp. 104-105.
- ^ a b Insoll, 1997, p. 383.
- ^ Margariti, 2009, p. 157.
- ^ Insoll, 1997, pp. 384-385.
- ^ Insoll, 1997, p. 385.
Bibliografia
modifica- (EN) Emeri van Donzel e Ronald Kon, Dahlak islands. History of the Dahlak islands until 1945, in Encyclopaedia Aethiopica: D-Ha, Harrassowitz, 2005, ISBN 3447052384.
- (EN) Roxani Eleni Margariti, Thieves of Sultans? Dahlak and the Rulers and Merchants of Indian Ocean Port Cities, 11th-13th Centuries AD (PDF), in Connected Hinterlands: Proceedings of Red Sea Project IV, 2009, ISBN 1407306316.
- (EN) Tadesse Tamrat, Ethiopia, the Red Sea and the Horn, in Roland Oliver (a cura di), The Cambridge History of Africa, vol. 3, Cambridge University Press, 1977, ISBN 0521209811.
- (EN) Clifford Edmund Bosworth, Historic Cities of the Islamic World, Brill, 2007, ISBN 9004153888.
- (EN) Dan Connel e Tom Killion, Historical Dictionary of Eritrea, Scarecrow Press, 2011, ISBN 0810859521.
- (EN) Richard Pankhurst, The Ethiopian Borderlands: Essays in Regional History from Ancient Times to the End of the 18th Century, The Red Sea Press, 1997, ISBN 0932415199.
- (EN) Timothy Insoll, An Archaeological Reconnaissance made to Dahlak Kebir, the Dahlak Islands, Eritrea: Preliminary Observations, in Ethiopia in Broader Perspective: Papers of the 13th International Conference of Ethiopian Studies, vol. 1, 1997, ISBN 4879749761.